Ghizzoni: per Gelmini la scuola viene dopo il turismo. “Lo slittamento dell’inizio dell’anno scolastico è un altro modo per far cassa?”. Se lo chiede la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni che fa notare come “sia difficile, con uno slittamento ad inizio di ottobre, mantenere i duecento giorni che sanciscono la regolarità dell’anno scolastico a meno di protrarre la didattica a giugno inoltrato. E poi – aggiunge – li fatto che si parli di slittamento dell’inizio e non della fine ci fa pensare che si voglia ridurre l’offerta formativa. Sarebbe una scelta fuori da ogni logica e le aperture del ministro dimostrano che per questo governo la scuola non è una priorità, è seconda anche al turismo. Per non parlare del fatto che la competenza del calendario scolastico è comunque regionale: altro che federalismo – conclude – ogni occasione è nuova per invadere il campo delle regioni”.
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On. Ghizzoni risponde a comunicato stampa del Ministro Gelmini
SCUOLA. GELMINI: POSSIBILE RINVIARE APERTURA AD OTTOBRE
SAREBBE AIUTO A TURISMO E FAMIGLIE, VEDIAMO COSA DICE PARLAMENTO.
(DIRE) Roma, 24 mag. – Rinviare a fine settembre l’apertura delle scuole? “Se ne puo’ discutere”, secondo il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, intervistata sul tema da Sky Tg24. “E’ una proposta- ricorda il ministro- che viene da alcuni parlamentari. Di un rinvio dell’anno scolastico se ne discute da tempo. È una proposta su cui si puo’ discutere, io sono molto aperta su questo tema, perche’ effettivamente- spiega Gelmini- il nostro paese vive di turismo e oggi le vacanze delle famiglie non sono piu’ concentrare a luglio e ad agosto e a settembre ci sono anche migliori opportunita’ sul piano economico. Quindi, per certi versi, uno slittamento dell’inizio dell’anno scolastico potrebbe aiutare le famiglie ad organizzare meglio il periodo delle vacanze e dare un aiuto al turismo.
Vedremo il Parlamento cosa decidera’ in merito”.
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LA GELMINI CERCA DI METTERE DELLE PEZZE AI DISASTRI CHE HA CAUSATO?/ rimandare l’inizio delle lezioni non servirà
Dopo aver deciso di tagliare 8 miliardi di euro alla scuola pubblica, il governo torna in campo con le sue proposte populiste e inutili, non curandosi minimamente dei veri problemi che attanagliano la scuola pubblica.
A fronte della proposta di posticipare l’inizio delle lezioni al primo di ottobre, noi studenti ci chiediamo quando e in che modo verrà recuperato questo mese di scuola, forse facendoci rimanere in classe fino ad agosto? Forse eliminando tutte le vacanze nel corso dell’anno? O forse i 200 giorni di scuola non verranno rispettati proprio?
Non è la prima volta che questo governo e questo ministro giocano sulla pelle degli studenti e degli insegnanti per fini puramente economici, infischiandosene dell’importanza che la scuola e l’istruzione ricoprono in un paese democratico.
A settembre è già un miracolo che le scuole riescano ad aprire, e se succede è solo ed esclusivamente grazie allo sforzo economico di genitori e studenti, che dal prossimo anno, grazie alla riforma Gelmini, saranno costretti a sborsare cifre esorbitanti per poter andare a scuola, mai viste prima.
E ora hanno il coraggio pure di venirci a dire che in Italia non si fa turismo per colpa dell’apertura delle scuole? Vogliono veramente farci credere che qualche turista in più sia più importante di portare a compimento le ore di lezione che per legge una scuola deve raggiungere?
Quello che crediamo è che il ministro Gelmini a fronte del pasticcio che ha messo in piedi con questa riforma, che altro non è che un decreto attuativo dei tagli della finanziaria, sia un po’ preoccupata per quello che succederà all’apertura delle scuola, visto che ormai nelle scuole regna la confusione più totale, gli studenti pur di non rischiare hanno preferito iscriversi a degli indirizzi classici, gli istituti tecnici e professionali verranno stravolti in corso d’opera annullando totalmente il patto formativo stipulato all’inizio del corso di studi.
Rimandare di un mese non servirà a mettere delle pezze sulla catastrofe in cui questo governo ha condotto la scuola pubblica, ne servirà a placare gli animi degli insegnanti che perderanno il proprio posto di lavoro, e di noi studenti che stiamo assistendo allo smantellamento della scuola pubblica Italiana.
UFFICIO STAMPA Rete degli studenti
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SCUOLA: PUGLISI (PD), GELMINI ACCORCIA ANCORA TEMPO INSEGNAMENTO =
(AGI) – Roma, 24 mag. – Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria del Pd, in una nota afferma: “come sempre, questa maggioranza e’ federalista a parole e centralista nei fatti. Da diversi anni la regolamentazione del calendario scolastico e’ competenza delle Regioni e questa proposta del senatore Costa di fissare al primo ottobre la data per l’inizio delle lezioni e’ frutto di nostalgia e non tiene conto delle esigenze, anche turistiche, dei territori. Non si capisce, poi, se vogliono accorciare ulteriormente l’anno scolastico: con i tagli al tempo scuola del governo, oggi un bambino che entra in prima elementare esce dall’obbligo avendo frequentato due anni di scuola in meno, a meno che qualcuno stia pensando di far svolgere gli esami di maturita’ in piena estate. Se ne e’ accorta perfino la Lega che con questa proposta si finirebbe sotto i 200 giorni previsti dalle direttive europee.
L’operazione nostalgia praticata spesso da questo governo, fatta di grembiulini, voti numerici e ora inizio d’anno in ottobre, non tiene conto dei profondi cambiamenti della societa’ italiana. Negli anni ’60 il tasso di occupazione femminile era al 28%, oggi e’ al 46% (di cui 56% al nord, 33% nel mezzogiorno) e dovremmo incrementarla di 14 punti per raggiungere i tassi indicati da Lisbona. Con chi dovrebbero stare in vacanza gli studenti, mentre i genitori lavorano?
Capisco pero’ che l’idea di un inizio posticipato, possa essere allettante per viale Trastevere, visto il caos generato dai tagli e dal cosiddetto ‘riordino delle scuole superiori'”.
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SCUOLA. RINVIO INIZIO, BACHELET: APERTURA GELMINI? CORBELLERIA
‘DATA AVVIO LEZIONI LA DECIDONO LE REGIONI’.
(DIRE) Roma, 24 mag. – “La data d’inizio dell’anno scolastico non e’, da tempo, di competenza del governo e del Parlamento nazionale: il calendario scolastico lo stabilisce ogni Regione per se’, anche in relazione alle proprie esigenze turistiche.
Ridurre il livello minimo dei duecento giorni di scuola l’anno non e’ pensabile: si esce dagli standard europei e si danneggia l’apprendimento degli studenti, per non parlare delle famiglie in cui lavorano tutti e due i genitori”. Lo afferma Giovanni Bachelet, presidente forum Nazionale Politiche dell’istruzione del Partito Democratico, che prosegue: “Come definire, allora, l’odierna apertura della Gelmini sullo slittamento al primo ottobre dell’inizio dell’anno scolastico?
Purtroppo, volendo evitare nuove ondate d’indignazione da parte di accigliati esponenti della maggioranza (e naturalmente anche di qualche pensoso Pd), si puo’ parlare solo di una clamorosa svista, o magari di un’emerita corbelleria”.