"Parchi naturali a rischio così il taglio dei fondi colpisce pinete e camosci", di Antonio Cianciullo
Quanto valgono il camoscio del parco del Gran Paradiso e l´orso marsicano, i terrazzamenti delle Cinque Terre e il Vesuvio, le praterie di posidonia di Ustica e il pino loricato del Pollino? Molti si troverebbero in difficoltà di fronte a una domanda del genere. Ma il governo ha una risposta pronta: meno di un caffè all´anno a testa per ogni italiano. La Finanziaria ha decretato che i 50 milioni di euro di un finanziamento già ridotto all´osso sono troppi per la natura protetta. Dopo aver provato a cancellare i parchi nel 2008 inserendoli nell´elenco degli enti inutili, il centrodestra è tornato alla carica dimezzando i fondi: non basteranno più nemmeno per l´ordinaria amministrazione. I parchi nazionali e le aree marine protette dovranno licenziare le guide e chiudere i centri visita. Tagliare le gambe all´ecoturismo, uno dei pochi settori con il segno più. Lasciare mano libera ai bracconieri. Rinunciare a presidiare le eccellenze gastronomiche che hanno contributo a imporre l´italian style nel mondo. Un milione e mezzo di ettari, dalle dune alle zone umide, dalle foreste …