Mese: Giugno 2010

Superiori a rischio in 4 Comuni, Il Pd interroga la Gelmini

Se non si corre ai ripari i ragazzi di Fiumalbo, Frassinoro, Pievepelago e Riolunato rischiano, dal prossimo anno scolastico, di non avere una scuola superiore statale. Gli istituti paritari “A.Barbieri” di Pievepelago cesseranno la loro attività a partire dal prossimo anno scolastico. Se non si corre ai ripari i ragazzi di Fiumalbo, Frassinoro, Pievepelago e Riolunato rischiano, dal prossimo anno scolastico, di non avere più una scuola secondaria superiore statale. La questione è arrivata in Parlamento, grazie a un’interrogazione presentata dai quattro deputati modenesi del Pd: Manuela Ghizzoni, Ricardo Franco Levi, Ivano Miglioli e Giulio Santagata. I parlamentari chiedono al ministro Gelmini quali provvedimenti, e in che tempi, intenda adottare il ministero “per l’istituzione di una scuola secondaria nel Comune di Pievepelago in sostituzione degli istituti paritari A.Barbieri”. La scuola era nata per colmare una carenza di offerta formativa in montagna e per consentire di proseguire gli studi a molti ragazzi e ragazze che per raggiungere il polo scolastico più vicino, quello di Pavullo nel Frignano, dovevano sobbarcarsi ogni giorno 40 Km di strada di …

"Il cortile leghista", di Francesco Merlo

La colpa è del portavoce, come nella più trita tradizione del peggiore politichese. Ma un leghista vigliacco che nasconde il proprio estremismo, uno Zaia pudico che si vergogna del proprio ciarpame anti-italiano, un capo lumbard che si impicca al proprio opportunismo è un inedito. È un salto nell’evoluzione della specie padana. Insomma eravamo abituati al leghista “ce l’ho duro” e qui scopriamo invece che Zaia ha duro solo il portavoce. L’episodio, comunque sia andata, è un piccolo concentrato di miserie, ma è ricco di significati. Il governatore del Veneto Luca Zaia è andato a inaugurare una scuola elementare nella provincia di Treviso. Ebbene, i garzoni che gli stanno intorno hanno subito ordinato, ovviamente a suo nome e per suo incarico, di sostituire l’inno di Mameli con il “Va’ pensiero”. Ed è inutile ricordare che nessuno in Italia predica retoriche sacralità musicali e che in tutto il mondo gli inni sono solo le spezie dell’identità nazionale, tanto più per gli italiani di oggi che non sono certo malati di patriottismo e di fanfare. E d’altra parte …

"Attenti al cemento. Ogni giorno persi mille ettari di terra", di Franco Binello

E’ un grido d’allarme finora rimasto inascoltato. «Ogni giorno in Italia scompaiono quasi 1000 ettari di suolo destinato all’agricoltura: produzione agroalimentare, turismo e ambiente». Ma Vittoria Brancaccio, simpatia tutta napoletana (è di Sorrento) e battagliera presidente di Agriturist, l’associazione agrituristica di Confagricoltura (riunisce circa 5 mila aziende) insiste su una battaglia che si annuncia non solo professionale, ma che potrebbe diventare il manifesto di una nuova filosofia cultural-agricola. «Tutti convengono sulla necessità di rilanciare il turismo valorizzando i nostri paesaggi e l’offerta enogastronomica; tutti concordano sulla necessità di tutelare le produzioni agricole italiane e di conservare il nostro patrimonio ambientale per difenderci dall’inquinamento e favorire l’ossigenazione dell’aria. Ma pochi sanno che tutto questo è fuori della realtà» annota. E spiega, dati alla mano: «In 25 anni, fra il 1982 e il 2007, abbiamo perso 3,1 milioni di ettari di superficie agricola utile (Sau) e 5,8 milioni di ettari di superficie agricola totale (Sat) – sulla base di dati Istat – Parte di questa terra sottratta all’uso agricolo è stata convertita in bosco, ma 1,8 milioni …

"Durante il Ventennio scioperare era un crimine contro lo Stato. Indietro di 40 anni tutto in nome della produttività", di P.Civati e M. Ruffini

Sembra che l’Italia stia facendo di tutto per spostare le lancette dell’orologio indietro di una quarantina d’anni. E così ci troviamo di slancio in un’epoca precedente al 1970, quando un Parlamento incalzato dai sindacati fu portato ad approvare lo Statuto dei lavoratori. Ma non ci basta, no: rischiamo di scivolare ancora più indietro, quando durante un altro Ventennio, il codice penale considerava lo sciopero come un reato, come un crimine verso l’azienda e verso il Paese. Con l’avvento della Repubblica democratica fondata sul lavoro, i Costituenti si resero conto che, «se è vero che lo Stato è chiamato a tutelare il lavoro, con ciò non si esclude che anche la classe lavoratrice possa tutelare essa pure direttamente il lavoro» (Ghidini). Tutti i Costituenti, e non solo quelli che militavano nel Pci, ritennero «urgente ed indispensabile che una legge» riconoscesse «il diritto di sciopero dei lavoratori, abrogando i divieti fascisti in materia» (Fanfani) e vollero affermare come diritto «quello che il fascismo definiva a torto delitto» (Merlin). Perché il diritto di sciopero «non è altro che …

"Mi accusano in nome dell'omertà", di Mauro Baudino

Io continuerò a scrivere, dice Roberto Saviano al pubblico che affolla piazza del Duomo, perché è il vero modo di amare il proprio Paese. E, alla fine di un lungo dialogo con Mario Vargas Llosa, risponde ai suoi critici più recenti, dal calciatore Marco Borriello al senatore GaEteano Quagliariello, senza dimenticarE le accuse che gli sono venute da sinistra. «Mi ha molto spaventato essere confuso con quello che racconto; perché questo significa confondere me con quel che scrivo», ed è un modo per nascondere, ignorare, occultare la realtà di Gomorra, dell’illegalità. «Ma la legalità non è né di destra né di sinistra, non è ideologica. Ci sono persone per bene che votano a sinistra, e persone per bene che votano a destra. E naturalmente esiste anche il contrario. Io voglio parlare a tutti, non agli elettori Di questo o di quello; non si tratta di dividere il Paese, ma di parlare a tutte le persone per bene». La lunga serata di Saviano in dialogo con il grande autore peruviano sui temi della letteratura e dell’impegno …

Rai, azzerare il Cda. Serve un amministratore

“Non si può più assistere al degrado della Rai. Non si può avallare una gestione irresponsabile che squalifica il servizio pubblico. Non si può tollerare il ricatto di un primo ministro che minaccia quando vede programmi che non lo elogiano. In RAI bisogna azzerare il CDA, serve un amministratore”. Lo scrive Pier Luigi Bersani in una lettera al Corriere della Sera Caro direttore, non ci stiamo. Non si può più assistere al degrado della Rai. Non si può avallare una gestione irresponsabile che squalifica il servizio pubblico. Non si può tollerare il ricatto di un primo ministro che minaccia quando vede programmi che non lo elogiano. E dimentica che questa Rai, questo direttore generale, la maggioranza del consiglio di amministrazione dell’azienda, sono quelli che lui ha voluto e imposto. È arrivato davvero il momento di cambiare. Questa gestione governativa della Rai porta al crollo di quella che è stata una grande azienda. La spinge verso posizioni marginali del mercato, succube di Mediaset e Sky su due settori strategici, quello della raccolta pubblicitaria, e quello della …