Un fendente che taglia circa 3,5 miliardi di euro nel trasporto locale in Italia. Se la percentuale della riduzione secca dei trasferimenti alle Regioni verrà confermata e andrà ad alleggerire le risorse destinate a bus, metro e ferrovie locali, già dai prossimi mesi si vedranno i primi effetti negativi. La seconda parte del 2010 e il 2011 saranno lacrime e sangue, soprattutto per pendolari e studenti che rischiano di vedere scomparire fino ad un quarto dei servizi di trasporto oggi esistenti su strade e ferrovie.
Gli studenti di alcune regioni, come la Puglia, saranno forse costretti a rinunciare al contributo che li aiuta a contenere i costi degli abbonamenti. Di sicuro i passeggeri dei convogli regionali di gran parte dello Stivale dovranno fare a meno dei (promessi) treni che dovevano andare a rinforzare il parco dei mezzi riservati ai pendolari e migliorare la qualità del viaggio. In molti altri casi saranno orari, corse, mezzi, il cosiddetto parco rotabile, a dover subire le modifiche più significative e dannose per chi prende i mezzi pubblici. Con la riduzione della frequenza nei passaggi dei pullman che collegano più province o di autobus e metropolitane nei comuni.
La scure che sta per abbattersi sugli Enti locali, però, non colpirà tutti allo stesso modo. Lombardia (e Milano) il Lazio (e Roma), la Puglia, la Campania (e Napoli) in particolare soffriranno una diminuzione pesantissima, con fondi bloccati e rinnovamento del parco macchine rinviato sine die. Nel caso della Sicilia, potrebbero materializzarsi degli aggiustamenti sui prezzi dei biglietti in alcuni capoluoghi e sarà più difficoltoso raggiungere l’entroterra utilizzando le ferrovie. La Campania dovrà fare a meno di circa 420 milioni di euro tra 2011 e 2012 solo per il trasporto pubblico.
La Liguria, per contro, subirà minori tagli rispetto ad altre Regioni meno fortunate. Tra queste la tartassata Toscana, che dei 500 milioni trasferiti fino ad oggi da Roma per il Tpl ne vedrà arrivare solo 300 dopo un taglio di 200 milioni. Un blocco pari al 40% del totale. A rischio anche gli attuali livelli tariffari. In Emilia Romagna, infine, la riduzione dei trasferimenti è prossima ad un quarto rispetto ad oggi.
La Repubblica 10.06.10