Giorno: 30 Luglio 2010

"Bersani: è crisi, fase nuova premier subito in Parlamento", di Giovanna Casadio

«Questa è una crisi, Berlusconi venga in Parlamento». Pier Luigi Bersani aspetta di leggere il documento dell´ufficio di presidenza del Pdl che segna lo strappo con Fini, prima di schierare il Pd all´attacco. «I governi si fanno e si disfano in Parlamento, le crisi devono essere limpide. E Fini non si tocca», rincara Rosy Bindi. I Democratici stamani chiederanno in aula a Montecitorio che il premier venga a riferire. Se così non sarà, sono disposti all´ostruzionismo sui due decreti in discussione. Quando la situazione politica precipita con le accuse a Fini e con la richiesta delle sue dimissioni da presidente della Camera, non avendo più la fiducia del centrodestra, sono le opposizioni a difenderlo. Dario Franceschini, capogruppo Pd alla Camera, ricorda a Berlusconi il rispetto della Costituzione: «Il premier non dispone della presidenza della Camera come fosse una sua proprietà. Noi non abbiamo votato Fini ma dal momento in cui è stato eletto, è il presidente di tutta la Camera, anche dell´opposizione». Di Pietro, il leader di Idv, invece esorta Fini a dimettersi: «Si vede …

Intercettazioni, il ddl slitta a settembre

Non c’è più fretta di regolamentare le intercettazioni. Il voto sul disegno di legge per due anni al centro di un tira e molla tra le varie anime della maggioranza, slitta a dopo la pausa estiva. La conferenza dei capigruppo della Camera ha infatti deciso di avviare in aula la sola discussione generale con i tempi contingentati. Il voto viene rimandato così a data da destinarsi, comunque a settembre o anche oltre. LA LEGGE CONTESTATA – Negli ultimi due anni il ddl fortemente voluto dal premier Berlusconi ha alimentato un fuoco inesauribile di polemiche. In Parlamento si sono susseguite decine di audizioni tra Camera e Senato di magistrati, giornalisti e giuristi, con migliaia di pagine di emendamenti e sub-emendamenti, mentre fuori dal palazzo infuriavano adunate di piazza, cortei, manifestazioni. Ora la legge sulle intercettazioni potrebbe tornare in soffitta. La maggioranza ha deciso di rimandare la discussione finale rinunciando al voto sulle questioni pregiudiziali sollevate dall’opposizione, un passaggio che avrebbe potuto riservare più di qualche insidia. La discussione generale del provvedimento servirà per intanto a incardinare …

"Università, passa la riforma «epocale» del ministro Gelmini", di Giuseppe Vittori

Via libera dall’aula del senato, in prima lettura, al ddl Gelmini di riforma dell’Università, che ora passa all’esame della Camera. Il ministro l’ha definita «epocale». Molte le nuove regole: dal reclutamento di professori e ricercatori ai mandati a tempo per i rettori. Il ministro Gelmini ha anche garantito, attraverso un ordine del giorno, che c’è l’impegno del governo a recuperare una parte del taglio di unmiliardo e 300 milioni della scorsa Finanziaria. In particolare, «40 milioni di euro per ripristinare gli scatti di stipendio ai ricercatori». «Sulle risorse all’Università per ora dal governo solo promesse e niente fatti. Lo ribadiamo: i tagli penalizzano soprattutto i giovani, gli studenti, i ricercatori, i giovani studiosi che restano esclusi dalla possibilità di carriera accademica» ha detto la senatrice Vittoria Franco del Pd. Ecco una sintesi delle principali novità. Rettori a tempo (massimo 8 anni) – I «magnifici» potranno restare in carica al massimo 8 anni. Sono possibili due incarichi consecutivi da4 anni ciascuno. La normaè applicata dall’entrata in vigore della legge. I rettori già al secondo mandato, quindi, …

"L'ora della libertà", di Ezio Mauro

L´irruzione della legalità ha dunque fatto saltare per aria il Pdl, mettendo fine alla costruzione politica e mitologica del più grande partito italiano nella forma che avevamo fin qui conosciuto, come l´incontro tra due storie, due organizzazioni e due leader in un unico orizzonte che riassumeva in sé tutta la destra italiana, il suo passato, il suo futuro e l´eterno presente berlusconiano. Tutto questo è andato in pezzi, perché la legalità è come una bomba nel mondo chiuso del Cavaliere, dove vigono piuttosto la protezione della setta, l´omertà del clan, il vincolo di servitù reciproca di chi conosce le colpe individuali e il destino comune di ricattabilità perpetua. Trasformando la legalità in politica, Fini ha scelto il terreno più proficuo per mettere psicologicamente e moralmente in minoranza la potenza del premier, dimostrando la solitudine dei numeri e la debolezza dei muscoli. In più, si è posizionato su un terreno elettoralmente e mediaticamente redditizio, dove può nascere una cultura di destra-centro che provi per la prima volta a parlare insieme di ordine e di regole, di …

Csm, eletti gli otto membri laici Il Pd vota Calvi, Giostra e Vietti

Il Parlamento elegge gli otto membri laici del Csm, cinque espressi dalla maggioranza e tre dall’opposizione, con l’Udc Michele Vietti che si accredita come il favorito per il ruolo di vicepresidente, la cui scelta spetta comunque al Plenum del Consiglio. Tra i colpi di scena maturati nella notte c’e’ il siluramento del candidato finiano, Antonino Lo Presti, e dei professori Vincenzo Scordamaglia e Lorenzo D’Avack, indicati come vicini a Gianni Letta, nonche’ di due personalita’ vicine a Niccolo’ Ghedini e al ministro Angelino Alfano. Uno scontro si e’ verificato anche nel Pd, con Ignazio Marino che non ha votato i due esponenti indicati dal partito, contestando il metodo con cui sono stati scelti. La giornata e’ iniziata alle 8,30 proprio con la riunione dei parlamentari Democratici, ai quali e’ stato comunicato che i due nomi ”in quota” Pd erano Guido Calvi, avvocato dei Ds e vicino a D’Alema, e il professore Glauco Giostra, di area cattolica. Marino ha subito contestato la scelta: ”Il Pd commette un errore quando riconduce sempre le sue scelte alle solite …

"Condannato Brancher", di Giorgio Mottola

L’ex dirigente Fininvest dovrà scontare due anni in carcere per il ruolo avuto nella scalata ad Antoveneta. Ministro per 17 giorni, provò ad avvalersi del legittimo impedimento e fu costretto alle dimissioni. Forse è davvero arrivata al capolinea la carriera politica di Aldo Brancher, ex pontiere tra Lega e Pdl e ministro senza deleghe per 17 giorni. Il giudice del Tribunale di Milano, Anna Maria Gatto lo ha condannato a 2 anni di reclusione nell’ambito del processo sulla scalata ad Antonveneta, Le accuse per l’ex frate paolino, divenuto manager di Fininvest negli anni ‘80 e parlamentare con Forza Italia nel 2001, erano ricettazione e appropriazione indebita. La sentenza ha accolto in pieno la richiesta del pm. Aveva provato ad evitare il processo avvalendosi del legittimo impedimento dopo la nomina a ministro per l’attuazione al Federalismo, ufficializzata da Berlusconi all’insaputa degli alleati il 17 giugno scorso. Ma dopo le dimissioni, imposte dalla presa di distanza di Bossi e dalle aspre critiche di Napolitano, Brancher ha dovuto gettare la spugna e lasciarsi giudicare. Nonostante ciò l’ex ministro, …