Conti pubblici che vanno sempre peggio, con il debito che supera i 1.812 miliardi di euro, record mai raggiunto, mentre i soldi incassati dal fisco calano.
E’ chiaro che serve una manovra correttiva, peccato che se ci troveremo a pagare è per gli errori del governo Berlusconi che in due anni ha fatto crescere la spesa corrente e ha rinunciato a combattere l’evasione fiscale. E ora l’errore più grande è l’impostazione della nuova manovra, squilibrata su tagli indistinti che si tramutano in meno servizi, meno fondi a regioni,province, comuni ed un conto salatissimo per i cittadini.
Secondo i dati contenuti nel bollettino delle entrate tributarie diffuso dal Dipartimento delle politiche fiscali, nei primi quattro mesi del 2010 le entrate tributarie sono state pari a 108,8 miliardi di euro, in calo di 1,3 miliardi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-1,2%).
E nel solo mese di aprile le entrate si sono attestate a 25,122 miliardi, in calo di circa il 2,5% rispetto ai 25,771 miliardi di aprile 2009.
E’ assurdo, ma il vicepresidente vicario dei deputati del Pd, Michele Ventura, deve rilevare come “nel giorno in cui i dati che arrivano da Bankitalia ripetono che gli indicatori di finanza pubblica italiana non sono affatto positivi, Frattini annuncia che l’Italia è pronta a negare il suo consenso all’intero documento di strategia contro la crisi, giovedì al vertice Ue, se non ci sarà un riferimento al debito aggregato. L’esecutivo – ammonisce – si assuma la responsabilità di aver condotto una politica economica sbagliata e non cerchi nelle virtù delle famiglie e delle imprese italiane meriti che non ha”.
E i virtuosi vengono bastonati. Che cosa vuol dire avere 1.812,790 miliardi di euro di debito? Adusbef e Federconsumatori denunciano che il record del debito pubblico pesa per 30.200 euro sulle spalle di ognuno dei 60 milioni di residenti e per 82.400 euro sulle spalle di ogni famiglia.
Commentando i dati diffusi da Bankitalia le associazioni parlano di “una mina vagante destinata a crescere, sia per la crisi economica prodotta dai bankster e dagli oligarchi che difendono le loro rendite con le unghie e con i denti senza mai pagare il conto, che per le politiche economiche del centrodestra, che non hanno messo in campo alcuna misura per una sua riduzione”.
Invece il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ha la faccia tosta di dire che il dato sul debito ”non preoccupa, è inerziale. E la manovra è fatta proprio per questa inerzialità” ha commentato il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, a margine di un convegno sulla manovra. ”E’ chiaro – sottolinea il ministro – che con i periodi di crisi salgono le spese per il welfare e quindi queste vanno ad appesantire il debito. L’indice da tenere sotto controllo – aggiunge Brunetta – è il deficit. Bisogna controllare e tornare a fare avanzo primario”.
Ma invece è proprio inerziale l’aggettivo che più si adatta al salasso da 24 miliardi del governo.
Il documento di analisi della manovra del PD, che presenta anche le proposte che saranno al centro della manifestazione del 19 giugno a Roma è chiaro: “Va ricordato che il Governo Berlusconi, a maggio 2008, ha ereditato un quadro di finanza pubblica ricondotto su binari di sostenibilità, dopo il deragliamento causato dal Ministro Tremonti nel periodo 2001-2006. Infatti, il Governo Prodi a maggio 2006 trovò una procedura di infrazione aperta dalla Commissione Europea per deficit eccessivo e un debito pubblico in risalita dopo 13 anni di calo. Dopo due anni, il centrosinistra consegnò al Governo Berlusconi-Tremonti un bilancio pubblico con un saldo primario strutturale al 2% ed un debito ricondotto in discesa. La forza del risanamento avviato è documentata dal risultato di indebitamento 2008: nonostante la contrazione dell’economia (-1%), l’assenza di interventi correttivi in corso d’anno e l’abbandono della lotta all’evasione, il deficit 2008 si è fermato al 2,7% del Pil”.
Poi cosa hanno fatto per due anni di fila? Il documento lo ricorda:
a. l’eliminazione delle misure di contrasto all’evasione fiscale introdotte dal Governo Prodi e il dimezzamento delle sanzioni per l’evasione accertata;
b. il “salvataggio” dell’italianità di Alitalia;
c. la completa eliminazione dell’Ici sulla prima casa per i nuclei familiari a reddito e patrimonio più elevato;
d. gli incentivi fiscali al lavoro straordinario quando già; incominciava a moltiplicarsi il ricorso alla Cassa Integrazione;
e. la riduzione delle compensazioni fiscali alle banche per le perdite su crediti inesigibili in una fase segnata dalla contrazione dell’offerta di liquidità alle piccole imprese
In sintesi, la manovra presentata dal Governo Berlusconi-Tremonti non ha il fine di migliorare gli obiettivi di deficit e debito pubblico in risposta alle turbolenze europee ed internazionali e non tiene conto neanche del fatto che il quadro macroeconomico è peggiore di quello ipotizzato nella Nota di Aggiornamento al Programma di Stabilità e Crescita inviato a Bruxelles a gennaio 2010.
La Relazione Unificata per l’Economia e la Finanza Pubblica, del 6 maggio 2010, afferma in modo chiaro che “gli obiettivi programmatici di indebitamento netto restano fermi al 3,9% del Pil per il 2011 e al 2,7% per il 2012 …. il mantenimento degli obiettivi individua una manovra correttiva sul saldo primario pari, in termini cumulati, a circa 1,6 punti percentuali di Pil nel biennio 2011-2012”.
Obiettivi fermi, sacrifici sempre maggiori, senza il coraggio di ammettere gli errori. L’aumento del debito pubblico è la dimostrazione del fallimento delle politiche economiche del governo e della linea di Tremonti. Non basta che decine di migliaia di operai, insegnati, impiegati pubblici, ricercatori e studenti si mobilitano in tutta Italia contro i tagli e le disattenzioni del governo. Il PD sabato sarà al Palalottomatica anche per loro.
Intanto con i dati della Banca d’Italia ecco che dopo il danno arriva la beffa: il governo che nega i finanziamenti agli enti locali, che attacca le tutele del lavoro e che fa carta straccia addirittura della scuola pubblica, si dimostra ultra fallimentare sulle politiche di bilancio e sulle politiche fiscali. E peggiora la situazione con una manovra sbagliata.
Marco Laudonio
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