Mese: Maggio 2010

"Lavoro, diritti e democrazia", di Nadia Urbinati

Gli antichi consideravano la democrazia il governo dei poveri. Esiste democrazia, si legge nella Politica di Aristotele, quando il potere supremo dello stato è nelle mani della moltitudine che è fatta di poveri, sempre più numerosi dei ricchi, i quali vogliono governi oligarchici. Ma per noi moderni la democrazia è governo di tutti perché governo di una società di individui che si prendono cura direttamente di se stessi, non vivendo né sulle spalle di famiglie aristocratiche né su quelle degli schiavi. I moderni hanno adattato la democrazia alla società di mercato, la quale ha bisogno di una moltitudine non di poveri ma di consumatori, di gente cioè né troppo ricca né troppo povera; essi hanno promosso una trasformazione fondamentale dalla quale si deve far cominciare la storia della cittadinanza democratica: la fine del lavoro servo e schiavo. Per questa ragione, tutte le democrazie moderne sono fondate sul lavoro, anche quelle che non lo scrivono nella loro costituzione. Lavoro, eguaglianza politica e di rispetto, libertà individuale sono intimamente connessi. E alla loro base vi è l´idea …

"L'inquietudine che non finisce", di Mario Calabresi

Lo spettacolo pomeridiano del Minskoff Theatre è cominciato regolarmente alle tre del pomeriggio. Le famiglie di turisti che avevano pagato 214 dollari a testa per vedere il Re Leone dalle prime file sotto il palco hanno solo fatto più fatica per entrare. Una folla di curiosi si faceva fotografare all’incrocio tra la 45ª Strada e Broadway. Da sabato sera sulle guide dei tour organizzati per Manhattan c’è un altro luogo dove bisogna essere stati, vi è già spuntata una bancarella con magliette «I love NY» e bandierine a stelle e strisce. Ora è il momento di farsi immortalare nel punto esatto dove New York avrebbe potuto trasformarsi in Baghdad. Sono gli stessi turisti che con la linea 1 della metropolitana si spostano da Sud, da quel che resta di Ground Zero – che finalmente non è più un buco ma vede crescere l’erede delle Torri Gemelle – a Nord, all’ingresso dell’elegante Dakota, il condominio di fronte a Central Park, dove trent’anni fa venne assassinato John Lennon. Due portieri in livrea ancora ieri mattina si affannavano …

Gelmini: “A casa dopo il parto? Un privilegio”. E fioccano le proteste

Il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, è stato di parola: a poco più di una settimana dal parto, la neo-mamma è tornata a rivestire in pieno la sua veste di responsabile del Miur. E anche a consigliare di fare altrettanto a tutte le donne: in un’intervista al settimanale “Io Donna”, in edicola il primo maggio, ha detto che la “la gravidanza è una cosa unica, è proprio come dicono. Uno stato di beatitudine che dà una forza incredibile, che non conoscevo. Ti senti più forte di prima. Anch’io, come la D’Amico, ho più facilità di altre donne a tornare subito a lavorare senza trascurare mia figlia. Ma non vuol dire non essere una buona mamma, dovrebbero farlo tutte”. Alla domanda “Però le donne normali che lavorano dopo il parto sono costrette a stare a casa” ha poi riposto: “Lo giudico un privilegio”. Per poi specificare: “so che è complicato conciliare il lavoro con la maternità, ma penso che siano poche quelle che possono davvero permettersi di stare a casa per mesi. Bisogna accettare di fare sacrifici”. …

Sorpresa, i professori sono felici, "Noi, orgogliosi di stare in cattedra", di Michele Smargiassi

Docenti recidivi. Stressati ma non pentiti. Orgogliosi e appagati da un mestiere malpagato e incompreso, più di otto su dieci lo sceglierebbero di nuovo.Gli insegnanti italiani resistono sulla tolda della cattedra, al timone di una scuola in affanno, alla guida di ciurme turbolente, ma tutto sommato ottimisti, convinti che la loro microsocietà sia meno scalcinata di come i media la dipingono. E forse lo è, vista la sincerità con cui, alle domande della terza indagine Iard sulle condizioni di vita e di lavoro nella scuola italiana, edita dal Mulino, ammettono anche limiti, incertezze e malumori. C´è vita nella scuola; bene, perché quest´esercito di ottocentomila pedagoghi è pur sempre il più potente intellettuale collettivo del nostro paese. Un patrimonio che, scoprono i curatori dell´indagine, Alessandro Cavalli e Gianluca Argentin, non sembra troppo logorato. A dispetto di tutto. Vent´anni dopo la prima rilevazione, infatti, l´identikit del docente italiano resta problematico: la classe insegnante più vecchia del continente (alle medie il 70% ha più di cinquant´anni), la carriera più accidentata (fino a 9 anni per entrare in ruolo), …

«Petizione contro l'aumento degli alunni per classe», di Ioannis Lioumis

Diritti e obblighi nell’individuazione dei criteri per la formazione delle classi. In questi giorni i Consigli d’Istituto delle scuole si stanno riunendo per discutere, tra le altre cose, anche dei criteri per la formazione delle classi. Per effettuare tutti i tagli previsti dall’art. 64 della legge 133, le classi previste saranno composte di un numero molto alto di allievi. Alle superiori, le classi iniziali devono avere un numero minimo di 27 alunni e poi i resti vengono distribuiti fino a 30, ma in sede di organico di fatto si potrà pure arrivare a 33. Sono numeri che peggioreranno la qualità del servizio e faranno andare le aule scolastiche ed i laboratori fuori norma: – sia in riferimento agli indici minimi di funzionalità didattica (D.M. 18 dicembre 1975 – Norme tecniche per l’edilizia Scolastica che stabilisce i parametri spaziali minimi a disposizione di ogni persona presente nei locali scolastici (1,80 metri quadri netti per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I grado; 1,96 metri quadri netti per le scuole secondarie di II grado)), – sia …

"Il referundum per l'acqua pubblica", di Franco Osculati

Secondo la terminologia degli economisti, l’acqua nel bicchiere che abbiamo davanti al piatto è un bene privato (rivale ed escludibile). Secondo la “Legge Galli” (36/1994) “Tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche (mia sottolineatura) e costituiscono una risorsa che è salvaguardata ed utilizzata secondo criteri di solidarietà” (art. 1, c. 1). Secondo i proponenti del referendum, per tutti il “Forum italiano dei movimenti per l’acqua”, l’acqua è un bene pubblico (non rivale e non escludibile) o, secondo altre versioni, un bene comune (o collettivo, che secondo il gergo economico, in questo caso meno consolidato, sarebbe un bene non rivale ma escludibile). 1. Prima di giungere in tavola, l’acqua scorre lungo un percorso più o meno lungo (captazione, filtrazione, pompaggio) e, una volta apparecchiata, ancora deve fluire attraverso il convogliamento dei reflui e la depurazione. Dunque, l’acqua, intesa come H2O, in sé è poca cosa. Conta soprattutto il servizio. Questo, mi sembra, è il primo e sostanzioso punto a sostegno del referendum che sottolinea la Relazione introduttiva ai quesiti referendari …