Giorno: 21 Giugno 2010

"Il popolo padano ha paura di non farcela, Bossi sulla difensiva", di Michele Brambilla

Doveva essere la madre di tutte le adunate di Pontida. La ventesima. Quella della celebrazione del trionfo elettorale. Ma ieri Bossi è apparso stanco. Anzi ancor di più: è apparso dimesso. Ha dato l’impressione di giocare in difesa. E difesa non dagli attacchi dei nemici della Lega, ma dai mugugni del suo stesso popolo, che appare un po’ stufo di aspettare. Proprio qui a Pontida vent’anni fa Bossi aveva promesso il federalismo e ieri la sua gente è come se gli avesse chiesto: e alura? Non è che ci sia stata contestazione, affatto. Giammai: Bossi non lo si discute, lo si venera. Ma era palpabile la sensazione che il popolo padano pensa questo: che un percorso sia ormai compiuto, e che sia giunto il momento di raccogliere il sospirato frutto, l’indipendenza del Nord. La percezione è che o adesso o mai più. Basta pazientare con gli alleati. E’ la terza volta che la Lega è al governo, mancano tre anni alla fine della legislatura e ancora il federalismo non c’è. «C’è, c’è», ha rassicurato Bossi, …

"Privacy e criminalità", di Alberto D'Argenio

Non solo Quirinale e Consulta. La legge-bavaglio dovrà passare anche lo scrupoloso esame sul rispetto della libertà di stampa da parte della Commissione Ue, l´unico organismo sovranazionale in grado di imporre cambiamenti alle leggi approvate dai governi. «Quando sarà approvata analizzeremo a fondo il ddl tenendo presente che la Commissione difende sempre la libertà dei media e di informazione che sono valori fondamentali per l´Ue», spiega il responsabile europeo alla Giustizia, la lussemburghese Viviane Reding. Che poi sull´equilibrio tra privacy, diritto di cronaca e dovere di indagine degli inquirenti risponde che serve «un bilanciamento» adeguato tra queste tre esigenze. Commissario Reding, il Parlamento italiano sta discutendo il ddl fortemente voluto dal premier Berlusconi che prevede il divieto della pubblicazione delle intercettazioni e limita quello dei verbali. Bruxelles sta seguendo questo dossier? «Naturalmente. La Commissione è al corrente dell´importanza delle questioni e delle discussioni in corso in Italia. Al momento il ddl non è ancora stato approvato dal legislatore e di regola nel rispetto del Parlamento non ci esprimiamo su progetti di legge. È però chiaro …

"Mediocrità azzurra specchio del Paese", di Massimo Gramellini

Fra coloro che ieri davanti alla tv imputavano a Marcello Lippi di aver assemblato la sua mestissima Nazionale privilegiando i sudditi ai condottieri c’erano molti italiani che nella vita di tutti i giorni purtroppo si comportano allo stesso modo. Dirigenti d’azienda, titolari di negozi e responsabili di «risorse umane» che sul lavoro privilegiano la fedeltà al talento, l’affidabilità all’estro e il passo del pedone alla mossa del cavallo. Intervistati, risponderebbero anche loro come Lippi: «Non abbiamo lasciato a casa nessun fenomeno». Ma è una bugia autoassolutoria che accomuna quasi tutti coloro che in Italia gestiscono uno spicchio di potere e lo usano per segare qualsiasi albero possa fargli ombra: è così rassicurante passeggiare splendidi e solitari in mezzo ai cespugli, lodandone l’ordine perfetto e la silente graziosità. L’abbattimento di ogni personalità dissonante viene chiamato «spirito di squadra».Maè zerbinocrazia. Tutti proni al servizio del capo, è così che si vince. Eppure la storia insegna che il capo viene tradito dai mediocri, mai dai talenti. I quali sono più difficili da gestire, ma se motivati nel modo …

"Il 730 straniero vale 40 miliardi", Francesca Padula

Nell’anno dello scoppio della crisi hanno dichiarato in media poco meno di 13mila euro. Rappresentavano il 7,8% dei contribuenti totali in Italia e producevano il 5,2% dei redditi complessivi. E ancora: nove su dieci nel 2008 erano lavoratori dipendenti(o pensionati), concentrati nelle aree settentrionali – dove guadagnavano di più – e quasi la metà dichiarava meno di 10mila euro. In tutto hanno certificato redditi per oltre 40 miliardi di euro. È la fotografia del rapporto tra i cittadini nati all’estero (in tutto 3.242.304) e il fisco italiano scattata dalla Fondazione Leone Moressa di Mestre, su dati del ministero dell’Economia, che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare. «Nella compilazione della dichiarazione dei redditi – precisa la Fondazione – non viene richiesta la cittadinanza. Per cui i soggetti in questione sono sì nati all’estero, ma non necessariamente si tratta di stranieri (comunitari ed extra-Ue)». Quella che emerge è l’istantanea di un’Italia a due velocità. Da un lato, nel confronto tra il totale dei contribuenti e l’universo degli stranieri: nello stesso anno i contribuenti in …