Mese: Giugno 2010

Sfida al Governo

Sei proposte a costo zero per spostare dieci miliardi di euro dalla rendita e dalle posizioni dominanti a favore dei cittadini e delle imprese. Il Pd dà una ricetta semplice e concreta per modificare la manovra finanziaria senza alcun onere per lo Stato con l’effetto immediato di risparmiare svariati miliardi di euro. Per il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani sono piccole lenzuolate con cui “sfidiamo il governo a dire se intende continuare con le chiacchiere o se intende fare qualche fatto”. “Abbiamo una bassissima crescita, una manovra depressiva, dobbiamo mettere qualcosa nel motore della crescita. Questi sono i primi punti di una posizione articolata sui temi della manovra per una posizione, la nostra, che non è solo di denuncia ma anche di proposta”. “Ci siamo stancati di sentire il lancio di bolle di sapone da parte del governo – ha continuato Bersani – che finiscono sempre nel nulla, e ci siamo stancati dei pretesti del governo per attaccare la Costituzione: l’articolo 41 non impedisce operazioni di semplificazione e di liberalizzazione”. Non si sa quale …

"Brunetta plenipotenziario a Venezia", di Gian Antonio Stella

Delegato dal governo a riformare la legge speciale. Cacciari: indecente. «Brunetto scherzetto!», ridacchiò Calderoli bocciando il collega Brunetta reo d’aver anticipato nel dicembre 2008 l’idea di mandar le donne in pensione a 65 anni. «Brunetto scherzetto!», deve aver ridacchiato oggi Berlusconi. I veneziani hanno trombato «Renatino» come sindaco? E lui glielo rifila come «delegato» governativo. Una specie di antisindaco. Tié. Il ministro dell’innovazione aveva scommesso forte, sulla conquista della sua città. Aveva portato in laguna, come sponsor, la bellezza di dieci ministri. Aveva sventolato l’appoggio del Cavaliere, il quale si era speso invitando gli elettori a compiere un «peccatuccio »: «Andate a riscoprire le vecchie fidanzate e convincetele a votare. Vi auguro di realizzare tutti i vostri sogni. Viva Venezia, viva l’Italia, viva la libertà». Aveva promesso di spostare la sede del comune da Ca’ Farsetti a Palazzo Ducale. Promesso la metropolitana sublagunare per rendere meno complicata la vita ai veneziani e arginare l’esodo, inesorabile da decenni. Promesso un nuovo «Rinascimento». Insomma, una campagna grandiosa. Sintetizzata dal titolo del Giornale berlusconiano alla vigilia del voto: …

Imprese, 40 milioni di euro dalla Regione per sostenere i distretti produttivi, le reti d'imprese e l'avvio di iniziative imprenditoriali di nuove cooperative.

L’assessore regionale Muzzarelli: “Finanziamo la ricerca assicurando a centinaia di giovani opportunità occupazionali”. Al via il finanziamento, con un contributo complessivo di 22 milioni, per sostenere la ricerca e l’innovazione dei distretti produttivi a cui si aggiungono anche oltre 12 milioni di euro per i ‘Progetti per reti di imprese’ e 2 milioni di euro per il sostegno finanziario all’avvio di iniziative imprenditoriali di nuove cooperative. «Un pacchetto di misure per stimolare l’innovazione e gli investimenti delle imprese per trasformare le idee in prodotti. Per superare la crisi – ha sottolineato Gian Carlo Muzzarelli, assessore regionale alle Attività produttive- occorre stare a fianco del sistema produttivo sostenendo la debole ripresa in atto. Le risorse regionali finanziano concretamente la ricerca assicurando a centinaia di giovani ricercatori un lavoro di qualità per loro e per la comunità emiliano romagnola». Dai distretti produttivi ai distretti tecnologici. I 22 milioni di euro – messi a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna riguardano il bando ‘Dai distretti produttivi ai distretti tecnologici’ – finanzieranno 35 progetti di ricerca per la nascita e la …

"Bersani: Voglio che il Pd sia il partito della Costituzione", di Concita De Gregorio

Una manovra pesantissima. Un assalto costante ai diritti costituzionali, la Carta «inferno di regole». La trattativa su Pomigliano, il diritto di sciopero in gioco. Il ddl bavaglio che spunta le armi a chi indaga il crimine e mette a tacere la stampa blindato dalla fiducia. Il debito alle stelle. Ogni giorno un assalto all’architrave. Segretario Bersani, non pensa che sia venuto il momento di giocare d’attacco? «È sempre stato il momento. Il Pd deve tirare la palla avanti. Noi diversamente da Berlusconi, pensiamo al futuro del Paese. Berlusconi pensa al suo, e non prenderà un sabbatico. Non so immaginare che questa situazione duri ancora tre anni. Siamo chiamati a dare credibilità all’alternativa adesso. Non ci serve un papa straniero. Tocca a noi, ora». Pierluigi Bersani parla in questa intervista dell’accordo Fiat su Pomigliano, naturalmente, («Rifiuto di pensare che a questo punto non si arrivi all’intesa. In ogni caso non sarà un modello»), della manovra e dell’assalto alla Costituzione («stiamo preparando una campagna d’autunno: il Pd sarà il partito della Costituzione»), di Tremonti che studia da …

"La fabbrica che non spreca un minuto così nasce l´operaio a ciclo continuo", di Paolo Griseri

Si riducono al minimo i tempi morti, tutti i pezzi sono più vicini alla postazione, il lavoratore deve solo muovere il busto. A Pomigliano arriva la metrica del lavoro alla giapponese, con tanto di computer e tabelle cronometriche da far rispettare. Nella giornata della tuta blu di Pomigliano saranno 25.200. Non uno di meno, non uno di più. 25.200 secondi per lavorare, per ripetere 350 volte la stessa operazione che dunque non può durare meno di 72 secondi. Perché così dice la metrica. Anche le fabbriche, come le orchestre, ce l´hanno. Sono le regole che danno il ritmo alla linea e che dunque stabiliscono l´intensità di lavoro dei singoli operai. Tutti devono, inevitabilmente, muoversi allo stesso ritmo. Una danza faticosa. Da un secolo le regole di quella danza sono al centro della contrattazione sindacale. Hanno nomi astrusi: Tmc1, Tmc2, Ergo-Uas. Il primo a imporle fu, nel 1911, un ingegnere della Pennsylvania, Frederick Taylor, che spezzettò il lavoro degli operai in decine di micro movimenti stabilendo per ciascuno un tempo massimo di svolgimento. Dalla nascita del …

Manovra, Regioni in rivolta. Formigoni: incostituzionale

«Si carica su un figlio tutto il carico e il padre fa spallucce. Siamo di fronte ad un padre sciamannato che ha aumentato il debito pubblico ». Il giudizio di Roberto Formigoni sulla manovra del governo è tranchant: da sciamannati. Il governatore lombardo è il più duro: ma i suoi colleghi sono pronti a sostenerlo. Il fronte è compatto (a parte qualche screzio tra regioni virtuose e quelle indebitate). Per tutte le Regioni la «mannaia-Tremonti » è irricevibile, oltre che con gravi rischi di incostituzionalità. Sottrae finanziamenti senza uno straccio di consultazione. Alla faccia del federalismo. Il documento finale della riunione di ieri dei governatori è unanime: «Così com’è il testo è irricevibile – spiega il presidente Vasco Errani – e non sostenibile perché il peso dei tagli è caricato sulle Regioni per oltre il 50%». Tradotto: 4,5 miliardi nel solo 2011. FUOCO AMICO I governatori si preparano al pressing sul Parlamento per modificare la manovra. Oggi incontreranno i capigruppo di maggioranza, seguiranno quelli delle opposizioni. Ma il governo dovrà vedersela anche con un altro …

"Costituzione usata come scusa", di Irene Tinagli

Al di là dello scontro quasi ideologico che si solleva ogni volta che si tocca la Costituzione, ciò che colpisce del dibattito sull’articolo 41 è la tesi che questo articolo sia ciò che ha frenato e frena la competitività italiana e che, modificandolo, l’Italia possa tornare a competere sui mercati internazionali. Ma è davvero così? E’ vero che la competitività di un Paese dipende dalla sua Carta costituzionale? Questa è la domanda che dovremmo porci in questo momento. In questa prospettiva è interessante andare a guardare le classifiche internazionali sulla competitività e scoprire che i Paesi più competitivi del mondo hanno alle spalle Costituzioni, modelli di Stato e di governo completamente diversi l’uno dall’altro. In vetta alle classifiche troviamo infatti Paesi di tradizioni liberali e liberiste, come gli Stati Uniti. Ma anche Paesi di tradizione social-democratica, come la Svezia e la Danimarca, così come troviamo democrazie parlamentari e presidenzialiste, Stati unitari e Stati federali, repubbliche e monarchie. Già da queste riflessioni sorge quindi più di un ragionevole dubbio. Il dubbio che forse la competitività dipenda …