Bersani incontra Montezemolo. Idv: ora via anche Cosentino
ROMA – Il Pd incassa una vittoria con le dimissioni di Brancher, ma deve prendere atto che le forzature del governo non finiscono mai. Sulla manovra economica, Berlusconi ha deciso di mettere la fiducia. «Una scelta di totale irresponsabilità – attacca Pier Luigi Bersani – Ognuno vede che questa manovra è da cambiare radicalmente. Noi abbiamo presentato proposte che non mutano i saldi. Questo è il modo con cui Berlusconi ammanetta la propria maggioranza mettendo il paese sempre più nei guai». Un segno ulteriore di «preoccupante debolezza».
Indignazione quindi dei Democratici sulla manovra “blindata”, dopo la soddisfazione per avere ottenuto le dimissioni di Brancher. «Li abbiamo messi all´angolo, ora la maggioranza prenda atto di essere in crisi – aveva commentato il leader del Pd – Gli staremo col fiato sul collo». Ma nella strategia di Bersani ci sono anche colloqui e incontri per avere il polso dei possibili sviluppi della situazione politica. Per questo nei giorni scorsi ha incontrato Luca Cordero di Montezemolo: il presidente della Ferrari è indicato tra coloro che potrebbero tessere con Gianfranco Fini la tela del terzo polo. Nonostante i dinieghi (al Financial Times ha detto di non immaginare per sé un impegno diretto come leader di un partito) Montezemolo resta uno degli interlocutori dell´alternativa all´attuale governo. Non si spinge oltre a ipotizzare scenari, Bersani: «Non parliamo alla cieca. Vediamo cosa accadrà: la palla sarà in mano al presidente Napolitano».
I Democratici hanno già offerto al Quirinale la disponibilità all´alternativa, ad esempio con un governo di salute pubblica. Critica è Emma Bonino. Per la vice presidente del Senato e leader radicale «tirare per la giacca continuamente Napolitano è del tutto fuoriluogo, l´opposizione deve incalzare il governo sulle sue responsabilità». Di Pietro è ancora più perentorio: «Sulla manovra Berlusconi fa la mossa di un dittatore che si chiude nel suo bunker e chiede il voto di fiducia». A proposito degli scenari futuri, il leader di Idv boccia «larghe intese e governi tecnici». Rincara: «Piuttosto dovrebbe dimettersi anche Nicola Cosentino, il sottosegretario sotto inchiesta, e tutti coloro che sfruttano le leggi ad personam. Si dovrebbe dimettere anche il premier e questo governo di mafie, ormai al crepuscolo. Dovrebbero andarsene a casa, anzi qualcuno in galera».
La mozione di sfiducia su Brancher presentata alla Camera da Pd e Idv, che si sarebbe discussa giovedì, decade automaticamente. Dice Dario Franceschini, il capogruppo democratico che ha gestito la vicenda: «È davvero una nostra vittoria. C´è uno sfarinamento del centrodestra e noi dobbiamo puntare alla chiusura dell´era berlusconiana, per consegnare il paese a un normale moderno bipolarismo civile: qualsiasi sia la soluzione transitoria, quello è l´approdo». Rosy Bindi sottolinea quanto «strumentale» sia stata la nomina di Brancher e come la maggioranza appaia «allo sbando». E per Anna Finocchiaro, capogruppo pd al Senato, «le dimissioni di Brancher sono la fine indegna di una pericolosa pagliacciata». Beppe Fioroni polemizza con il partito, invitando ad astenersi dalla «sindrome della spallata».
la Repubblica del 6 luglio 2010