Mese: Maggio 2010

"Servono azioni forti in difesa della scuola pubblica", di Gianni Gandola

Le scuole pubbliche sono in una condizione di grave sofferenza finanziaria. Vantano crediti nei confronti del ministero che ammontano ormai a centinaia di migliaia di euro (per istituto). Risorse “dovute” che il ministero non si decide ad accreditare mettendo in crisi i già esigui bilanci delle scuole. Se a questo dato aggiungiamo i pesanti tagli agli organici (che riguardano il personale docente ma anche amministrativo ed ausiliario), l’attacco al tempo pieno, ecc. abbiamo un quadro della situazione in cui versano gli istituti scolastici complessivamente drammatico. Drammatico prima ancora che da un punto di vista sindacale (la contrazione dei posti di lavoro) dal punto di vista, più generale, del funzionamento stesso della scuola pubblica e della qualità del servizio, che vengono seriamente compromessi. Per questo stentiamo a capire l’atteggiamento di eccessiva cautela, quasi di rassegnazione o di impotenza assunto da alcune associazioni delle scuole o dei dirigenti scolastici (più realisti del re?). Pensiamo all’ASAM in primo luogo, che dovrebbe essere la rappresentanza istituzionale delle scuole autonome milanesi. Certo, la presidenza dell’ASAM ha inviato recentemente lettere di …

"Atene e Roma società del ricatto", di Barbara Spinelli

Ci vorranno non mesi ma anni, perché la Grecia trovi la forza, in se stessa, di assumere il fardello molto pesante di sacrifici che il primo ministro George Papandreou ha presentato giovedì alle camere. Molti demoni dovrà combattere, molte tribolazioni le si accamperanno davanti man mano che si snoderà la via stretta del risanamento, e in cuor loro i greci l’hanno appreso, in queste settimane di prova: non sono tutti esterni, i demoni; non vengono tutti dal mercato o dalle agenzie di rating le minacce, i sospetti, gli assalti. I mali della Grecia sono in massima parte interni: sono parte della sua storia, dell’uso che è stato fatto di essa, delle memorie paralizzanti che l’impacchettano. Se la resistenza ad accettare la nuova austerità è così vasta, se il coraggio di Papandreou fatica a imporsi, è perché dietro di lui c’è un paese smagato, disunito, radicalmente sfiduciato. È una sfiducia che ha radici antiche e che risale all’impero ottomano, ma che non ha vissuto una catarsi nel dopoguerra. Lo Stato non ha tratto vigore dalla resistenza …

"La cena dei Paperoni", di Franco Cardini

Diciamo due cose chiare e semplici, modeste, da gente che lavora, a proposito dell’affare Scajola e delle sue ripercussioni. La faccenda, certo, è ancora agli inizi: potrebbe fermarsi nel solito vicolo cieco o potrebbe andar lontano, magari innescandosi con altre questioni, altri fenomeni. Certo, dopo parecchio tempo di palude punteggiata dalle trovate del presidente del consiglio, qualcosa sembra misteriosamente ripartito, qualcos’altro rimesso in gioco. Così, di punto in bianco. Non sono cose tutte né del tutto chiare; né tantomeno allegre. Ma ci sono. Ricordiamole in ordine sparso. Il disagio di Fini e dei “finiani”; il malessere in Grecia, scoppiato tragicamente senza dubbio perché ci sono i provocatori e i teppisti, ma anche perché la gente comune non ci sta a pagar tutta e soltanto lei il prezzo d’una crisi sulla quale altri hanno guadagnato. L’ambigua vittoria dei conservatori in Inghilterra, che se vorranno governare avranno bisogno dell’appoggio di una specie di new link. E magari lo strano caso della conferenza di New York sul nucleare, dove Ahmedinejad è stato circondato dall’ostracismo internazionale e il papa …

"La grande truffa siciliana dell’eolico senza vento", di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella

Intascati gli incentivi verdi, nella valle di Mazara tutte le pale ora sono ferme. Chi gira a mille è Sgarbi: dal museo sulla mafia alla mostra «W Garibaldo» Ferma. Ferma. Ferma. Ferma. Ferma. Non ce n’è una, nella selva di immense pale eoliche stagliate nel cielo della stupenda valle di Mazara, che accenni a muoversi sotto un refolo di vento. Non una. Don Chisciotte, che nel romanzo di Cervantes si scaglia lancia in resta ammonendo i mulini «potreste agitar più braccia del gigante Briareo, che me l’avete pur da pagare », non correrebbe alcun rischio, qui, di finire rovesciato a gambe all’aria. «Mai: non si muovono mai», maledice Vittorio Sgarbi, che il bidone dell’eolico in Sicilia lo ha denunciato da un pezzo, «Peggio: se anche si muovessero e producessero energia, quelli di Terna, che gestiscono la rete, hanno detto che non sarebbero in grado di prenderla e redistribuirla ». Eppure, per tirar su questi bestioni giganteschi, hanno sventrato i fianchi delle colline, devastato i crinali, annientato ettari ed ettari di vigne in tutta la valle, …

"Veltroni: no a scissioni, siamo tra quelli che hanno fatto nascere il Pd"

Nessuna scissione, «non potremmo mai scinderci perché siamo quelli che ci credono di più, quelli che lo hanno fatto nascere». Così Walter Veltroni ha detto alla “minoranza” parlando al seminario di Area Democratica. «Non possiamo continuare – ha aggiunto – con i conservatorismi», ma serve che il Pd mantenga la sua identità, quel Pd che «forse abbiamo messo troppo tempo a fare ma a nessuno è permesso di disfare». «L’idea di fare un partito pesante in una società frantumata come quella di oggi è sbagliata», ha spiegato l’ex segretario nel suo intervento al seminario di Area democratica a Cortona. La mozione di Pier Luigi Bersani proponeva «l’alleanza con l’Udc e il ritorno al partito con la P maiuscola», ha ricordato. Quanto ai rapporti con l’Unione di centro, «ieri già il professor Dalimonte ci ha spiegato l’esito». Quanto invece alla forma di partito, per Veltroni «ci vuole un partito moderno, aperto, capace di interpretare un bisogno reale. Non ci sono scorciatoie, nè Cln che i nostri partner non vogliono». Dunque, ha insistito, «dobbiamo pensare a noi …

"Riconoscere (adesso) ruolo e diritti dei ricercatori universitari" di Dario Antiseri

Il 30 aprile 2009 il personale docente delle nostre Università risulta così composto: 18 mila 962 professori ordinari, 18 mila 297 associati, 25 mila 802 ricercatori. Di 60 anni è l`età media degli ordinari, di 53 quella degli associati, di 46 quella dei ricercatori. Tra il 2009 e il 2013 vanno in pensione 11 mila 552 docenti, così suddivisi: 3.765 ordinari, 5.275 associati, 2.512 ricercatori. Entro il 2020 saranno circa 30 mila i docenti che, per raggiunti limiti di età, lasceranno l`Università. Dunque, il problema più urgente – tremendamente urgente – è quello di provvedere alla loro sostituzione, se non si vuole, per cecità ed irresponsabilità, che la nostra Università muoia. Ora, nelle Università italiane, operano 26 mila ricercatori. Ed è da anni che alla quasi totalità di costoro vengono affidati corsi di insegnamento anche fondamentali; e in qualità di docenti i ricercatori, oltre a tenere cicli di lezioni, seguono tesi di laurea, presiedono commissioni di esami, fanno parte delle sedute di laurea, sono indispensabili peri requisiti minimi che mantengono in vita i Corsi di …

"La fatica delle donne in politica. Caso Pozzati", di Chiara Affronte

Sul caso Pozzati in Provincia Giovanna ci ha scritto su Facebook che «la questione femminile è tutt’altro che risolta… e molto trasversale. Impossibile cambiare le cose, temo». I fatti: ci sono due donne, una è coordinatrice dell’Idv, Silvana Mura, l’altra è assessore alla Cultura, neo-dipietrista, in Provincia, Maura Pozzati. La presidente decide di diminuire gli assessorati: l’Idv vuole però mantenere il suo peso nella coalizione. Iniziano faticosi lavori con il Pd. Il risultato: l’Idv fa fuori Pozzati per sostituirla con Pino De Biasi, dandogli deleghe più forti. Perché? «Perché Pozzati è anche mamma, non ce la fa», avrebbe detto Mura. Che smentisce: «Ho detto che non riesce a conciliare partito e famiglia, come lei ha ripetuto». Il risultato non cambia: il dato che resta è che una donna fatica a fare ciò che fanno gli uomini, non per mancanza di volontà, ma perché gli uomini «possono» passare meno tempo con i figli e più al lavoro senza che la loro coscienza si incrini: semmai hanno gli strumenti culturali per aggiustarla. O possono anche fare come …