Botta e risposta tra Finie Schifani. Migliavacca: “E per fortuna dovevano essere il partito dell’amore”. Sulle intercettazioni Fini attacca Schifani,che replica, Fini rireplicae e Bondi e Quagliarello lo attaccano. Scene di un ordinario pomeriggio della maggioranza che coinvolgono però la seconda e la terza carica dello Stato… L’Aula del Senato affronta l’esame del ddl intercettazioni, il presidente della Camera Gianfranco Fini, attacca il provvedimento: “Ho dubbi sul testo al Senato del ddl sulle intercettazioni, è opportuno che il Parlamento rifletta ancora su questo testo»” Fini cita in particolare la norma transitoria (una modifica che rende applicabile il nuovo giro di vite anche ai procedimenti in corso)in contrasto con il principio di ragionevolezza: “Mi inquieta un po’ anche il limite di tempo. Io non so se i 75 giorni sono un numero giusto o sbagliato: ma se si capisce che il giorno successivo al 75esimo accade qualcosa non si può continuare?”». Per il presidente della Camera “nn si può perciò usare la mannaia”.
“Il ruolo del presidente del Senato è un ruolo di garanzia dei diritti della maggioranza e dell’opposizione. È un dovere di terzietà. Io non mi sognerei mai di dare giudizi politici o di merito su provvedimenti all’esame dell’altro ramo del Parlamento” è il duro commento del presidente del Senato Schifani, che sceglie di replicare con una dichiarazione ai giornalisti nel transatlantico di Palazzo Madama. “Da quando sono presidente del Senato – spiega scuro in volto – non mi sono mai occupato di dare valutazioni politiche nel merito di argomenti all’esame di questo ramo del Parlamento che pure presiedo”. A breve la contro-replica di Fini: “Rispetto totale per l’autonomia del Senato. Il presidente Schifani non può però fingere di non sapere che prima di presiedere la Camera ho contribuito a fondare il Pdl, di cui anch’egli è espressione. Sulle questioni relative alla legalità e all’unità nazionale non ho intenzione di desistere dallo svolgere un ruolo politico”.
Maurizio Migliavacca, coordinatore della segreteria del Pd, attacca: “Sulle intercettazioni siamo ormai nella maggioranza al tutti contro tutti. La confusione è al massimo: un provvedimento sbagliato, che limita le possibilità di indagine sulla criminalità e che mette il bavaglio all’informazione, viene spinto a forza malgrado che anche nella maggioranza le posizioni critiche stiano facendosi sentire. Nella maggioranza al posto di prendere atto delle proteste e delle divisioni e di fare un passo indietro si è imboccata la strada del litigio: e per fortuna che dovevano essere il partito dell’amore”.
Sandro Bondi, che da ministro attacca la maggioranza contor i tatgli alla cultura, da cooridnatore del PDL invece attacca ilc ofondatore del suo partito: ”
Mi chiedo non se sia corretto ma se sia utile e ragionevole che il presidente della Camera esprima un giudizio politico nel merito di un provvedimento nel mentre lo si sta discutendo nell’Aula del Senato”. Per Gaetano Quagliariello, vicepresidente dei senatori Pdl, “Fini ha tutti gli strumenti per superare il conflitto d’interessi che deriva dal suo doppio ruolo di presidente della Camera e capo di una minoranza interna al Pdl”.
Intanto i senatori del PD fanno appello alla maggioranza per modificare il testo. Altrimenti, l’ostruzionismo sarà inevitabile.
www.partitodemocratico.it