Mese: Maggio 2010

"Ancora un decreto fantasma sugli organici: attacco al tempo pieno nella scuola primaria ma i conti non tornano neppure nelle superiori", di Osvaldo Roman

Con la Circolare ministeriale n. 37 del 13 aprile 2010, a tutt’oggi ancora non disponibile sul sito internet del MIUR, dovrebbe essere stato inviato agli Uffici periferici dell’Amministrazione scolastica lo schema di decreto interministeriale concernente la determinazione degli organici del personale docente per l’anno scolastico 2010-2011. Sulla base del predetto schema di Decreto, non ancora esistente in quanto non registrato dalla Corte dei Conti e non pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale, come già accaduto nello scorso anno scolastico in questi giorni si stanno definendo oltre 10mila decreti regionali, provinciali, e scolastici di fatto privi di valore giuridico in quanto emanati in assenza dell’atto fondamentale che riguarda la definizione dell’organico nazionale. Tale anomala situazione rischia di ripetere uno scenario già verificatosi per la definizione degli organici dell’anno scolastico 2009-2010. Infatti il TAR del Lazio reclama ancora, da quasi un anno, la pubblicazione del relativo Decreto interministeriale ritenendosi impossibilitato a decidere sul richiesto annullamento di un atto che, pur non esistendo giuridicamente, ha tuttavia causato la soppressione di 42 mila posti e il licenziamento di alcune decine di …

"Il lavoro secondo Berlusconi", di Cesare Damiano

Il lavoro sotto attacco. È l’allarme rimbalzato da più parti durante le celebrazioni, appena concluse, di questo Primo Maggio 2010. La crisi economica ha già cancellato 700mila posti di lavoro. Altre centinaia di migliaia spariranno quest’anno e la ripresa, quando arriverà, non produrrà alcun beneficio sul piano occupazionale ancora per molto tempo. Tra i disoccupati aumenta la quota di quanti sono in cerca di un impiego da almeno dodici mesi. Significa che decine di migliaia di persone hanno già esaurito, o stanno per esaurire, il periodo coperto dall’indennità di disoccupazione e si ritroveranno senza tutele. Una situazione drammatica, aggravata dall’azione del governo Berlusconi. Il centrodestra, a parole, continua a promettere interventi di sostegno a quanti si trovano in difficoltà; nel concreto cerca di cogliere l’occasione offerta dalla crisi, e dall’oggettiva debolezza dei lavoratori, per rendere il lavoro ancor più flessibile e precario, per ridurre le tutele e mettere nell’angolo – dividendolo – il sindacato. Sono i fatti a parlare. Dopo aver perseguito con sistematicità l’eliminazione dei provvedimenti introdotti dal governo Prodi in materia di sicurezza, …

Libertà di stampa, Italia sempre più in basso

Il dossier di Reporter senza frontiere. L’Italia scivola al 49esimo posto. Rsf accusa Berlusconi: controlla tutte le tv e “ha moltiplicato gli attacchi alla libertà di stampa”. Tutti i nemici dei media: dalla mafia al ddl intercettazioni. L’Italia scivola dal 44esimo al 49esimo posto per la libertà di stampa nel mondo, dopo Argentina, Spagna, Francia, Cile, Slovenia e Costa Rica, ma prima di Bulgaria, Brasile e Croazia. E’ quanto si evince dal rapporto annuale diffuso da Reporter senza frontiere (Rsf) nella giornata mondiale della libertà di stampa. “I giornalisti in Italia affrontano quotidianamente la peggiore condizione lavorativa di tutta l’Unione europea”, denuncia Rsf. Secondo il rapporto l’Italia è “l’unico paese al mondo nel quale il presidente del Consiglio controlla direttamente la quasi totalità delle reti televisive nazionali: da una parte i tre canali della tv di Stato Rai (…) e dall’altra il più grande gruppo radiotelevisivo privato (tre canali nazionali, oltre a diversi giornali e a un network radiofonico)”. Un atto d’accusa nei confronti di Silvio Berlusconi, che negli ultimi mesi – denuncia sempre Rsf …

"In ogni prima due studenti in più", di Francesca Barbieri e Chiara Bussi

Meno classi, ma più affollate. Ma anche meno tempo da passare sui banchi. Sono queste le uniche certezze dei presidi alle prese con il rompicapo della riforma delle scuole superiori che parte a settembre. Archiviata la partita delle iscrizioni per le famiglie dei circa 550mila ragazzi di terza media, ora la palla passa nel campo dei dirigenti: solo cinque mesi di tempo per incastrare tutti i tasselli mancanti del puzzle della riforma approvata a metà marzo e non ancora pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale (almeno fino a giovedi scorso). L`agenda è fitta: bisogna definire i nuovi programmi sulla base della riduzione dell`orario, scegliere i libri di testo e distribuire le cattedre, garantendo la qualità dell`insegnamento. Non nasconde la sua preoccupazione Roberto Tripodi, preside dell`Iti Volta di Palermo, che riassume i nodi ancora da sciogliere: «Il primo problema è l`aumento del numero minimo di alunni, poi bisogna pensare all`orario, che per quanto ci riguarda passerà da 36 a 32 ore, e rischia di penalizzare le ore di laboratorio: un vero e proprio terremoto, insomma, non ci sono …

"Malinconie tedesche", di Barbara Spinelli

Con il passare delle settimane, si è diffusa un’opinione malevola sulla Germania di Angela Merkel e sul suo modo di affrontare la crisi greca. Se ci sono state tante esitanti lentezze nel decidere, se l’aiuto di cui Atene ha bisogno è passato in due settimane da 45 miliardi di euro a oltre 100, se altri Paesi barcollano (Portogallo, Spagna) è perché il governo tedesco non sarebbe capace né di sguardo lungo, né di mosse rapide. Perché dipenderebbe dai sondaggi d’opinione, e si sentirebbe molto più minacciato dall’imminente voto in Renania-Westphalia che dal crollo di Atene e perfino d’Europa. Angela Merkel non avrebbe la stoffa di un grande leader che trascina, convince i connazionali, pensa in grande come seppero farlo Adenauer, Brandt, Kohl. Impaurita dalla crisi, e dalla prospettiva di finire nel gorgo assieme ai più deboli dell’Unione, il Cancelliere ha infine preso la decisione di soccorrere Atene e di prendere in mano il destino dell’euro. Ma lo ha fatto con fatica, quasi a malincuore, pensando e dicendo che in fondo fu sbagliato imbarcare nell’euro Paesi …

"Contro il decreto Bondi l’orchestra di Santa Cecilia suona gratis per protesta", di L.D.F.

«È una bellissima idea informarci così di quello che succede», esclama un’abbonata nel foyer dell’auditorium di Roma mentre ascolta l’orchestra di Santa Cecilia che. gratuitamente, esegue la Settima di Beethoven. E conclude: «Siamo con la nostra orchestra, con la nostra storia». È il modo per rispondere al ministro Bondi che ha definito irresponsabili i musicisti che hanno indetto lo sciopero contro il suo decreto, che commissaria di fatto le più grandi istituzioni musicali come Scala, Maggio o San Carlo. Il pubblico è numeroso. «Accogliere e informare correttamente la gente: facciamo l’opposto di quanto dice il ministro», spiega il violoncellista Francesco Storino. E anche oggi e domani l’orchestra suonerà gratuitamente dalle 16 in poi. «Eravamo venuti per uno spettacolo per bambini, è bello che abbiano fatto questo», dice un padre di famiglia. Applausi e urla di approvazione per ogni pezzo: «Da vecchio orchestrale spiega Gregorio Mazzarese dico che quando scioperavamo in passato la gente si lamentava, stavolta sono tutti con noi». La protesta ha già un simbolo, un fiocchetto giallo: vuol dire portatore sano di cultura. …

"Il patrimonio tagliato a fette. I rischi del federalismo demaniale", di Gian Antonio Stella

Pareva tutto facile, sulla carta. Chi mai poteva opporsi all’idea di usare meglio tanti beni statali a volte abbandonati passandoli a Regioni, Province e Comuni? È vero o no, come spiegò Giulio Tremonti, che «c’è un enorme patrimonio ed è una pazzia che sia gestito da un ufficio a Roma dove non sanno quanto vale» e dunque «è giusto che lo Stato abbia beni nazionali e simbolici ma non che faccia la mano morta al contrario su beni che hanno senso se gestiti localmente»? Macché: il «federalismo demaniale» sta incontrando obiezioni maggiori del previsto. E non solo delle opposizioni, degli ambientalisti o dei guardiani di quello che Croce chiamava «il volto della patria». Alcuni si chiedono fino a che punto lo Stato possa trasferire agli enti locali spiagge, caserme, stazioni, terreni o edifici vari senza intaccare quel patrimonio che è la vera garanzia di «ultima istanza» per l’immenso debito pubblico. Altri, come uno studio del Servizio bilancio della Camera, confermando il rischio di «affievolire gli strumenti di garanzia dello Stato», segnalano che il passaggio «a …