cultura

"Renzo Bossi re delle Prealpi", di Michele Serra

La successione dinastica decisa da Umberto rischia di creare attriti con i fratelli e i cugini. Quasi inevitabile che le gelosie tra Eridano, Padanio e Ticino portino alla Guerra delle Due Canottiere.
Renzo Bossi Renzo BossiLa soluzione dinastica decisa da Umberto Bossi (gli succederà il figlio Renzo) desta l’interesse di storici e politologi. La decisione di Bossi è giudicata legittima: l’ereditarietà delle cariche non esiste nelle democrazie europee, e dunque in Italia è perfettamente ammissibile. Piuttosto, preoccupa l’eventualità di guerre di successione scatenate dagli altri figli, che potrebbero anche non ricorrere ai metodi più indolori, come il fratricidio, e imboccare la via delle armi. L’Università di Pavia ha elaborato una serie di proiezioni poco prima che il nuovo rettore leghista la riconvertisse in un allevamento di dobermann.

2020 Il giovane Renzo succede al padre Umberto, nel frattempo divenuto Re delle Prealpi. Nella Reggia di Varzi viene cinto della Corona Stagionata, una preziosa treccia di salamini e trucioli di alluminio simbolo dell’economia padana. Pronuncia la storica frase “Dio me l’ha data, eppur si muove”, facendo sopprimere il vecchio tutore Tremonti che l’aveva corretto in pubblico. Al titolo di Re delle Prealpi, che gli va stretto, aggiunge quello di Geometra. Il cugino Padanio dichiara nulla la cerimonia e, a capo di un piccolo esercito di Suv, occupa la tangenziale di Varzi: è la scintilla della Prima Guerra di Successione, detta anche “guerra delle due Canottiere”.

2021 Con Renzo si schierano i Cobas del Latte (guidati dal condottiero Giovanni Senza Quote), i pescatori di pesci gatto e le famose “madri in nero”, che portano il lutto in memoria dei “recomparecidos”, figli e mariti ricomparsi dal nulla negli elenchi dei contribuenti. Dalla parte di Padanio, la movida di Bergamo e il concessionario della Hummer per la Lombardia. La lotta è impari, Padanio viene legato a una rotoballa e gettato in un roveto, Renzo regna incontrastato e vara una grande stagione di riforme: l’esilio dei Culattoni, il battesimo forzato per i musulmani, la riduzione dell’Iva sui divani fiorati. Stabilisce la sua sede nel più grande e sfarzoso capannone lungo la Paullese, un arredobagni, e riceve le delegazioni straniere immerso in una Jacuzzi piena di Campari soda. Nomina cardinale di Milano suo figlio Ticino, barman della discoteca “Pota Libre”, che introduce nel rito ambrosiano la lap-dance.

2030 Decadenza del Regno di Renzo, le cui stravaganze (ha letto l’intero primo capitolo di un libro) sconcertano la Corte. Viene deposto da un ramo minore della famiglia, i Bossi Absburgo Lorena, dei quali nessuno aveva mai sentito parlare ma che compaiono nell’elenco del telefono di Pontedilegno a partire dal 2029, data nella quale il capostipite Alberto, tipografo, aveva cominciato a stampare elenchi del telefono. I Bossi Absburgo Lorena aboliscono la canottiera come indumento ufficiale di corte e introducono il gilet di terital. In segno di simpatia per i centri minori, stabiliscono la capitale a Milano, che dopo l’Expo e gli allagamenti conseguenti è decaduta a villaggio insalubre. 2037: campagna contro la malaria. 2045: bonifica delle paludi milanesi e ristrutturazione delle palafitte. 2068: introduzione dell’alfabeto bossiano, di sole cinque lettere, per facilitare la Grande Campagna di Rinascita Culturale.

2255 Il lungo regno dei Bossi Absburgo Lorena, che ha riportato il Nord ai livelli del 1300, ha termine. L’ultimo rampollo, Urk VIII, non lascia eredi. Avvolto di pelli di nutria e con il suo caratteristico elmo a sei corna, viene sepolto nel letto del Naviglio: emergono solo il naso e gli alluci. I sei figli illegittimi avuti dalla moglie Chantal durante i provini di “Xfactor Revival” (una gara di canti primitivi, con tamburo e gong) dividono il regno in sei parti, con regolamento condominiale. Nasce la Bossia-Erzegovina, in onore della escort russa Ludmilla Erzegova, fidanzata dei sei fratelli Bossi. L’invasione cinese del mese successivo riporta definitivamente in Italia l’elettricità, l’acqua potabile e la ruota.

L’Espresso 23.07.10