Mese: Luglio 2010

"La manovra uccide il nostro paesaggio", di Salvatore Settis

La “manovra” del governo che in nome del federalismo mette in ginocchio le Regioni, e senza affrontare i nodi della corruzione e dell´evasione fiscale taglia selvaggiamente sanità, ricerca, scuola sta facendo un´altra vittima: il nostro paesaggio. Un´ecatombe annunciata già nel decreto-legge, che prevedeva (come ho scritto il 31 maggio in queste pagine) una forma aggressiva di silenzio-assenso sulle autorizzazioni paesaggistiche, annullando di fatto le garanzie del Codice dei Beni Culturali (varato nel 2004 da un governo Berlusconi). In sede di conversione in legge, com´era prevedibile, la sbandierata necessità di un voto di fiducia si traduce anche su questo tema in licenza di uccidere, che prenderà posto nel maxi-emendamento “omnibus”. La Commissione Bilancio al Senato ha emendato, su proposta del presidente Azzollini (Pdl), l´art. 49 della “manovra” (ddl 2228), prevedendo di declassare la d.i.a. (dichiarazione di inizio attività) in s.c.i.a (“segnalazione certificata di inizio attività”), di fatto un´autocertificazione a cura dell´impresa o di un tecnico di sua fiducia, che elude ogni successivo controllo («l´attività oggetto della segnalazione può essere iniziata alla data della presentazione della segnalazione»). …

"Il premier cerca l'exit strategy", di Marcello Sorgi

Anche se molti, nell’entourage del presidente del Consiglio, assicurano che fosse stata attentamente preparata, fin dall’accorta scelta degli ospiti che dovevano presenziarvi e dalla scelta della casa che doveva ospitarla, l’idea che la rifondazione della Dc, vale a dire il partito-Stato della Prima Repubblica, potesse ripartire nel modo in cui Berlusconi ci ha provato giovedì sera, nella famosa cena a casa di Bruno Vespa, suona a dir poco approssimativa. E non sorprendono, va detto subito, le reazioni sconcertate con cui esplicitamente hanno preso le distanze sia il leader dell’Udc Casini, partner presunto e obbligato dell’operazione, sia il ministro dell’Interno leghista Roberto Maroni, che lo stesso Bossi. Per quanto logora, acciaccata e sopravvissuta a se stessa oltre ogni limite fino al momento della sua scomparsa, la Democrazia cristiana – il partitone cardine (oltre che guida, per una buona metà) di tutti i governi di più di quarant’anni della nostra storia -, era una cosa seria. Alle sue spalle non c’era solo l’appoggio, peraltro intermittente e mai univoco, della Chiesa e delle Gerarchie vaticane, ma la variegata …

"Il lessico politico degli italiani", di Ilvo Diamanti

Proponiamo una mappa che rappresenta il «lessico politico degli italiani». Le parole che evocano i principali attori, progetti e concetti, estratte dal linguaggio pubblico e privato. Sui media e nella vita quotidiana. Sono state sottoposte al giudizio di un campione rappresentativo della popolazione italiana, attraverso un sondaggio condotto da Demos-Coop per la Repubblica. In rapporto a due dimensioni diverse. Il primo riflette il significato e il valore che assumono oggi. Il secondo, invece, l´importanza che assumeranno nel prossimo futuro. È un modo di riflettere sugli orientamenti degli italiani, tra presente e futuro. Per individuare, mediante le parole, quali riferimenti oggi siano centrali e quali, invece, marginali. Quali siano destinati a perdere importanza e quali a guadagnarne. Nel linguaggio – e nella visione – delle persone. La mappa che abbiamo ricavato è complessa. Osservata con attenzione, propone alcune indicazioni chiare e, a nostro avviso, interessanti. A partire dalle zone più estreme del territorio cognitivo e simbolico delineato. 1. In alto a destra, anzitutto, vi sono i riferimenti topici della società italiana. Le parole che suscitano il …

"Capitalismo di rapina. Come svuotare un'azienda e far soldi", di Roberto Rossi

Immaginate la storia di Eutelia come un’enorme matrioska. Nel gioco ogni pezzo ne custodisce un altro, è nascosto fino a quando non lo sveli. La vicenda della società di Arezzo, che ha portato venerdì all’arresto di otto persone per bancarotta fraudolenta, ha le stesse fattezze di un’enorme bambola di legno. Dove ogni reato ne nasconde un altro. E un altro ancora. Un sistema, semplice come una mastrioska appunto, per fare soldi sulle spalle dei lavoratori. Un simbolo del nostro capitalismo. La storia. Eutelia è una società giovane. Nasce undici anni fa ad Arezzo per operare nel settore di servizi telematici e in Internet. Fa capo alla famiglia Landi che occupa, con tutti i parenti, l’intero consiglio di amministrazione. All’inizio si chiama Plug-It. Cambia nome nel 2003 dopo la fusione con Edisontel. La società è un mostro. Muta forma continuamente. Costituisce rami d’azienda, altre società, come Agile e Omega, prende pezzi di attività, li smembra, li cede e li ricompra. Nel 2005 approda in Borsa. La sua bulimia non cessa. Acquisisce altre società, commesse, dipendenti. Fino …

"Il dittatore relativo", di Luca Telese

L’uomo si sa, è dotato di fervida fantasia, e nella sua testa si agita una Bicamerale neurale: il cervello del premier è sempre impegnato a cancellare qualche articolo della Costituzione (a quanto pare emenda anche nel sonno). Ieri è arrivata l’ultima perla: “La libertà di stampa non è un diritto assoluto”, Silvio Berlusconi dixit. E così – zac! – è partita una sforbiciata anche all’articolo 21, inutilmente garantista e troppo vincolante per i governati desiderosi di stampa benevola. Il diritto de-costituzionale. Evidentemente hanno ragione Pippo Civati ed Ernesto Ruffini – due giovani leoni della nuova generazione del Pd – secondo cui “è ormai necessario scrivere una manuale di diritto de-costituzionale con tutti gli articoli della Carta ormai rivisitati dal Cavaliere”. L’unico problema, aggiunge ironico Civati “E ’che questo libro d itesto andrebbe aggiornato quasi tutti giorni”. La legge più uguale per me. Sul primo capitolo, invece, non ci sono dubbi. Andrebbe dedicato all’articolo 3, che il premier ha già riscritto con opportune modifiche parlando dei propri processi: “La legge è uguale per tutti, ma è …

Appello del Pd contro la mini-naia che sottrae risorse alla scuola

Ieri è stato approvato nella commissione Bilancio del Senato l’emendamento del relatore alla manovra, Antonio Azzollini, che introduce la mini-naia, cioè un breve periodo di addestramento militare (di 3 settimane) rivolto ai giovani che dovranno avere tra i 18 e i 30 anni, essere sani, dimostrare di non aver mai assunto sostanze psicotrope e versare una ‘somma’, a titolo di cauzione, in cambio di una uniforme. Se approvata, si tratterebbe di una iniziativa sperimentale del ministero della Difesa, fortemente voluta dal ministro Ignazio La Russa, che avrebbe una durata di tre anni a fronte di una spesa di 19,8 milioni (6,5 milioni quest’anno, 5,8 nel 2011 e 7,5 nel 2012). Contro l’iniziativa, si registra la levata di scudi di tutti gli esponenti del Partito Democratico, che stigmatizzano la distrazione di queste risorse a danno di settori strategici, come l’istruzione. In particolare, la senatrice democratica Mariangela Bastico dal proprio sito commenta severamente la mini-naia: “Per questa attività di formazione miliare il governo impegna 20 milioni di euro di nuova spesa, mentre ha ridotto drasticamente le risorse …

«Proposte precarie», di Luca Schiaffino

Dall’Associazione 20 maggio una proposta per superare la giungla del precariato universitario Quando si affronta il tema dell’accesso al lavoro nell’università è necessario considerare che la precarietà universitaria è un fenomeno complesso, che si è evoluto in maniera spontanea al di fuori di qualsiasi disegno organico di funzionamento del sistema accademico. Tramite il ricorso massiccio a forme contrattuali talvolta introdotte in maniera estemporanea nel calderone di una legge finanziaria, talvolta nate con finalità diverse da un rapporto di lavoro, si sono ampliati organici e garantite attività alle quali il lavoratore spesso non era formalmente adibito. Tutto ciò ha portato ad una giungla di contratti nella quale si mescolano forme adeguatamente tutelate e rapporti ai limiti dell’indecenza, privi dei più fondamentali diritti del lavoro. A titolo di esempio, consultando i dati delle collaborazioni esterne di alcuni dipartimenti dell’università La Sapienza si possono trovare contratti da 1950 euro totali in 3 mesi, da 3000 euro in 6 mesi, da 6000 euro in 9 mesi… Dietro questi numeri ci sono persone che non solo lavorano senza diritti e …