«Strappo finale delle Regioni», di Roberto Giovannini
Il governo spacca il fronte degli Enti Locali: sulla manovra trova l’accordo con i Comuni e le Province, mentre arriva alla rottura totale con le Regioni, che ora vogliono restituire allo Stato le deleghe che non sono più in grado di sostenere dopo i tagli di 8,5 miliardi decisi nel decretone. Ma anche le Regioni si dividono: i due leghisti, Roberto Cota (Piemonte) e Luca Zaia (Veneto), si sfilano dalla battaglia condotta dai due presidenti di Emilia-Romagna, Vasco Errani, e Lombardia, Roberto Formigoni. A Palazzo Chigi si sono presentati prima i presidenti delle Regioni, poi a ruota i sindaci dell’Anci e i presidenti di provincia. Era evidente che Tremonti non aveva nessuna intenzione di fare concessioni alle Regioni, che chiedevano di riproporzionare i tagli tra Stato centrale ed enti locali. In realtà, introducendo Berlusconi ha aperto all’idea di un gruppo di lavoro per «prendersi quattro giorni» e valutare possibili aggiustamenti. Ma è stato subito stoppato da Tremonti, che ha chiarito che intervenire sulla manovra a questo punto avrebbe conseguenze catastrofiche, con possibili bastonate da parte …