È sbagliato pensare che la manifestazione degli amministratori locali davanti al senato sia stata una semplice protesta contro i tagli del governo. È stato qualcosa di più profondo e di più serio.
È una battaglia per la dignità di chi è chiamato ogni giorno a confrontarsi con i problemi reali delle persone, delle famiglie, delle imprese. Il sindaco non è solo un amministratore della cosa pubblica: per la stragrande maggioranza dei cittadini è un amico, un confessore, una persona a cui chiedere un consiglio. Un’autorità politica e morale che dà sicurezza e accompagna la vita quotidiana dei cittadini. La crisi economica ha messo ancora più in risalto questa funzione.
Le imprese, le famiglie sentono lo stato sempre più lontano, distante non solo dal punto di vista del sostegno materiale, ma soprattutto da quello dei “sentimenti”. Questo governo considera i territori, gli amministratori degli stessi, dei cortigiani.
Non si spiegherebbe altrimenti questa pervicacia nel considerare gli enti locali luogo di sprechi da colpire con una manovra che ha suscitato l’ira di tutti in maniera bipartisan, di destra e di sinistra, anche di quelli che non sono abituati a protestare nonostante il grande danno che si sta producendo.
Quello che più mi rammarica è l’imbroglio politico che questo governo ha messo in atto. Aveva promesso risorse ai territori, federalismo responsabile, autonomia impositiva agli enti locali: ma ci troviamo invece con un centralismo rafforzato.
La spesa pubblica non è stata nemmeno sfiorata e in momenti in cui si chiede agli italiani di stringere al massimo la cinghia si nomina un ministro senza funzioni, con un aggravio di spesa di circa un milione di euro per le tasche degli italiani. Ma in quale altro paese europeo succede questo? Abbiamo l’obbligo di lavorare duramente per modificare profondamente l’impostazione di questa manovra, ma abbiamo un obbligo ancor più grande: ridare dignità al sistema territoriale e a quello delle autonomie locali, secondo principi di modernità ed efficienza. Per ritornare a crescere.
Europa Quotidiano 24.06.10