"La prova del sistema", di Massimo Giannini
Al culmine dello scandalo che colpisce il governo, nel turbine di appalti truccati e case regalate, tasse evase e favori sessuali che coinvolge ministri e grand commis, Berlusconi prova a uscire dall’angolo con una mossa che ricorda il Craxi della prima Tangentopoli. Come il Mario Chiesa del ’92, “mariuolo” indipendente e solitario, anche gli Scajola e i Verdini di oggi sarebbero dunque “casi personali e isolati, che nulla hanno a che vedere con l’attività del governo e del partito”. La “dottrina Berlusconi”, affidata ancora una volta alle premurose cure di un Bruno Vespa ormai unico “biografo” accreditato dal Palazzo, non sta in piedi da nessun punto di vista. Né etico, né politico. Al di là delle retromarce e delle precisazioni successive, la tesi del Cavaliere è “tecnicamente” risibile. L’intenzione è chiara: il premier, nell’illusione di mettere in sicurezza l’esecutivo e il Pdl, non nega gli addebiti al vaglio della magistratura, ma li scarica sui singoli espungendoli dagli organismi collettivi. Ma la spiegazione non regge: qui non stiamo parlando dell’oscuro assessore di un comune dell’hinterland milanese. …