Tremonti è costretto a dire la verità: la manovra economica avrà una ripercussione negativa sull’economia. Sacrifici per tutti? No, a pagare saranno sempre gli stessi.
“Questa manovra è necessaria, senza si ha il collasso, il crollo”. Fino a qualche mese fa sembrava impossibile che il Ministro Tremonti potesse pronunciare queste parole. L’Italia non subiva la crisi, anzi era solo il Pd che lanciava allarmi catastrofici. Oggi il ministro della fantasia, con tono indispettito, è costretto ad ammettere l’emergenza.
Nei dati contenuti nella tabella consegnata dal Tesoro alla Commissione Bilancio del Senato è emerso chiaramente che la manovra voluta dal governo avrà un impatto depressivo sull’economia. Tremonti ha ribadito che “senza questa manovra oltre a non esserci la crescita non c’è più la struttura complessiva”. E finalmente, si è ricordato che il Belpaese ha il terzo debito pubblico al mondo e che i tagli saranno intoccabili.
Ma non solo. Il ministro ha invitato anche le Regioni ad aumentare i tagli, un po’ per spartire le colpe e per poter, un giorno, dichiarare: “le tasse e i tagli li hanno ordinati i governatori regionali, soprattutto quelli in mano al centrosinistra. Il governo di Berlusconi non ha mai messo le mani nelle tasche degli italiani”.
Incominciamo dal Nord. Ad esempio dal Trentino Alto Adige (non di sicuro dal Piemonte, Lombardia e Veneto, che strano), che dovrebbe dare in misura proporzionale alle sue disponibilità. Insomma “chi più ha, può dare di più”.
Nascondendosi dietro lo scudo dell’Unione, il ministro che criticava l’Europa e i suoi commissari fino a poco tempo fa, oggi afferma che la manovra è stata costruita in base al disegno europeo. Una manovra che nel triennio 2010-2012 porterà una riduzione del Pil pari allo 0,5%; un effetto negativo anche sui consumi dello 0,2% nel 2010 e dello 0,1% nel 2011 e nel 2012, nullo l’effetto sul 2013. Infine inciderà, ovviamente con il segno meno, anche sugli investimenti e sull’occupazione.
Il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha definito “molto negativo” l’incontro con Tremonti, Fitto e Calderoli. “La manovra – ha detto il governatore dell’Emilia Romagna – mette il federalismo fiscale in una condizione di non praticabilità”. Ironico Dellai, presidente della Provincia di Trento: “noi abbiamo già dato”.
Per Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni Economiche del Gruppo del Pd alla Camera,
“è gravissima l’ammissione da parte del Tesoro sugli effetti depressivi della manovra economica. Così rischiamo di dover affrontare a settembre una nuova manovra di almeno 6- 7 miliardi. I dati confermano che l’impostazione della manovra economica è sbagliata: il governo la smetta di nascondere la verità agli italiani e si confronti con la necessità di politiche di sviluppo serie ed equilibrate”.
Per Stefano Di Traglia, responsabile Comunicazione del Pd, “ieri in modo clamoroso lo stesso ministero guidato da Tremonti aveva definito depressiva la manovra. Oggi tocca alle importanti e autorevoli parole della Corte dei Conti sancire ciò che il partito Democratico ha sempre detto con forza dal primo giorno, e cioè che la manovra del governo non aiuta assolutamente il paese a crescere. Insomma, a un governo depressivo e deprimente non rimane che il prozac”
A.Dra
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