"La rabbia dell'Ispesl: soppressi e censurati", di Roberto Ciccarelli
La rimozione dell’appello contro la chiusura dell’Istituto per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (Ispesl) dal sito ufficiale dell’ente ha lasciato tra i ricercatori più di una preoccupazione. Quelli che ieri in Piazza del Popolo attendevano l’arrivo del corteo della Cgil si sentivano «soppressi e censurati». Altri ragionavano sul fatto che se fino all’8 giugno l’appello ha raccolto quasi diecimila firme, allora la soppressione di questo ente ha prodotto qualche effetto. Da qualche ora l’appello in questione può essere comunque sottoscritto sul sito ispesl.altervista.org. Unica in Europa, a parte la Svezia, l’Italia ha deciso di privarsi di un ente autonomo di ricerca commissariato da due anni perché in attesa della nomina del nuovo presidente. Il clamore di questa decisione è almeno pari all’irrisorietà del risparmio previsto. Secondo la relazione tecnica che accompagna la manovra finanziaria si tratterebbe di 426.248 euro, a fronte dei costi per la mancanza prevenzione sui luoghi di lavoro che ammontano al 3 per cento del Pil. «C’era da aspettarselo», ha detto qualcuno a mezza voce. Negli ultimi mesi in molti …