Tagli radicali imposti dai governi al welfare sociale non causano solo difficoltà economiche nella popolazione, ma hanno un costo in vite umane. L’avvertimento viene da un articolo appena pubblicato sul British Medical Journal.
La recessione economica sta imponendo ai governi di tagliare le spese e in Europa c’è un acceso dibattito sul potenziale impatto economico di questa politica. Nessuno però parla degli effetti sulla salute delle persone, così David Stuckler dell’università di Oxford insieme ad alcuni colleghi ha analizzato proprio questo impatto. Benché i governi pensino di proteggere la salute salvaguardando i budget per la sanità, dicono gli autori, in realtà non lo stanno facendo perché la spesa per il welfare è ugualmente, se non più, importante per la salute della popolazione. A questo proposito ricordano un rapporto sulla salute e le condizioni sociali commissionato dal governo inglese secondo cui, ad esempio, i bambini che ricevono una istruzione migliore e hanno un ambiente più sano in cui giocare crescono più in salute di quelli che non hanno queste opportunità.
Il gruppo di scienziati ha preso in esame i dati sulla spesa per il welfare sociale forniti dall’Ocse e che riguardano 15 paesi europei negli anni compresi tra il 1980 e il 2005. Il welfare comprende programmi per dare sostegno a famiglie e bambini, aiuti ai disoccupati per trovare un lavoro e sostegno alle persone con disabilità. Ognuna di queste voci può avere effetti sulla salute. E in effetti i ricercatori hanno trovato che quando la spesa sociale era alta, i tassi di mortalità cadevano, ma quando la spesa era bassa, i tassi di mortalità crescevano in modo sostanziale. In particolare le morti erano dovute a quelle malattie per le quali le condizioni sociali sono molto importanti, come l’infarto e le malattie indotte dall’alcol. Sulla base di modelli matematici, i ricercatori stimano che un taglio di 70 sterline (85 euro) a persona sulla spesa per il welfare sociale fa aumentare le morti per alcol di circa il 2,8% e la mortalità per malattie cardiovascolari dell’1,2%.
Ridurre invece la spesa in altri settori, ad esempio la difesa, non ha un impatto tanto negativo sulla salute. “I programmi di welfare sociale e quelli per la salute – concludono gli autori – sono un fattore determinante per la salute futura della popolazione che bisogna prendere in considerazione nel dibattito economico”.
L’Unità 28.06.10