Partono i primi ricorsi contro l’aumento dei pedaggi autostradali. In prima linea il presidente della Provincia di Rieti, Fabio Melilli, e quello della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, che hanno deciso di fare ricorso al Tar contro l’aumento dei pedaggi ai caselli autostradali scattato ieri perchè, per quanto riguarda gli accessi al Grande Raccordo Anulare della Capitale tramite le bretelle gestite dall’Anas, gravano sui cittadini delle province.
Melilli stamattina ha partecipato al casello di Fiano alla protesta dei lavoratori della Sabina, organizzata dal gruppo del Pd al consiglio regionale del Lazio, «contro l’assurdo aumento del pedaggio dei caselli di Fiano e dell’A24». Melilli già ieri, contestando la decisione del presidente dell’Anas Pietro Ciucci, aveva annunciato che insieme alla Provincia di Roma si stava «ricorrendo al Tar perché il decreto del Governo venga annullato, visto che non si può infatti trasformare una tariffa in una tassa e farla per di più pagare anche a coloro che il Raccordo anulare non lo percorrono», a pagare i costi del Gra «saranno solo i cittadini che vengono da fuori Roma» e dunque della province.
Secondo Melilli il Governo, «non avendo la possibilità di installare decine di caselli attorno il Grande raccordo anulare, sceglie di far cassa con i lavoratori delle province che si recano ogni giorno nella Capitale, con il risultato assurdo che pagherà la manutenzione del Gra anche chi per recarsi a Roma non utilizza il raccordo. Una tassa vera e propria per le famiglie sabine che noi riteniamo giuridicamente illegittima»
Da ieri i cittadini che transitano in entrata o in uscita dai nove caselli autostradali intorno alla capitale, pagano quello che l’opposizione ha soprannominato il «balzello di Tremonti», dai 20 centesimi a un euro in più per le auto, fino a 2 euro per i camion.
Protesta anche il Codacons, che parla di «balzelli forfettari, una stangata che potrà raggiungere i 300 euro all’anno». Condivide l’inziativa di Zingaretti e Melilli anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. «Lo devono fare loro perché quei caselli si trovano nel loro territorio». Il primo cittadino della Capitale ha chiesto un emendamento alla manovra «per scaricare le necessità finanziarie non sugli utenti ma sulla società concessionaria che é un monopolio che ha margini molto rilevanti. credo che possa essere disposta una rinegoziazione del contratto».
«Più che fare ricorsi al Tar sarebbe meglio lavorare insieme per migliorare e rettificare alcune norme contenute nella manovra economica», commenta il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Maria Giro.
Il senatore dell’Idv Stefano Pedica, invece, mette a disposizione la tessera che viene data ai parlamentari per avere il pedaggio autostradale gratis. L’Italia dei valori Lazio si sta organizzando per essere presente ai caselli per pagare ai cittadini la «tassa della vergogna».
da www.ilsole24ore.it