"L'Italia non si mobilita più", di Paolo Natale
L’Italia non si mobilita più. Sembrano passati secoli da quando i cittadini italiani non lesinavano la propria presenza, la propria partecipazione, si mobilitavano. Su tutto, si prendeva posizione. Appena si evidenziava qualche problema, sia da destra che da sinistra, migliaia di elettori rispondevano all’appello dei propri leader per manifestare contro Berlusconi o contro Prodi, contro le inopportune tasse dell’uno o contro le disdicevoli legge ad personam dell’altro. Girotondi, rumorose assemblee, piazze navona invase dai manifestanti, in campo contro la guerra in Iraq, in campo a favore degli Usa, in sciopero contro i tagli alle pensioni, massicce risposte agli appelli di Cofferati o di Epifani. Un tempo che pare lontano, ormai, nel ricordo selettivo che di questi tempi ci giunge al cervello: si torna con la memoria ad eventi che oggi non paiono più nelle corde dei nostri concittadini. Poco sembra smuovere la gente dalla loro scolorita accettazione dell’esistente. Gli italiani paiono una costante citazione di Hegel: ciò che è reale è razionale, quello che sta accadendo non può che essere l’unica cosa che può accadere, …