Giorno: 29 Giugno 2010

"Un condono sui beni archeologici, mini-multa per tenerli in casa", di Francesco Erbani

Chiunque detenga un reperto mai denunciato, potrà ottenere il deposito per tent’anni. La sanatoria prevede un pagamento di un terzo del valore presunto. Un provvedimento più volte proposto, e sempre subissato dalle proteste delle associazioni che tutelano il patrimonio artistico. Più volte proposto, altrettante volte ricacciato indietro, subissato dalle proteste di tutte le associazioni che tutelano il patrimonio artistico, torna l’archeocondono, la norma che depenalizza il possesso illecito di un bene archeologico in cambio di una modesta multa. Al momento circolano almeno due bozze di un articolo diviso in 11 commi intitolato “Disposizioni in materia di emersione e catalogazione di beni archeologici, nonché revisione delle sanzioni penali”, entrambe maturate in ambienti parlamentari del Pdl. Modifiche sono ancora possibili, ma un punto in comune le varie versioni dell’articolo ce l’hanno: finire dentro la manovra finanziaria (all’interno del maxi emendamento con le modifiche che il governo presenterà) e giungere in porto blindate e sicure. In sostanza chiunque detenga un reperto mai denunciato, in Italia o all’estero, e dunque in violazione della legge, può ottenere dallo Stato una …

I record del governo Berlusconi? Ora siamo nella top five della pressione fiscale e primi per il debito pubblico in Europa

L’Italia scala posti in classifica. Naturalmente non è quella della FIFA, purtroppo neanche quelle delle migliori economie, ma la classifica europea per la pressione fiscale: nel 2009 il peso del fisco sul prodotto interno lordo è stato del 43,2%, in aumento rispetto al 2008, anno rispetto al quale è peggiorato anche il dato del PIL. Siamo al quinto posto, insieme alla Francia, in Europa per pressione fiscale. Un bel record per il governo del meno tasse per tutti. Due anni fa, all’insediamento del governo Berlusconi, eravamo al settimo posto…ora da battere restano solo Danimarca 49%), Svezia (47,8%), Belgio (45,3%), Austria (43,8%). Restiamo invece campioni d’Europa per il deficit, il debito pubblico in Italia è sempre il più alto della UE: nel 2009, in rapporto al Pil, dopo il calo rilevato nel 2007, ha proseguito la crescita già registrata nel 2008, aumentando di quasi 10 punti percentuali rispetto all’anno precedente e attestandosi al 115,8%, un valore vicinissimo a quelli rilevati alla fine degli anni ’90. “Il livello della pressione fiscale del 2009, confermato oggi dall’Istat, è …

"La ragnatela dei TAR", di Pippo Frisone

Un anno fa scrivemmo proprio sulle pagine di questo giornale che di fronte ad un Governo che se ne infischiava degli scioperi nella scuola e che continuava a fare strame delle regole, non rimaneva altra via che quella del TAR. E così fu lo scorso anno in cui entrò in vigore la riforma del primo ciclo; lo stesso scenario si è ripetuto quest’anno con la riforma del secondo ciclo . Con sistematica determinazione tutte le operazioni di applicazione dei tagli previsti dalla L.133/08, dalle iscrizioni ai Regolamenti e per finire agli organici, sono state prese dal Governo in assenza degli atti definitivi e prima della loro pubblicazione sulla G.U. come prevede invece la nostra Costituzione. Se l’iter dei Regolamenti tra pareri e visti di controllo può essere risultato molto complesso e lungo, come nel caso della riforma delle superiori che ha richiesto in itinere più di un aggiustamento, l’atteggiamento del Governo che ha proceduto sempre a testa bassa, è stato quello di portare a casa il risultato a tutti i costi, infischiandosene della forma e …

"La verità fa paura", di Ezio Mauro

Berlusconi attacca di nuovo gli organi d’informazione. Siamo davanti a un premier che usa i vertici internazionali per regolare i conti domestici. Teme la pubblica opinione. Ma noi continueremo a fare il nostro mestiere. Perché i cittadini vogliono sapere, per poter giudicare IL tycoon delle televisioni ha paura dei giornali. Da San Paolo, dov’è in visita di Stato, il Presidente del Consiglio ieri ha trovato modo di attaccare gli organi d’informazione (quelli che non controlla e che non possiede, naturalmente, abituato com’è alla totale obbedienza televisiva), denunciando “una disinformazione totale e inconcepibile, da molti mesi a questa parte”. Poi ha lanciato una proposta inedita: “Bisogna fare uno sciopero dei lettori e insegnare ai giornali italiani a non prenderli in giro”. Siamo dunque davanti ad un Premier che usa i vertici internazionali per regolare i conti domestici con il potere d’informazione, che non è ancora interamente oggetto del suo dominio, e che lo spaventa perché introduce elementi di verità e di critica nel paesaggio televisivo: dentro il quale il leader coltiva il senso comune nazionale, canale …

"La proposta di legge della Lega Nord sul reclutamento del personale docente della scuola", di Osvaldo Roman

Si deve innanzitutto rilevare che il trasferimento delle competenze amministrative statali alle Regioni, previsto all’art.1 di questo progetto di legge (A.C. n. 3357) contrasta, per metodo e per contenuto, con quanto stabilito dalla legge 42/08 (legge delega sul federalismo fiscale) e soprattutto con quanto stabilito nel testo, non ancora approvato in sede politica, dell’Intesa attualmente all’esame della Conferenza Stato-Regioni. Infatti tale Intesa prevede che: il personale dirigente, docente e ATA della scuola resti alle dipendenze dello Stato, con trattamento giuridico ed economico fissato dalla contrattazione nazionale di comparto e – sulla base di questa –dalla contrattazione integrativa. Si tratta di una dipendenza funzionale dalle istituzioni scolastiche. Solo la programmazione e la sua distribuzione territoriale, sarebbero di competenza delle Regioni o degli Enti Locali; Inoltre anche il metodo di questo trasferimento, cioè lo strumento di regolazione di tale materia, differisce da quello previsto nella legge delega sul federalismo e dallo Schema di Intesa. Ciò perché la legge in esame sostituirebbe totalmente sia per funzione, ma soprattutto per i contenuti, la prevista Intesa. E’, infatti, evidente la …

"PD e Fondazioni liriche. Ovvero: l’opposizione dei fatti e non delle parole.", di Emilia De Biasi e Manuela Ghizzoni*

Gli ultimi anni ci hanno consegnato una politica più di parole che di fatti, e di autoritarismo delle decisioni governative. Spesso abbiamo discusso nelle assemblee delle nostre città su come rendere più efficace la nostra opposizione, per un’alternativa che esca dal dilemma di una protesta senza proposta. Il Gruppo PD alla Camera ha provato a rispondere a quelle attese. Ha evitato che il Governo mettesse la fiducia sul decreto sulle fondazioni lirico sinfoniche restituendo al parlamento la sua funzione democratica, e all’opposizione lo spazio di modifica, e dunque di miglioramento del decreto, senza per questo venire meno al voto contrario, motivato dal merito inaccettabile e dalla delega al governo su una materia che non ha i requisiti di urgenza tali da giustificare il ricorso ad un decreto. Il Gruppo PD al Senato ha svolto un gran lavoro, e ha migliorato il testo, pur votando contro il provvedimento. Alla Camera abbiamo messo a frutto i risultati dei nostri senatori. Qualcuno ci ha definiti più compiacenti dei colleghi del Senato. E dove starebbe la compiacenza? Nella passione …

"Governatori in bilico tra vizi e virtù", di Luca Ricolfi

Sono giorni decisivi per la manovra del ministro Tremonti. Quello che si sta decidendo, infatti, è su quali enti dovranno gravare gli ingenti tagli di spesa che la manovra prevede per i prossimi due anni: 8 miliardi nel 2011, 15 miliardi nel 2012. Nessuno, fra i rappresentanti di Stato, Regioni, Enti locali (Province e Comuni) mette in discussione l’entità complessiva dei tagli, pari a 23 miliardi in due anni, ma un po’ tutti sottolineano che i sacrifici richiesti al proprio comparto sono eccessivi. Soprattutto gli enti territoriali, ossia Regioni, Province e Comuni, hanno espresso il loro disappunto. Non senza ragione, a mio parere: le spese di tali enti assorbono circa 1/3 della spesa pubblica corrente, mentre la manovra chiede loro di sostenere ben 2/3 dei sacrifici. Per contro le Amministrazioni centrali, essenzialmente lo Stato e gli Enti di previdenza, contribuiscono per circa 2/3 alla spesa complessiva, ma sono chiamate a sopportare solo 1/3 dei sacrifici. A questo motivo di disappunto se ne aggiunge un altro, e cioè che quando si parla di sprechi sembra che …