"Il secondo atto della farsa Brancher", di Giovanni Valentini
Caso Brancher, atto secondo. Con le dimissioni-lampo del ministro-fantasma, s´è chiuso in qualche modo il caso giudiziario innescato dalla sua improvvida nomina e dal suo ancor più improvvido ricorso al legittimo impedimento. Ma contemporaneamente si riapre ora il caso politico di un ministro ad interim dello Sviluppo economico, vacante ormai da oltre tre mesi, interpretato dal presidente del Consiglio in prima persona con la disinvoltura di un attore-regista che scrive il copione e recita due parti in commedia. E per di più, in pieno conflitto di interessi, a mezzo servizio tra il governo e la sua azienda privata. Era già discutibile che si affidassero deleghe immaginarie a un fantomatico ministro al Decentramento, nel vortice di una crisi mondiale e in vista della manovra finanziaria per fronteggiarla, prima di colmare un vuoto del genere nell´organico governativo. È come se l´ex commissario tecnico Marcello Lippi, nell´impossibilità o incapacità di sostituire l´infortunato Pirlo in Nazionale, avesse deciso improvvisamente di scendere in campo al suo posto. Con l´ulteriore aggravante che, in questo caso, lo stesso premier è anche il …