Giorno: 21 Luglio 2010

Si scrive Sud, si legge povertà

Nel 2008, il 21% delle famiglie del Sud Italia non ha avuto soldi per il riscaldamento e il 20% per andare dal medico. Questo è l’allarme che ha lanciato nel suo Rapporto 2010 sull’Economia dell’Economia, la Svimez, Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno. Non solo – si legge – “otto famiglie su cento hanno tirato la cinghia rinunciando ad alimentari necessari e oltre una famiglia su 4 è arrivata con difficoltà a fine mese. Più del doppio (Sud 25,9%), rispetto al Centro-Nord (13,2%). Numeri che possono essere sintetizzati con un solo termine: povertà. Il 30% delle famiglie al Sud non ha avuto i soldi necessari per comprarsi i vestiti, il 16,7% ha pagato in ritardo le bollette di acqua, gas e luce e il 44% non ha potuto sostenere una spesa imprevista di 750 euro (26% al Centro-Nord). Il 14% delle famiglie meridionali vive con meno di 1.000 euro al mese, il 20% non ha i soldi per andare dal medico e una su cinque non si può permettere di pagare il riscaldamento. Semplicemente …

"Sottopagato e sfruttato ma indispensabile", di Benedetta Tobagi

Non sono più giovanissimi: hanno in media 45 anni. Il loro lavoro nelle università statali e negli enti di ricerca pubblici amplia gli orizzonti della conoscenza a beneficio di tutta la società: dalle nanotecnologie alla biogenetica, dalla fisica delle particelle alla paleontologia, dalla ricostruzione dei papiri alessandrini al diritto del lavoro. La ricerca in università dovrebbero farla tutti, dai dottorandi ai professori, ma solo loro la portano iscritta nel nome come un destino. Eppure, spesso non possono praticarla come dovrebbero (e vorrebbero): perché mancano i fondi, o perché oberati di incarichi che poco hanno a che fare con il loro contratto. I reportage spesso ce li hanno mostrati come carbonari, rintanati in laboratori privi delle infrastrutture essenziali, mentre la retorica governativa oggi li accomuna ai “baroni”, arroccati a difesa dei propri privilegi. Che spesso, per loro, si riducono alla mensa a prezzo politico. Martiri o fannulloni: chi sono i ricercatori? Nella gerarchia accademica, sono la fascia intermedia tra i gironi dei dottorandi, dottori di ricerca, “borsisti” e “assegnisti” (i “precari” dell´università) e l´empireo dei professori. …

" L'ultimo colpo alla memoria. Via Tasso a rischio per 50mila euro – Il governo fa morire il Museo di via Tasso" di Cimino Luciana

C’ è una piccola strada il cui solo nome, nella Capitale occupata dai nazisti, a pronunciarlo alle donne di Roma (madri, mogli, sorelle, che aspettavano con il cambio in mano sotto le finestre murate pregando ché fosse loro restituito) metteva i brividi. Perché al numero 145 di via Tasso si trovava il carcere delle SS di Herbert Kappler. Oggi in quella via che porta dritta alla Basilica di San Giovanni, si respira di nuovo un’aria oscurantista, perché il Museo della Liberazione che è sorto all’interno di quelle stesse mura dagli anni 50 è a rischio chiusura, con tutto il suo patrimonio di memoria. Hanno attraversato quel portone 2500 persone in 9 mesi, tra il 43 e il 44. I cosiddetti prigionieri politici: comunisti, sindacalisti, badogliani. Intenogati violentemente fino alla tortura e rimandati nelle strette celle sanguinanti e piegati dal dolori affinché i compagni di sventura potessero vederli e fossero loro di monito. Tra quelle mura sono stati detenuti l’ex-presidente della Corte Costituzionale Giuliano vassalli, il sindacalista Bruno Buozzi, l’italianista Carlo Salinari, il sacerdote don Pietro …