Mese: Giugno 2010

"Il docente paga più del manager", di Alessandra Ricciardi

Tra blocco del contratto e scatti congelati, tagli del 10%. Hanno uno stipendio che nelle migliori delle ipotesi non arriva, a fine carriera, neppure alla metà dei 90 mila euro dei dirigenti pubblici, tetto massimo oltre il quale la manovra finanziaria di quest’anno fa scattare il taglio dei 5% dello stipendio sulla quota eccedente, che sale al 10 per buste paga over 150 mila. Eppure per loro, insegnanti, ausiliari, tecnici e amministrativi, il taglio sarà ben più consistente, arrivando, secondo quanto stimano pressoché tutti i sindacati sulla base di dati del ministero dell’economia, anche al doppio, il 10%. È l’effetto della somma delle due misure che, salvo novità, scatteranno nella scuola con il decreto finanziario: blocco dei contratti per un triennio e congelamento degli scatti di anzianità. Due misure sulle quali vanno avanti i tentativi delle forze sindacali di addolcire le durezze del ministro dell’economia, Giulio Tremonti. Il ventaglio delle possibili soluzioni propone un recupero almeno parziale dei mancati aumenti contrattuali, in una fase successiva a quella del triennio lacrime e sangue, la spendibilità ai …

Intercettazioni, tutti contro tutti nella maggioranza

Botta e risposta tra Finie Schifani. Migliavacca: “E per fortuna dovevano essere il partito dell’amore”. Sulle intercettazioni Fini attacca Schifani,che replica, Fini rireplicae e Bondi e Quagliarello lo attaccano. Scene di un ordinario pomeriggio della maggioranza che coinvolgono però la seconda e la terza carica dello Stato… L’Aula del Senato affronta l’esame del ddl intercettazioni, il presidente della Camera Gianfranco Fini, attacca il provvedimento: “Ho dubbi sul testo al Senato del ddl sulle intercettazioni, è opportuno che il Parlamento rifletta ancora su questo testo»” Fini cita in particolare la norma transitoria (una modifica che rende applicabile il nuovo giro di vite anche ai procedimenti in corso)in contrasto con il principio di ragionevolezza: “Mi inquieta un po’ anche il limite di tempo. Io non so se i 75 giorni sono un numero giusto o sbagliato: ma se si capisce che il giorno successivo al 75esimo accade qualcosa non si può continuare?”». Per il presidente della Camera “nn si può perciò usare la mannaia”. “Il ruolo del presidente del Senato è un ruolo di garanzia dei diritti …

"Disubbidienza civile per garantire il rispetto della Costituzione", intervista a Nadia Urbinati di Jolanda Buffalini

Malacoscienza è la definizione che alla fine trova Nadia Urbinati, politologa “pendolare” fra Stati Uniti (dove insegna alla Columbia University) e l’Italia. È la cattiva coscienza di una maggioranza che forza il dettato costituzionale sapendo di farlo. Ed è questa la ragione che spiega, sul piano etico e politico, perché si sta producendo in Italia una situazione che dà senso alla disubbidienza civile. Malacoscienza perché quella maggioranza «sa bene che è altamente probabile che il testo sulle intercettazioni non potrà superare il vaglio della Corte Costituzionale. Però potrà sfruttare ai propri fini il lasso di tempo in cui la legge sulle intercettazioni sarà quella approvata dalla maggioranza in Parlamento, e questo produrrà un danno alle nostre libertà». Lei considera quindi opportuna la disubbidienza civile in queste circostanze? «La disubbidienza civile è l’ultima risorsa, l’estrema ratio. È un’azione certamente politica ma che è messa in atto da individui, dal singolo giornalista, dal singolo magistrato che rischia. Prima di questo, la situazione ottimale sarebbe la mobilitazione politica più ampia possibile, attraverso l’impegno individuale e collettivo dei cittadini, …

"Il lessico del Governatore", di Alberto Statera

Quando ha pronunciato le parole «macelleria sociale» si è capito che anche Mario Draghi sa unire la passione alla freddezza dell´analisi, come era avvenuto con Carli, Baffi e Ciampi. L´espressione di origine sindacale, per la quale si adontò Lamberto Dini quando da ministro del Tesoro varò la prima riforma pensionistica, a saper leggere, non è neanche la più forte nel congelatore del lessico draghiano. Ieri per ventidue volte, salvo errore, il governatore ha scandito la parola «crisi» e, come in un crescendo linguistico inedito nei consessi internazionali che abitualmente calca, «collasso», «esplosivo», «catastrofe», «insopportabile», «azzardo morale», «stress», «brutale», «relazioni corruttive», «criminalità». Crisi e azzardo morale, forse la coniugazione di un richiamo non dichiarato, nel deserto di citazioni, al faro governatoriale di Luigi Einaudi che della crisi degli anni Trenta sottolineava per l´appunto l´aspetto morale: «Come si può pretendere che la crisi sia un incanto e che col manovrare qualche commutatore cartaceo l´incanto svanisca, quando tuttodì si è testimoni della verità del contrario?». Per cui il rituale di Palazzo Koch quest´anno più che nelle Considerazioni finali …