Dopo la Provincia Autonoma di Bolzano, anche la Regione Sicilia boccia all’unanimità il riordino delle superori voluto dal Governo e rinvia di un anno la sua applicazione. Le durissime motivazioni che hanno portato il parlamento regionale alla scelta, confermano il fallimento delle politiche della Gelmini. Il drastico calo delle iscrizioni ai tecnici e professionali per il prossimo anno scolastico, vista la scelta al buio di informazioni e priva di qualsiasi orientamento a cui sono state costrette le famiglie e gli studenti, sono indice dell’errore macroscopico compiuto.
I tagli alla scuola pubblica imposti dal Governo sono insostenibili, bene ha fatto l’assemblea regionale a respingerli.
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“Scuola, riforma Gelmini l’Ars chiede lo slittamento”, di Salvo Intravaia
Approvata una mozione bipartisan che chiede al governo nazionale l’applicazione della legge per le superiori a partire dal 2011. Necessari 40 milioni per coprire le spese. Roma ha accordato il rinvio alla Provincia di Bolzano.
L’Ars chiede al governo regionale di rinviare di un anno la riforma della scuola superiore. Con una mozione bipartisan, sottoscritta dagli interi gruppi parlamentari di Pd e Pdl, due giorni fa il parlamento siciliano ha impegnato il governo e per esso l’assessore regionale all’Istruzione; Mario Centorrino, “ad assumere tutte le iniziative per rinviare di un anno” l’entrata in vigore dei regolamenti applicativi della riforma della scuola secondaria di secondo grado. Una richiesta che arriva all’indomani del via libera del governo alla provincia autonoma di Bolzano “all’applicazione in Alto Adige della riforma delle superiori solo a partire dall’anno scolastico 2011/12”, come annunciato dall’assessore all’Istruzione Sabina Kasslatter Mur.
Ma chi pagherà per i mancati tagli? Il prossimo mese di settembre, con le prime classi, partirà la riforma di licei, istituti tecnici e professionali. Ma, per rastrellare più cattedre possibili, la coppia Tremonti-Gelmini toccherà anche le seconde, terze e quarte classi degli istituti tecnici e le seconde e terze dei professionali che, a curricula invariati, si vedranno accorciare ugualmente le ore di lezione. Solo al superiore, la scuola siciliana pagherà un tributo di 1.568 cattedre, cui occorre aggiungere altri 1.761 posti di scuola elementare e media e 1.750 Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari). In totale, 5.079 posti che per Baldassarre Gucciardi (Pd) “rischiano di mettere in ginocchio il sistema dell’istruzione scolastica” siciliana.
“Abbiamo competenza sul dimensionamento della rete scolastica – aggiunge Giovanni Barbagallo (Pd) – ma non abbiamo competenza sugli organici: un limite spaventoso per una regione a statuto speciale”. E Vincenzo Vinciullo (Pdl) bolla come “inconcepibile e insopportabile la riforma scolastica, non fatta dal ministro dell’Istruzione ma da quello dell’Economia”. Centorrino, durante la discussione in aula, ha paventato un ulteriore “ampliamento della fascia dei precari” che, assieme “alle graduatorie regionali dei supplenti, che il ministero vorrebbe inserire”, produrranno un affetto “devastante” sull’occupazione e “sulla nostra emigrazione intellettuale”.
L’eventuale rinvio della riforma consentirebbe, invece, un’applicazione della riforma più graduale e un impatto più sostenibile sull’occupazione dell’Isola. Ma viale Trastevere, che ha competenza sugli organici del personale della scuola, ha già messo in moto la macchina dei tagli. Lo stesso Centorrino, pur condividendo la richiesta del parlamento regionale, è pessimista: teme che la regione non abbia la “potestà di rinviare l’applicazione di un regolamento”. Ma il via libera alla provincia di Bolzano potrebbe aprire la strada anche alla Sicilia. Unico problema: 40 milioni di euro per compensare i mancati tagli.
La Repubblica Palermo 21.05.10