Mese: Giugno 2010

"Lo Sviluppo demolito", di Sergio D'Antoni

Ne hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato pace. Perdonerà Tremonti, ma la frase di Tacito –tanto in voga negli anni del conflitto in Vietnam – è perfetta per descrivere il trattamento che il governo riserva al ministero dello Sviluppo economico. Nel pieno di una crisi che colpisce soprattutto le aree e le fasce deboli, il governo Berlusconi ha infatti definitivamente demolito il dicastero chiamato a varare politiche di crescita e di coesione nazionale. Il ministero è ridotto a brandelli. L’esecutivo ne ha smantellato gli organismi e prosciugato le risorse, rendendolo nei fatti una graziosa scatola vuota. Il governo si è mosso in due direzioni. Da una parte ha tagliato per far cassa 2,5 miliardi dal fondo per lo sviluppo e il riequilibrio territoriale, raschiando il barile delle risorse nazionali destinate alla convergenza delle aree deboli. Dall’altra ha spostato alle dirette competenze della presidenza del consiglio il Dipartimento delle politiche di sviluppo, vero e proprio caveau chiamato a gestire e ad assegnare i fondi comunitari e le quote nazionali e regionali del Fas. In …

"Patriota per forza", di Massimo Gramellini

Ogni volta che qualche leghista maltratta l’inno mi torna alla memoria un episodio della primissima infanzia. Ero sugli spalti dello Stadio per un meeting di atletica, quando la banda attaccò una marcetta spiritosa. Gli spettatori si alzarono in piedi: anche mio padre, che subito imitai. Ma un ragazzino più grande di me rimase tranquillamente seduto. «E tu perché non ti alzi?», gli chiese mio padre. «C’ho un cicles attaccato al sedere». Non disse proprio «sedere». Ma di sicuro disse «cicles», la gomma da masticare. Mio padre, ex partigiano, serrò gli occhi a fessura: «E’ un bel problema, ma te lo risolvo io». Prese il bulletto per le ascelle e lo sollevò. «C’è gente che è morta perché tu potessi ascoltare in pace questo inno. Porta un po’ di rispetto, cretino!». Intorno a lui si levò un applauso caldo e solidale, che sferzò l’amor proprio del ragazzo più ancora del fervorino. Non so se sarei capace di comportarmi come mio padre. Invece degli applausi, avrei paura di beccarmi una coltellata o un’accusa di molestie ai minori. …

"Epifani: la Fiat ci ripensi la fabbrica non è una caserma", di Roberto Mania

«Marchionne ci ripensi: non contrapponga lavoro a diritti. Pomigliano non può diventare una fabbrica-caserma. E il “piano B” sarebbe anche una sua sconfitta». Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, parla mentre, a qualche chilometro di distanza, è in corso il Comitato centrale della Fiom sul caso-Pomigliano. Sa già come andrà a finire: no alla proposta della Fiat. Lei condivide la posizione della Fiom? «Io dico ciò che chiede la Cgil: che si realizzi rapidamente l´investimento previsto per lo stabilimento di Pomigliano. Questo è il frutto di anni di mobilitazione nel territorio da parte dei sindacati, della Cgil, della Chiesa, delle istituzioni locali. A Napoli non c´è alternativa. Stiamo parlando di 15 mila posti di lavoro, compresi quelli dell´indotto. Un piano di queste dimensioni impone una sfida che sicuramente deve essere raccolta: quella della saturazione degli impianti e della turnazione. Su questo non dobbiamo avere timidezze. I 18 turni non sono una novità. In molte fabbriche si lavora 24 ore su 24 per sette giorni. Sappiamo che sarà un sacrificio alto per i lavoratori, perché non …

"Il presidente della Corte dei conti Lazzaro: norme troppo severe", di Sandra Cardi

Troppo severi con la scuola. A dirlo il presidente della Corte dei conti, Tullio Lazzaro, che nel corso dell’audizione in commissione bilancio al senato ha fatto le pulci alla manovra finanziaria. Puntando l’indice contro le misure sulla scuola. In particolare contro il mancato riconoscimento del merito e la relativa deviazione di risorse dal bilancio dell’istruzione su altro capitolo. Quello dei debiti che lo stato ha maturato nei confronti degli istituti scolastici e che, in assenza di modifica al dl finanziario, verranno pagati utilizzando appunto il merito (si veda Italia Oggi di martedì scorso). La mancata assegnazione del 30% delle economie derivanti dai tagli al settore previsti dalla legge 133/08, per un impatto finale di circa 8 miliardi di euro, si configura come un ulteriore manovra sugli stipendi dei dipendenti scolastici, in aggiunta a quella derivante dal blocco del contratto e degli scatti di anzianità. Tutto dipende, spiega Lazzaro, dalla sterilizzazione della contrattazione nazionale per il triennio 2010-2012 che determina la «disapplicazione del meccanismo che (…) prevedeva (_) la riassegnazione alla contrattazione integrativa di parte dei …

Debito pubblico, aumento senza fine

Conti pubblici che vanno sempre peggio, con il debito che supera i 1.812 miliardi di euro, record mai raggiunto, mentre i soldi incassati dal fisco calano. E’ chiaro che serve una manovra correttiva, peccato che se ci troveremo a pagare è per gli errori del governo Berlusconi che in due anni ha fatto crescere la spesa corrente e ha rinunciato a combattere l’evasione fiscale. E ora l’errore più grande è l’impostazione della nuova manovra, squilibrata su tagli indistinti che si tramutano in meno servizi, meno fondi a regioni,province, comuni ed un conto salatissimo per i cittadini. Secondo i dati contenuti nel bollettino delle entrate tributarie diffuso dal Dipartimento delle politiche fiscali, nei primi quattro mesi del 2010 le entrate tributarie sono state pari a 108,8 miliardi di euro, in calo di 1,3 miliardi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-1,2%). E nel solo mese di aprile le entrate si sono attestate a 25,122 miliardi, in calo di circa il 2,5% rispetto ai 25,771 miliardi di aprile 2009. E’ assurdo, ma il vicepresidente vicario dei deputati …

Intercettazioni, nessuna forzatura dei tempi

Dario Franceschini scrive al presidente della Camera: il Pd non accetterà forzature sui tempi per esaminare il ddl sulle intercettazioni e in base al regolamento non potrà andare in Aula prima di settembre. Fini risponde: “Rispetteremo il regolamento” Il Pd non accetterà forzature sui tempi per esaminare il ddl sulle intercettazioni e in base al regolamento non potrà andare in Aula prima di settembre. Così il capogruppo alla Camera, Dario Franceschini ha iniziato la sua lettera indirizzata a Gianfranco Fini con cui, a nome del Pd, ha chiesto il rispetto delle regole e dei tempi per l’approvazione del ddl intercettazioni. In effetti dopo i diktat del presidente del Consiglio e il conseguente voto di fiducia al Senato, i dubbi su una nuova forzatura fatta dalla maggioranza erano davvero più che evidenti. Ad oggi, non solo si profila la promulgazione di una legge sbagliata, ma si accelera l’iter senza nessuna valida motivazione. Davvero non si capisce come il ddl intercettazioni possa essere una priorità rispetto alla soluzione della crisi economica e la costruzione della manovra finanziaria. …

Il Polemista «Chi slega la Lega?»

Berlusconi corre ai ripari per difendere l’onore dell’Italia dopo le sparate leghiste sul tricolore. Barzellette per nascondere come la Lega si senta davvero sopra alla regole…italiane – Il Polemista immagine documento Per fortuna che Silvio c’è! E questa volta non è il testo di una splendida canzone autocelebrativa. Silvio Berlusconi, in Bulgaria prima e in Libia poi, riesce a ridare lustro al Tricolore dopo che ministri e governatori leghisti, in diverse forme, hanno provato ad appannarlo. Veniamo ai fatti. Prima di tutto c’è stato l’attacco ai giocatori della Nazionale di calcio: Maroni e la sua miracolata tessera del tifoso hanno aperto il campo alle micchette bagnate di Calderoli che ha chiesto ai giocatori di rinunciare ai premi vittoria. Poi è stato il momento di Flavio Tosi, sindaco di Verona, tra i più puri della filosofia del “durismo” della Lega. Per lui le regole del codice della strada non esistono e la “sua” Audi 6 ha il permesso di seguire regole che nessun automobilista potrebbe permettersi. Nel giro di poche giorni è riuscito a farsi beccare …