Si stanno per abbattere sul trasporto pubblico locale e sul diritto costituzionale alla mobilità dei cittadini, ingiustificati e irresponsabili tagli che condanneranno senza appello milioni di pendolari a gravissimi disagi e disservizi. Il ministro Matteoli, purtroppo, persevera nell’errore di negare l’evidenza dei 3,5 miliardi di euro di tagli per il Trasporto pubblico locale (Tpl) previsti dalla Manovra, smentendo le stesse denunce dei Governatori e l’allarme lanciato, tra i primi, dal Presidente Formigoni.
Rileviamo che il ministro dei Trasporti, invece di svolgere il suo ruolo e tentare di arginare i danni per la mobilità del Paese, in particolare per quella sostenibile su ferro che produce il 92 per cento in meno di anidride carbonica rispetto alle automobili e l’88 per cento in meno rispetto all’aereo, si preoccupa di altro e scarica sulla congiuntura economica e sulle Regioni la soluzione di problemi non più rinviabili. Questo governo ha smarrito il senso del servizio universale e del dovere di dare risposte ai 13 milioni di pendolari. Tutto ciò è ancor più vero se, per stessa ammissione di Matteoli, l’obiettivo principale dell’esecutivo Berlusconi è quello di «ottimizzare il servizio di trasporto
pubblico» che però, prima di tutto, deve essere garantito a prezzi ragionevoli e secondo criteri di universalità.
È davvero curioso che per il governo Berlusconi i milioni di pendolari italiani, che ogni giorno soffrono disagi e disservizi nel percorso casa-lavoro, non siano un problema a differenza delle richieste e dell’attenzione alle lobby del petrolio piuttosto che alle società di gestione aeroportuale che chiedono un adeguamento delle tariffe, con un aggravio di 3euro a biglietto per i viaggiatori. Un atteggiamento che abbiamo già visto in Parlamento, con la bocciatura da parte del
governo e della maggioranza con un vergognoso voltafaccia, della proposta di legge del Pd di cui ero primo firmatario e che prevedeva l’acquisto dei mille treni per i pendolari attraverso un’addizionale sulla Robin Tax per finanziare un fondo di 300 mln di euro l’anno per 15 anni. Una proposta che introduce semplicemente una tassa di scopo o “ecotassa” a carico dei petrolieri e che abbiamo intenzione di ripresentare nel corso della discussione sulla Manovra. Questo perché riteniamo che una maggiore equità delle misure previste dal Governo sia perseguibile se si interviene anche sul Tpl e sull’acquisto dei treni per il trasporto regionale, rispondendo alle esigenze dei tredici milioni di pendolari e onorando gli impegni del pacchetto clima dell’UE, oltre a introdurre una misura di sviluppo e di investimento che dia ossigeno all’industria ferroviaria del Paese. Auspicando che, almeno in questa
occasione, in Parlamento si liberino dai condizionamenti degli “sceriffi di Nottingham” anche alcune coscienze libere della maggioranza.
* deputato Pd commissione trasporti
L’Unità 30.06.10