E’ stata un po’ pilatesca, ma inequivocabile, la nuova ordinanza del Tar del Lazio sulle violazioni della ministra Gelmini a proposito del percorso della “riforma” della scuola superiore. Se il tribunale laziale, infatti, da una parte non rinnova la sospensiva delle operazioni per l’avvio del prossimo anno scolastico, con la scusa che non vi sarebbero lesioni d’interessi, dall’altra esprime giudizi molto pesanti sulle numerose illegalità commesse dal ministero e da Gelmini, dando ragione ai ricorrenti: il comitato di circa 750 studenti, genitori, insegnanti, assistiti legalmente da Corrado Mauceri e la Flc che aveva presentato un ricorso molto simile. Nello stesso giorno, però, lo stesso tribunale concede un’altra sospensiva, questa volta a seguito di un ricorso dello Snals, che in sostanza impedisce la riduzione dell’orario scolastico settimanale, a partire dalle seconde classi, negli istituti professionali e tecnici.
Un immane pasticcio, insomma, che getterà ancor più nel caos gli uffici scolastici al lavoro, proprio in questi giorni, per definire quanti e quali docenti e personale Ata si devono assegnare alle singole scuole. Considerando che il grosso delle operazioni riguardano gli istituti tecnici e quelli professionali, lo scenario del prossimo anno scolastico si fa ancora più buio, per i lavoratori della scuola, per gli studenti e i genitori.
Nello stesso tempo, alle scuole non arrivano i soldi necessari per pagare i docenti impegnati nei corsi di recupero estivi, per i quali in molti luoghi del belpaese sono richiesti illegalmente contributi alle famiglie. In questo modo i genitori se la prenderanno con le scuole, che a loro volta se la dovrebbero prendere con Gelmini, ma i dirigenti scolastici, diretti responsabili di questi corsi, sono stati trasformati in una sorta di prefetti, ruolo che in pochi sono disponibili a contestare, pur nella difficilissima situazione in cui si trovano. La scuola, in un certo senso, è sempre stata un po’ la metafora del paese, e l’implosione che rischia assume un significato ben oltre il suo immiserimento.
Un modo per uscire almeno dall’illegalità e mettere in atto qualche aggiustamento sarebbe quello di rinviare l’attuazione dei decreti sulla scuola superiore, come da tante parti si è chiesto e si chiede. Anzi, la regione Sicilia e la provincia di Bolzano, che godono di larga autonomia, lo hanno fatto, dando alle altre regioni una motivazione forte per chiedere con determinazione il rinvio, visto che anche le loro competenze, organici, dimensionamento ecc. sono state calpestate dal governo.
Liberazione 25.07.10