"Ma un iter concordato farebbe comodo al premier", di Marcello Sorgi
L’entrata in scena di Umberto Bossi sul terreno accidentato della legge sulle intercettazioni inaugura la fase due della strategia dell’accerchiamento di Fini e il tentativo di rimettere insieme i cocci della maggioranza, a partire dai due estremi. Il Senatur e il Presidente della Camera, si sa, non si sono mai amati. La loro è da molti anni una convivenza forzata all’interno del centrodestra. Una delle ragioni per cui Fini ha rotto con Berlusconi è che considera l’alleanza del Pdl con la Lega sbilanciata verso quest’ultima, e la consuetudine dei pranzi settimanali ad Arcore tra il Cavaliere e la delegazione del Carroccio una plateale dimostrazione della disparità tra i membri dell’alleanza. A quegli incontri, infatti, Fini non è mai stato ammesso. E il tentativo di riequilibrare i rapporti istituendo un altro parallelo incontro settimanale tra il presidente del consiglio e il presidente della Camera, dopo un paio di tentativi, s’è rivelato fallimentare e ha dato luogo a litigate memorabili, alternate da lunghi periodi di mancata frequentazione. Mentre appunto i finiani – in testa la solforosa presidente …