Per quanto riguarda la scuola, la manovra prevede tre interventi:
1) il blocco degli automatismi stipendiali, attraverso una sospensione della maturazione della anzianità necessaria alla posizione economica superiore (maturabile in sei anni). Viene stimato che questo intervento possa produrre un risparmio di circa 320 milioni di euro annui, a decrescere nell’arco dei prossimi decenni.
2) il blocco della tornata contrattuale per il triennio 2010-12, come per gli altri comparti della pubblica amministrazione, ed il trasferimento delle stesse risorse al ripianamento della situazione debitoria delle scuole e al finanziamento delle supplenze brevi. Tuttavia questo intervento è particolarmente doloroso per il settore, in quanto le risorse per la “promozione degli insegnanti meritevoli” (così il Ministro dell’Istruzione aveva annunciato in merito alla destinazione di queste risorse) erano state già accumulate (nell’ordine di un 1.400.000 euro) grazie alla “restituzione” al settore di un terzo dei risparmi attuati attraverso i tagli di organico previsti dalla finanziaria per il 2008 (articolo 64, comma 9, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133). Si configurerebbe insomma un “tradimento” nei confronti del personale della scuola: prima viene richiesto loro di accettare una riduzione degli organici di circa il 10% della dotazione, con il conseguente aumento dei carichi di lavoro e i disagi connessi alla difficoltà di far fronte alle carenze con supplenti, in cambio della promessa di maggiori risorse stipendiali per gli insegnanti più virtuosi. Successivamente si stornano le stesse risorse a coprire i maggiori costi creati dalla riduzione degli organici, a fronte della mancata copertura ministeriale dei debiti delle scuole (situazione che ha indotto molti dirigenti scolastici a rivolgersi alle famiglie con varie modalità, chiedendo di contribuire alla copertura dei costi stessi). Questo intervento non ha ovviamente impatto in termini di risorse risparmiate, in quanto si tratta di riallocazione di fondi.
3) la manovra interviene infine su un punto controverso relativo alle dotazioni di organico di insegnanti di sostegno. Attualmente la definizione di disabilità, del grado di intensità della stessa e il numero di ore di sostegno scolastico necessario per ciascun alunno è demandato alle ASL, mentre compete alle direzioni scolastiche regionali individuare le risorse necessarie per fronteggiare queste esigenze. La mancanza di norme nazionali di riferimento sulla disabilità, accompagnate dall’assenza di vincoli di bilancio da parte delle ASL in riferimento alle dotazioni di organico di un altro comparto, ha creato una situazione di forte squilibrio territoriale sia nell’intensità della presenza di disabili (nell’ultima pubblicazione reperibile sul sito del Ministero dell’Istruzione. La tabella (riferita all’organico di diritto per il 2009-10) mostra come l’incidenza dei disabili (che dovrebbe essere quasi uniforme sul territorio nazionale) e la loro gravità (approssimata dal rapporto tra alunni disabili e insegnanti di sostegno) sia notevolmente variabile tra regioni, a riprova di un certo grado di arbitrarietà nell’individuazione dei casi e nella attribuzione di risorse. La norma prevista dal comma 5 dell’art.10 prevede l’obbligo delle commissioni delle ASL di attenersi ad una codifica delle disabilità definita internazionalmente, con la conseguente responsabilità pecuniaria in caso di errata classificazione. Tale norma dovrebbe produrre, nelle intenzioni del legislatore, un uso più responsabile dell’utilizzo del sostegno scolastico da parte di ASL e direzioni regionali. Il risparmio realizzabile con questo intervento non viene quantificato nella relazione tecnica, in quanto si ritiene che possa aiutare a conseguire l’obiettivo delle riduzioni d’organico già previsti nella finanziaria per il 2008.
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