Giorno: 28 Maggio 2010

"La guerra di Bossi per salvare le province", di Gad Lerner

Minacciando la guerra civile in caso d´abolizione della provincia di Bergamo, quel grande statista che risponde al nome di Umberto Bossi vuole solo ricordarci cos´è per lui la politica. O vuole ricordarci, per meglio dire, cos´è per lui l´antipolitica: rappresentanza di interessi locali, ammantata d´ideologia tradizionalista. Ovviamente la provincia di Bergamo (più di un milione di abitanti) non corre pericolo di essere abolita; e resterà a presiederla un senatore leghista con doppio incarico e doppio stipendio. Il cumulo di poltrone non imbarazza affatto il partito di Bossi, anzi, rientra appieno nelle sue modalità di espansione. Pure a Brescia, Sondrio e Biella i presidenti di provincia leghisti sono parlamentari, eurodeputati o sottosegretari. Mentre gli altri nove (Cuneo, Varese, Como, Lodi, Treviso, Vicenza, Venezia, Belluno, Udine) cumulano volentieri ruoli da sindaco o presidenze di società autostradali e fieristiche. Se dunque la Lega rifiuta di liquidare le province come enti inutili, ciò si deve non certo alla mitologia del “territorio”, bensì a un disegno di consolidamento delle sue burocrazie locali: una classe dirigente amministrativa che utilizza anche la …

"I docenti ci rimettono duemila euro lordi", di Paolo Pergolizzi

Manovra finanziaria, la stangata peggiore potrebbe arrivare a carico dei 7mila dipendenti della scuola reggiana. Insegnanti e personale amministrativo, se la bozza di manovra verrà confermata, si vedrebbero bloccati per tre anni anche gli scatti di anzianità, unica forma di progressione degli stipendi nella scuola. Elvira Meglioli, della segreteria Flc-Cgil, accusa: «Letta dice che rischiamo di fare la fine della Grecia? Beh, guardi, il taglio di stipendio a carico del personale della scuola è sui livelli di quanto il governo ha fatto in quel Paese. Bloccare per tre anni gli scatti di anzianità al personale, significa far perdere 2mila euro lordi l’anno in busta paga». CALCOLANDO che un dipendente pubblico, in media, perderà 530 euro lordi l’anno da questa manovra per effetto del congelamento dei contratti, vorrebbe dire circa 2mila e 500 euro in meno l’anno, ovvero circa 200 euro al mese. Aggiunge la signora Meglioli: «Gli scatti di anzianità sono sei, nella vita di un docente. Congelarli vuol dire che tu, quei tre anni, li hai persi per sempre. Bisogna poi calcolare che tutto …

Il gelo degli imprenditori sul Cavaliere "dimezzato", di Alberto Statera

Il premier parla a una platea di «colleghi» imprenditori per la prima volta perplessi se non disincantati di fronte al suo pacato pallore oratorio. La manovra tremontiana è corretta, va bene per rallentare la spesa e arginare l´evasione «ma non basta», ha ripetuto come un mantra Emma, forse inconsapevolmente replicando il classico topos «benaltrista» del vecchio Partito comunista italiano («Ci vuole ben altro», risuonava spesso alla fine dei Comitati centrali) sullo sfondo del Politburo confindustriale nel quale per la prima volta, tra gli anziani, spiccava, l´esile figura del giovane John Elkann. Come stanco del solito copione dell´ottimismo a tutti i costi, quasi spento, il premier ha «regalato» a Emma il discorso scritto e ha tentato quel che di solito gli viene meglio: la divagazione forte e spiazzante, capace fin qui di infiammare le conformiste platee confindustriali. Arrabbiato era arrabbiato, mentre Emma parlava, si agitava sulla sedia e sbuffava: ma che vogliono, gli abbiamo dato tutto, la manovra l´abbiamo fatta con loro. Ma stavolta è come se l´adrenalina l´avesse tradito o se la sintonia con una …

"Quelle misure che colpiscono alla cieca", di Luca Ricolfi

Non c’è manovra finanziaria varata da un governo, di destra o di sinistra, che non venga accusata di iniquità. I tagli di spesa e le misure anti-evasione, ripetiamo ogni volta, non sono selettive, colpiscono alla cieca, e quindi sono fondamentalmente ingiuste e inefficaci. Sì, è vero, e questa manovra non fa eccezione. Ma vogliamo chiederci perché? A mio parere ci sono due ragioni distinte per cui le cose vanno così. La prima ragione ha a che fare con il tempo. I nostri politici sono abituati a varare le manovre finanziarie in poche settimane, avendo chiara soltanto l’entità della correzione da effettuare. Ma la stragrande maggioranza delle misure di cui da anni e anni si discute, a partire da quelle di riduzione degli sprechi, per essere efficaci richiedono un tempo di preparazione enormemente superiore a quello che i politici si danno. Da alcuni anni mi occupo di sprechi nella Pubblica amministrazione, e vi posso assicurare che per costruire un indice di «virtuosità» o di efficienza delle Regioni, dei Comuni, degli atenei, delle Asl o dei tribunali …