BOLOGNA. Nessun docente perderà il posto, almeno fino al 19 luglio. E qualunque lettera di licenziamento ricevuta in questi giorni può e deve essere impugnata davanti al Giudice del lavoro. La Flc-Cgil dell’Emilia-Romagna si prepara alle barricate, dopo che venerdì il Tar del Lazio ha sospeso l’applicazione della riforma Gelmini e dei tagli a professori e Ata. Al momento, spiega il segretario regionale della Cgil scuola, Raffaella Morsia, «sono oltre 500 i docenti che si trovano congelati» in seguito alla sentenza del Tar. Nonostante CIò, «riceviamo segnalazioni dai professori che stanno già arrivando le lettere ai sopranumerari», ovvero a chi perderà la cattedra per effetto dei tagli. Secondo la Cgil, quelle che di fatto sono lettere di licenziamento per i docenti sono illegittime. Per questo, l’invito è a impugnarle davanti al Giudice del lavoro, con il sostegno del sindacato. «Chi riceve la comunicazione ha tutto il diritto di contestarla – afferma Morsia – perchè l’organico ai fini di legge non esiste ancora». Fino al 19 luglio, infatti, data in cui il Tar dovrebbe pronunciarsi sul merito del ricorso, «sono sospese tutte le operazioni sugli organici, che devono restare congelati».
«Abbiamo spedito una lettera al direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Marcello Limina, ai direttori degli Usp e ai presidi diffidandoli da prendere ogni decisione sugli organici, in particolare sull’individuazione dei perdenti posto».
Il calcolo organici per le scuole superiori, già in ritardo di mesi rispetto agli altri anni, si aggrava. E la colpa, secondo la Cgil, ricade tutta sul ministro. «E’ a rischio l’apertura dell’anno scolastico – attacca Morsia – e Gelmini se ne assume tutta la responsabilità, perchè se vuole può bloccare questa deriva e fare un passo indietro». «La riforma dei licei va rinviata di un anno: siamo di fronte a una grave lesione dei diritti degli studenti, delle famiglie e dei lavoratori. Il ministero non è più in grado di gestire la situazione e lo dimostra il fatto che agisce di forza. Gelmini è talmente arrogante che non si è presentata nemmeno all’udienza come amministrazione nè ha inviato le controdeduzioni al ricorso. Si sente sopra la legge». Del resto, «il suo procedere è sempre stato incostituzionale, come dimostrano tutti gli atti operativi della riforma fatti prima che si pronunciassero gli organismi di controllo e venisse pubblicato il provvedimento in Gazzetta ufficiale». Un atteggiamento che il sindacato stigmatizza: «E’ gravissimo che le regole vengano infrante proprio dal ministro dell’Istruzione, perchè la scuola è il luogo dove si insegna il rispetto delle regole».
Gazzetta di Modena 30.06.10