Mese: Giugno 2010

"PD e Fondazioni liriche. Ovvero: l’opposizione dei fatti e non delle parole.", di Emilia De Biasi e Manuela Ghizzoni*

Gli ultimi anni ci hanno consegnato una politica più di parole che di fatti, e di autoritarismo delle decisioni governative. Spesso abbiamo discusso nelle assemblee delle nostre città su come rendere più efficace la nostra opposizione, per un’alternativa che esca dal dilemma di una protesta senza proposta. Il Gruppo PD alla Camera ha provato a rispondere a quelle attese. Ha evitato che il Governo mettesse la fiducia sul decreto sulle fondazioni lirico sinfoniche restituendo al parlamento la sua funzione democratica, e all’opposizione lo spazio di modifica, e dunque di miglioramento del decreto, senza per questo venire meno al voto contrario, motivato dal merito inaccettabile e dalla delega al governo su una materia che non ha i requisiti di urgenza tali da giustificare il ricorso ad un decreto. Il Gruppo PD al Senato ha svolto un gran lavoro, e ha migliorato il testo, pur votando contro il provvedimento. Alla Camera abbiamo messo a frutto i risultati dei nostri senatori. Qualcuno ci ha definiti più compiacenti dei colleghi del Senato. E dove starebbe la compiacenza? Nella passione …

"Governatori in bilico tra vizi e virtù", di Luca Ricolfi

Sono giorni decisivi per la manovra del ministro Tremonti. Quello che si sta decidendo, infatti, è su quali enti dovranno gravare gli ingenti tagli di spesa che la manovra prevede per i prossimi due anni: 8 miliardi nel 2011, 15 miliardi nel 2012. Nessuno, fra i rappresentanti di Stato, Regioni, Enti locali (Province e Comuni) mette in discussione l’entità complessiva dei tagli, pari a 23 miliardi in due anni, ma un po’ tutti sottolineano che i sacrifici richiesti al proprio comparto sono eccessivi. Soprattutto gli enti territoriali, ossia Regioni, Province e Comuni, hanno espresso il loro disappunto. Non senza ragione, a mio parere: le spese di tali enti assorbono circa 1/3 della spesa pubblica corrente, mentre la manovra chiede loro di sostenere ben 2/3 dei sacrifici. Per contro le Amministrazioni centrali, essenzialmente lo Stato e gli Enti di previdenza, contribuiscono per circa 2/3 alla spesa complessiva, ma sono chiamate a sopportare solo 1/3 dei sacrifici. A questo motivo di disappunto se ne aggiunge un altro, e cioè che quando si parla di sprechi sembra che …

"Saliamo tutti sulla nave dei diritti", di Giuseppe Civati

Basta stare zitti, arriva la nave dei diritti. E la nave è sbarcata, sabato, a Genova, compiendo così un’azione simbolica, quasi metaforica, è stato detto dagli organizzatori, che festeggia in modo celebrativo l’Unità d’Italia e i diritti che una vera unità del Paese dovrebbe portare con sé. Il momento è grave e parecchio triste, perché l’Italia appare divisa come non mai, quasi strappata. Vent’anni di Berlusconi l’hanno divisa in profondità: tra categorie e ceti sociali, italiani e stranieri, territori e, addirittura, generazioni. E la crisi ha messo in luce ritardi e fragilità che il nostro Paese ha cercato di nascondere prima di tutto a se stesso. L’iniziativa è nata a Barcellona, la città più italiana d’Europa, fuori ì d’Italia. Una terra di diritti e di integrazione, sapendo però che quasi tutto, al confronto con l’Italia di questi anni, sembra terra di integrazione, di diritti, di rispetto e di valori costituzionali. Questo è il tema principale, che dovrebbe fare riflettere tutti, non solo chi ci guarda da fuori. I Mille del 2010 che provengono da Barcellona, …

"Stato e Comuni, il baratto dei pezzi d'Italia", di Mario Tozzi

Quanto vale una spiaggia dell’arcipelago toscano o una torre calcarea delle Dolomiti? O, come sembra paventarsi in questi giorni, l’isoletta di Folegandros in Grecia? O, comunque, quanto vale una bellezza naturale nel mondo del terzo millennio, dilaniato da una crisi economica che rischia di confondere i valori con i prezzi? In Italia la risposta a questa domanda è obbligata: nessun valore economico o finanziario può essere assegnato ai beni culturali a carattere naturalistico, semplicemente perché il solo pensare di metterli in vendita (o porli a garanzia di prestiti bancari) è pura follia. Sarebbe come alienare i gioielli di famiglia nella speranza di una congiuntura migliore che, però, sempre provvisoria sarà. E non si capisce cosa si potrà mettere in vendita la volta successiva. Non sappiamo ancora se il passaggio dei beni demaniali alle amministrazioni locali diventerà realtà, permettendo di fare merce di natura e paesaggio. Quello che è certo è che la tutela sarà allentata, per almeno due ragioni. La prima è che i sindaci hanno, come si è visto recentemente, il cappio stretto al …

Berlusconi gela le Regioni «Non si sprecano i soldi dei cittadini»

Obiettivo “ottimistico”, quello che ci si è posti al vertice del G20 circa la riduzione del deficit, ma “raggiungibile”. Soprattutto se ci si concentrerà nella riduzione degli sprechi dei soldi dei contribuenti che abbondano nell`amministrazione dello Stato e delle autonomie locali. Silvio Berlusconi parte dal comunicato finale del vertice di Toronto per chiudere la porta alle richieste delle regioni, che anche oggi – attraverso una lettera di 5 governatori, tutti del Pdl, al ministro Tremonti – hanno chiesto di riaprire il confronto sui pesanti tagli che la manovra impone loro. Un `no`, quello di Berlusconi, pronunciato in maniera netta: tagliare “è sempre difficile e doloroso – ammette – ma non si può andare avanti così a sprecare i soldi dei cittadini”. Anche perché “abbiamo messo gli occhi dentro l’amministrazione dello Stato, di Regioni, Province e Comuni, e ci si è accapponata la pelle”, dice nella conferenza stampa al termine del G20, nella notte italiana. Certo, riconosce, “è chiaro che chi ha la responsabilità di una Regione difende lo status quo, perchè molto spesso si tratta …

"Nelle università più tagli agli stipendi dei giovani docenti", di Gianni Trovati

È il primo “salto” dei ricercatori, quello cruciale per dare l’abbrivio alle retribuzioni in cattedra, a essere il più colpito dalle misure congela-stipendi previste anche per le università dalla manovra correttiva. Professori e ricercatori, come magistrati, diplomatici e alti gradi militari, non hanno una storia retributiva disciplinata dai contratti, ma dagli incrementi automatici, ed è lì che nel loro caso si concentra l’ondata di gelo imposta dalla manovra. I grandi lavori sui correttivi sono già iniziati, ma l’ultima parola la dirà in settimana il maxiemendamento governativo: se le carte non cambieranno, i docenti dovranno dire addio per i prossimi tre anni alle due gambe degli aumenti in busta, cioè gli incrementi automatici annuali ancorati alle dinamiche salariali del pubblico impiego e gli scatti (altrettanto automatici, in attesa di una rivoluzione meritocratica che tarda ad arrivare) che ogni due anni fanno salire il professore di un piano nel grattacielo della busta paga. La tagliola è uguale per tutti, ma gli effetti sono variegati perché cambiano per ognuna delle 52 posizioni stipendiali in cui si articolano le …