"Da 'cuore' alle riforme la scuola del paese", di Paolo Mauri
Una storia fatta di insegnanti malpagati, ma anche di successi, come la media unificata o la nuova elementare. E poi di promesse di cambiamenti. Molto alla buona si potrebbe dividere la storia della scuola italiana, a partire dall´Unità, in due parti: nella prima, lunga più di cent´anni, i maestri picchiavano gli allievi, li castigavano nei modi più svariati, tenendoli in ginocchio per ore, o si sfogavano con verghe su teste e mani. Certi metodi non sarebbero mancati nemmeno nelle scuole dei gesuiti o in altri istituti religiosi, come le cronache hanno testimoniato in questi giorni. La seconda parte, ormai lunga mezzo secolo, è quella in cui le botte, vere o metaforiche, le hanno prese gli insegnanti: diciamo a partire dal Sessantotto o comunque dalla messa in stato di accusa della scuola tradizionale ad opera non solo del movimento studentesco, ma anche di personaggi come don Milani, che con la sua Lettera ad una professoressa (1967) diventava di fatto un capostipite rivoluzionario. Questa scorciatoia un po´ paradossale, ma non troppo, mi è venuta in mente leggendo …