"Italiani a metà un popolo diviso", di Ilvo Diamanti
Fieri di appartenere alla comunità nazionale anche se spesso pronti a considerare il Sud un peso. L’Italia si presenta ai 150 anni dell’Unità con molte contraddizioni ma con un’identità. Costruita soprattutto intorno all’attaccamento ai familiari e all’arte di arrangiarsi. Ecco perché, nonostante le tensioni, continuiamo a sentirci cittadini dellostesso Paese. E perché rischiamo di scoppiare. Ci si avvia al 150esimo anniversario dell’unità nazionale fra molte divisioni. Tanto che alcuni fra i più autorevoli componenti del Comitato dei Garanti per le celebrazioni si sono dimessi. Per primo: Carlo Azeglio Ciampi, il Presidente della Repubblica che, nel corso del suo mandato, ha investito sulla riaffermazione delle feste e dei simboli nazionali. Un atteggiamento che non pare condiviso dalla maggioranza di governo. Nella Lega, soprattutto. I cui leader, a partire da Bossi, fanno a gara nel sottolineare che c’è poco da celebrare. Che, per i padani veri, l’unità d’Italia anzi: l’Italia stessa non merita di essere celebrata. Così, ci si avvia a questo 150enario in modo dimesso e reticente. Un po’ come l’atteggiamento degli italiani verso l’Italia, descritto …