"Questa è Raiset, Masi se ne vada", di Paolo Gentiloni
Così in basso non era mai precipitata, la Rai. L’altro ieri la Commissione di vigilanza che decide di far mettere i compensi di dipendenti e ospiti nei titoli di coda, trasformando in una gogna (o più probabilmente in una farsa) una giusta esigenza di trasparenza risolvibile in molti altri modi. Ieri il governo che approva l’idea di Calderoli di tagliare sia i compensi per artisti e conduttori di grido, facendo un clamoroso regalo all’unica concorrenza di Mediaset, sia il monte stipendi dei dipendenti, cancellando qualsiasi parvenza di autonomia aziendale. E il vertice Rai che intanto subisce e tace, alle prese con l’affannoso tentativo di esaudire altri ordini esterni, quelli sulle nomine e la cancellazione dei programmi scomodi. Ricordo che qualche anno fa il presidente Petruccioli aveva paragonato la Rai alla Ciociara, oggetto di raccapricciante violenza (si riferiva alle ingerenze della politica) ma comunque in grado di risollevarsi e riprendere la propria strada. Oggi non è più così: la Rai di Mauro Masi è diventata uno scendiletto. E rischia di non risollevarsi. E pensare che la …