"Dall'emergenza al pasticcio", di Massimo Giannini
Vandalismo istituzionale, dilettantismo politico, avventurismo comunicazionale. C´è tutto il peggio possibile, nel cortocircuito innescato dal governo con il pacchetto-farsa da 24 miliardi che doveva scongiurare il rischio «di finire come la Grecia». Tutto ciò che è accaduto e sta tuttora accadendo, tra il Quirinale, Palazzo Chigi e Via XX settembre, è un inedito assoluto e allucinante nella storia repubblicana. Non si era mai visto un decreto legge approvato «salvo intese» il martedì, che balla fino a venerdì tra misure che entrano nel testo la mattina e escono la sera, indiscrezioni su tagli di spesa che trovi scritte di giorno e scompaiono di notte: misure e tagli che incidono sulla carne viva di milioni di persone, perché riguardano i loro stipendi, le loro pensioni, le loro liquidazioni. Non si era mai visto un provvedimento «urgente» che viene inoltrato alla presidenza della Repubblica solo il sabato, accompagnato dall´ennesimo sbrego costituzionale inferto dal premier, che parla strumentalmente di un testo da lui non ancora firmato «in attesa del parere del Colle»: anche l´ultimo degli studenti di giurisprudenza sa …