Giorno: 27 Maggio 2010

Portò il nastro di Fassino ad Arcore: arrestato Favata per estorsione

Fabrizio Favata, l’imprenditore che ha raccontato agli inquirenti milanesi di aver portato a Silvio Berlusconi, nel 2005, la famosa telefonata intercettata tra Piero Fassino e Giovanni Consorte sulla scalata di Unipol a Bnl,è stato arrestato con l’accusa di estorsione. Avrebbe chiesto e ottenuto denaro da un suo ex socio, responsabile di una società che si occupava di intercettazioni telefoniche, con la minaccia di denunciarlo all’autorità giudiziaria come colui che aveva rivelato atti d’indagine coperti da segreto o di raccontare la stessa cosa alla stampa. Favata, già indagato nell’ambito dell’inchiesta del pm di Milano Massimo Meroni con al centro la telefonata tra Fassino e Consorte, in cui l’esponente del Pd diceva all’allora numero uno di Unipol «Allora, abbiamo una Banca?», è stato arrestato su disposizione del gip di Milano Bruno Giordano. Stando alle indagini, Favata, che aveva detto agli inquirenti di essere andato ad Arcore da Silvio Berlusconi, il 24 dicembre 2005, per far ascoltare al premier il nastro con la ormai nota telefonata,si sarebbe fatto dare 300mila euro da Roberto Raffaelli, ex amministratore dell’azienda Rcs …

"Con i tagli salta la ricerca, facoltà a rischio chiusura", di Benedetto Vecchi

I boatos sulla manovra economica hanno fatto irruzione ieri durante la presentazione del rapporto di AlmaLaurea sui laureati italiani dopo dieci anni di varo della riforma chiamata del 3+2. Per il presidente della Conferenza dei rettori Enrico Decleva il fondo ordinario destinato alle università italiane non sarà toccato. Gli fa eco, poco dopo, Andrea Lenzi del Cun, l’organo di autogoverno delle università, che chiede di mantenere alto il livello di attenzione, perché poco o nulla si conosce dei fondi destinati invece alla ricerca scientifica. Se ci dovesse essere una riduzione, sostiene Lenzi, molte facoltà scientifiche sarebbero a rischio, perché verrebbero meno i fondi per garantire il normale svolgimento dell’attività di ricerca. Il clima generale è però all’insegna di un moderato ottimismo della ragione, perché i dati riguardanti i «figli della riforma» inducono a guardare con speranza il futuro dell’università, almeno dal punto di vista dei risultati. È da oltre dieci anni, infatti, che AlmaLaurea fa un lavoro di monitoraggio su come sta cambiando l’«offerta formativa», il gradimento che ha presso gli studenti e quali esiti …

"I giovani lasciati soli", di Chiara Saraceno

In Italia il tasso di disoccupazione è più basso di quello medio europeo, un dato che fa dire ai nostri governanti che il nostro paese sta fronteggiando la crisi meglio degli altri. Ma il tasso di inattività, specie tra le donne è molto più alto. Ed ha ricominciato ad aumentare negli ultimi anni, soprattutto al Sud e tra quelle a bassa qualifica. È l´inattività, esito spesso di scoraggiamento, a contenere nel nostro paese la disoccupazione e a spiegare l´apparente paradosso per cui la disoccupazione è aumentata più al nord, dove i tassi sia di attività che di occupazione sono più alti, che al sud. Sono quindi aumentate ancora le famiglie con un solo reddito, quindi particolarmente vulnerabili alla perdita del lavoro o anche solo alla riduzione del reddito da lavoro a causa della cassa integrazione. A leggere il Rapporto Annuale dell´Istat appena uscito, sembra proprio che sia stata la famiglia, insieme e forse più che la cassa integrazione, il grande ammortizzatore sociale. È la famiglia, infatti, che assorbe una disoccupazione che colpisce soprattutto i lavoratori …

Approvato il regolamento sulla formazione iniziale

La commissione Cultura della Camera ha approvato oggi lo schema di regolamento sulla formazione iniziale degli insegnanti. Caratteristiche principali sono il numero programmato per l’accesso ai nuovi percorsi formativi, tirocini formativi, corsi di perfezionamento per l’insegnamento di una materia in lingua straniera. L’accesso ai nuovi percorsi formativi prevede il superamento di una prova. Il numero dei posti annualmente disponibili sarà determinato sulla base della programmazione del fabbisogno di personale docente. Per insegnare nella scuola dell’infanzia e nella primaria è richiesto un corso di laurea magistrale quinquennale a ciclo unico: dal secondo anno ci dsarà un tirocinio di 600 ore che si conclude con la discussione della tesi e della relazione finale che costituiscono esame con valore abilitante. Per insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado è richiesta la laurea magistrale (o un diploma accademico di secondo livello per l’insegnamento di discipline artistiche, musicali e coreutiche) più un anno di tirocinio formativo attivo (TFA), che si conclude con la stesura di una relazione e l’esame finale con valore abilitante. La specializzazione per il sostegno …

"Federalismo alla prova", di Luigi La Spina

E’ vero. L’Europa ha deciso una concertata azione di tutti gli Stati contro l’espansione del debito pubblico per difendere non solo l’euro, ma la credibilità del progetto di unione politica ed economica del nostro continente. Ma il governo ha colto questa opportunità per varare un primo test sugli effetti, in Italia, dell’applicazione del federalismo. Con una categoria esplicitamente e anche duramente messa nel mirino: i dipendenti pubblici. E con una istituzione messa alla prova: le Regioni. La conferenza stampa della coppia Berlusconi-Tremonti aveva il dichiarato e obbligato scopo di smentire l’esistenza di contrasti tra il presidente del Consiglio e il ministro dell’Economia. Il tono di ostentata deferenza con il quale Tremonti si rivolgeva al premier, però, non è riuscito a mascherare la realtà. L’impronta della manovra corrisponde perfettamente alle visioni di politica economica e sociale caratteristiche dell’asse forte sul quale, oggi, si regge il quarto governo Berlusconi, quello formato dal ministro dell’Economia e dalla Lega. Le dimensioni quantitative dei «tagli», o meglio, come pudicamente li ha battezzati Tremonti, dei «risparmi di spesa», non sono clamorose. …

"L'iniquità irresponsabile", di Massimo Giannini

PIÙ di così non si poteva fare », dice Berlusconi della manovra approvata dal governo «salvo intese», con una formula da vecchio pentapartito della Prima Repubblica. Almeno su questo il presidente del Consiglio ha ragione: 24 miliardi sono tanti, per un Paese che da una decina d’anni perde competitività e produttività e langue con un tasso di crescita dello 0,5%. Tuttavia meglio di così non solo si poteva, ma si doveva fare. Su questo il premier ha torto marcio. Non sono in discussione la necessità politica e l´urgenza economica di questa legge finanziaria fuori stagione, fatta di «sacrifici duri» e varata in corsa «per evitare che l´Italia faccia la fine della Grecia», secondo la definizione-shock usata tre giorni fa da Gianni Letta. Sono invece in discussione altri due aspetti, non meno essenziali: l´irresponsabilità ideologica e l´iniquità sociale. L´irresponsabilità ideologica è iscritta nel codice genetico del berlusconismo, come forma di negazione della realtà e di manipolazione della verità. Questa «manovra epocale», o «tornante della storia» secondo la prosa enfatica di Tremonti, è precipitata sul Paese in …