Ancora in alto mare l’iter legislativo dell’ennesima legge ad personam mascherata proposta dalla maggioranza. Per il Pd l’impianto di questa legge andrebbe completamente ripensato
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Il governo sempre più nel marasma. Neanche l’ostinatezza con cui Berlusconi cerca di portare avanti le leggi ad personam riesce a completare l’iter del ddl Intercettazioni. Dopo le critiche del Pd e quelle del Presidente della Camera, Gianfranco Fini, la Pdl ha deciso di presentare ulteriori emendamenti al disegno di legge all’esame del Senato. Le modifiche dovranno rendere più chiare le norme relative alla durata (i 75 giorni), alla norma transitoria (la validità degli atti compiuti prima dell’entrata in vigore del nuovo provvedimento), alla norma cosiddetta ‘Radio Radicale’ (sulla ripresa audio video dei processi) e alla ricusazione automatica del pubblico ministero che si ritiene responsabile di rivelazioni di segreti d’ufficio.
L’ennesimo colpo di scena, o più propriamente, frenata si è avuta dopo una riunione tra il ministro della Giustizia Angelino Alfano, il presidente del gruppo parlamentare al Senato Maurizio Gasparri, il presidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama Filippo Berselli e il relatore del provvedimento Roberto Centaro.
In attesa di avere certezze sugli emendamenti al testo, il governo potrebbe prorogare la durata limite dei 75 giorni, su richiesta esplicita del magistrato e qualora la situazione contingente lo richiedesse.
Inoltre la norma transitoria prevista nel ddl non avrebbe valore retroattivo, non inficiando le intercettazioni fatte prima dell’entrata in vigore della legge.
Probabile anche una clamorosa retromarcia sul segreto di Stato opponibile dalla Presidenza del Consiglio per le comunicazioni inerenti i servizi segreti e gli 007.
“L’emendamento presentato dal governo sulle intercettazioni effettuate su utenze appartenenti ai servizi di sicurezza è oggettivamente, sia pure in modo parziale, migliorativo del testo precedente proposto e votato dalla maggioranza”. Questo è stato il primo commento di Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, alle ulteriori modifiche al ddl Intercettazioni.
“La nuova versione – ha continuato la Finocchiaro – limita, se pur in modo impreciso, la opponibilità del segreto di Stato. Ma questo non giustifica, a nostro parere, la permanenza di questa norma relativa al segreto di Stato, cioè a una materia delicatissima che va eventualmente approfondita in altra sede e in altro contesto, nel provvedimento riguardante le intercettazioni. Per questa ragione chiediamo l’eliminazione dell’emendamento da questo testo in qualsiasi stesura”.
Per Andrea Orlando, presidente del Forum Giustizia del Pd, “L’impianto di questa legge andrebbe completamente ripensato. Detto questo, le proposte che sembrano uscire dal vertice del Pdl affrontano alcuni dei punti da noi indicati come critici. Ora devono diventare emendamenti. Aspettiamo di leggerli per dire se vanno nella direzione giusta. E’ già accaduto in questa vicenda, infatti, che modifiche che avrebbero dovuto migliorare la situazione, hanno poi finito per aggravarla”.
“La proposta del collega Briguglio è pienamente condivisibile. Sarebbe utile e positivo se il sottosegretario Letta riferisse al Copasir le ragioni alla base della scelta del governo di presentare l’emendamento sulle intercettazioni degli agenti dei servizi”. E’ quanto afferma il senatore del Pd, Achille Passoni, componente del Copasir, a proposito dell’iniziativa del vice presidente dei deputati del Pdl Carmelo Briguglio. “E’ il comitato, infatti – ha sottolineato Passoni- la sede più idonea per un dialogo tra maggioranza e opposizione su un tema tanto delicato che va necessariamente discusso nell’ambito di una riflessione più generale da fare sulla legge 124”.
di A.Dra da www.partitodemocratico.it