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Scuola, Pd: Gelmini senza vergogna, è lei responsabile dei tagli

Ghizzoni: non servono gesti caritatevoli, ma atti politici: ritiri riforma licei. “Senza vergogna. È l’unico commento possibile alle parole che il ministro Gelmini indirizza alla giovane Alice, aspirante liceale esclusa per sorteggio. I provvedimenti adottati dal ministro negli ultimi due anni, hanno già portato al taglio di più di 25 mila posti di docenze nella scuola superiore e per il prossimo anno se ne dovranno cancellare altri 11 mila. Queste sono cifre inconfutabili contenute nelle circolari ministeriali che la Gelmini ora vorrebbe liquidare senza pudore come propaganda delle opposizioni. Non fa onore ad un ministro della repubblica sottrarsi alla responsabilità elle proprie scelte ragionieristiche che costringono le scuole italiane a rifiutare le legittime domande di formazione e a sottrarsi pertanto al mandato costituzionale. La disponibilità espressa dal ministro per realizzare il desiderio della giovane Alice ha il sapore di un gesto caritatevole mentre meriterebbe una risposta politica. Meglio sarebbe cioè un bel passo in dietro ed uno stop alla cosiddetta riforma della scuola superiore che impoverirà il nostro sistema di istruzione a danno del paese e delle nuove generazioni come dimostra il caso di Alice”. Così la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni commenta la risposta su ‘La Stampa’ del ministro Gelmini ad una lettera pubblicata dal giornale torinese in cui una ragazza di Novi Ligure denunciava il fatto di non essersi potuta iscrivere al liceo classico che aveva scelto per colpa dei tagli. Alice ha scritto di essere rimasta fuori con un sorteggio.

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L’On. Ghizzoni replica alla lettera della Gelmini che potete trovare di seguito

“”Cara Alice,
ho letto con attenzione la tua lettera. Una lettera che mi ha colpito.

Capisco il tuo disappunto e la delusione per quanto ti è accaduto. Ti invito però a non farti ingannare dalla propaganda messa in piedi ad arte contro il ministero: i cosiddetti «tagli», come li chiami tu, non c’entrano nulla.

Anche nei mitici Anni 80 e 90 era così.

Anche allora, quando aumentava la spesa pubblica senza che migliorasse la qualità dell’insegnamento, si agiva allo stesso modo. Se il numero delle domande era superiore all’offerta formativa, si procedeva per estrazione e si assegnavano gli studenti in soprannumero alla scuola corrispondente più vicina.

Anche oggi alcuni istituti che eccellono per la qualità della didattica ricevono molte richieste di iscrizioni e non è materialmente possibile soddisfarle tutte.

Dunque Alice, ribadisco: i «tagli» non c’entrano!

Tuttavia spero che, nella composizione dell’organico di fatto, sia possibile iscriverti all’istituto che hai scelto. Mi attiverò personalmente per verificare se questo tuo desiderio possa essere realizzato. Così come spero, anzi ne sono sicura, che le riforme che abbiamo approvato per l’istruzione superiore cambieranno il volto della scuola italiana. Più qualità della didattica, maggior legame col mondo del lavoro, più ore di scienze e di lingua straniera, rilancio dell’istruzione tecnica.

Questa è la scuola che sogno, la scuola che stiamo costruendo per le nuove generazioni.

Un caro saluto

Mariastella Gelmini

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Caro ministro Gelmini,
mi chiamo Alice e ho 14 anni. Ho appena finito l’esame di terza media e pensavo di portare l’attestato alla scuola che avevo scelto per confermare la mia iscrizione al liceo classico. Invece, per colpa dei tagli della sua riforma, mi hanno detto che eravamo in troppi. Che era stata concessa una sola classe di 32 alunni e noi eravamo in 35. Tre di noi erano di troppo e bisognava fare un sorteggio per vedere chi rimaneva fuori.

Hanno estratto il primo numero: «Numero 27!». Il mio numero. Mi stavano dicendo che io non potevo frequentare il liceo classico. Ci sono rimasta così male. Il classico era la mia scelta, la mia ambizione, il mio sogno. Sono triste e arrabbiata. La mia famiglia e i miei insegnanti mi hanno sempre parlato di impegno, di diritti e doveri, di scelte consapevoli. Non mi hanno mai parlato di «sorteggi» e un po’ sono arrabbiata anche con loro.

E ho anche un po’ di paura per il futuro. Quando sarò grande e cercherò un lavoro, sorteggeranno ancora per vedere se c’è un posto per me? Quando sarò vecchia e malata e non ci saranno abbastanza posti negli ospedali, sorteggeranno per vedere se potrò essere curata? Cosa farò se, come ora, non sarò abbastanza fortunata?

Vuole rispondermi, ministro Gelmini? O anche per le lettere si fa un sorteggio per meritarsi una risposta?

Buone vacanze.
Alice

da La Stampa 15-16 luglio 2010

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