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Scuola. Ghizzoni (Pd): disabili rifiutati? Governo sottovaluta discriminazioni

“Dopo le notizie sull’increscioso comportamento di alcune scuole paritarie avevamo presentato una interrogazione urgente al ministro Gelmini per sapere se è vero che i ragazzi disabili vengono rifiutati all’atto di iscrizione. Ebbene, oggi il governo ci ha risposto con parole vuote, senza presentare alcun risultato, dimostrando, ancora una volta, la sottovalutazione di un caso di discriminazione molto grave”. Così la capogruppo del Pd commenta la risposta del ministero dell’Istruzione ad una sua interrogazione sul rifiuto opposto da alcune scuole paritarie all’iscrizione di alunni disabili. “Sono passati più di due mesi – aggiunge – ma siamo ancora a ‘caro amico’ visto che il ministro Gelmini non ha messo in campo le opportune iniziative per debellare quei comportamenti che screditano la scuola, danneggiano gli alunni e le loro famiglie, pregiudicando le previsioni costituzionali in materia di diritto all’istruzione”.

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qui l’interrogazione dell’On Ghizzoni

Di seguito la risposta del Governo e la replica dell’interrogante

Ghizzoni: Ispezioni sull’applicazione della normativa in materia di riconoscimento delle scuole paritarie.
Il sottosegretario Guido VICECONTE risponde all’interrogazione

L’onorevole interrogante segnala nuovamente fenomeni, riferibili ad alcune scuole paritarie, che sono stati anche oggetto della trasmissione televisiva di RAI 3 « Presa diretta », andata in onda in data 8 febbraio 2009. Sull’argomento si è già riferito in questa stessa sede il 17 giugno 2009, in risposta all’atto del medesimo interrogante
n. 5-01003.
Va premesso che, come già fatto presente nella precedente occasione, il Regolamento
recante la disciplina delle modalità procedimentali per il riconoscimento della parità scolastica e per il suo mantenimento, adottato con il decreto ministeriale n. 267 del 29 novembre 2007 in attuazione della legge n. 27 del 3 febbraio 2006, stabilisce che il gestore della scuola paritaria si impegna a « stipulare contratti individuali di lavoro per il coordinatore delle attività educative e didattiche e per il personale docente della scuola conformi ai contratti collettivi di settore »; dispone inoltre che « L’ufficio scolastico regionale accerta comunque la permanenza dei requisiti
prescritti … mediante apposite verifiche ispettive che potranno essere disposte in qualsiasi momento ».
La vigilanza sulle istituzioni scolastiche paritarie è dunque esercitata dagli Uffici scolastici regionali mediante la predisposizione di un piano di interventi volto ad accertare la permanenza delle condizioni previste per il riconoscimento della parità scolastica, fermo restando che, in presenza di specifiche segnalazioni, vengono dagli uffici medesimi disposti puntuali accertamenti.
In merito all’affermazione secondo cui taluni docenti precari, « pur di accumulare il punteggio necessario a mantenere una migliore posizione nelle graduatorie, accettano il compromesso di insegnare presso tali istituti privati senza percepire nessuna retribuzione », va preliminarmente
ricordato che, in applicazione dei principi posti dalla legge n. 62 del 2000 sulla parità, la legge n. 333 del 20 agosto 2001 ha, fra l’altro, disposto che « I servizi di insegnamento prestati dal 1o settembre 2000 nelle scuole paritarie di cui alla legge 10 marzo 2000, n. 62, sono valutati nella stessa misura prevista per il servizio prestato nelle scuole statali ».
Ciò premesso, confermo che in occasione delle visite ispettive disposte dai Direttori degli Uffici scolastici regionali vengono verificati gli atti relativi sia agli alunni che ai docenti. Per i docenti si verifica il possesso del titolo professionale e la presenza del contratto di lavoro. Si controllano inoltre i registri di presenza e quelli dei docenti. Dalla documentazione agli atti della scuola non si desume l’esistenza della grave circostanza di docenti consenzienti a prestare servizio senza il
corrispondente riconoscimento economico.
Tali circostanze sono eventualmente accertabili con gli strumenti disponibili da parte di altre autorità – quali l’autorità giudiziaria e le Direzioni regionali del lavoro, opportunamente interessate dalle Direzioni scolastiche regionali ricorrendone i presupposti.
A quest’ultimo proposito, ricordo che, rispondendo all’atto n. 5-01003, facevo presente che la Direzione scolastica regionale la Campania aveva interessato la Direzione generale del lavoro della Campania per l’eventuale intervento degli ispettori del lavoro. La stessa Direzione scolastica regionale prosegue nell’azione di controllo e monitoraggio dell’attività delle scuole paritarie, in specie degli istituti paritari di istruzione secondaria di secondo grado, basata su una capillare verifica degli atti di funzionamento, avvalendosi anche di visite ispettive a cura di dirigenti tecnici ed assumendo, ove del caso, provvedimenti che hanno portato anche alla revoca della parità scolastica.
Quanto, poi, all’iscrizione degli alunni diversamente abili, come è noto, la legge n. 62 del 2000 prevede che « le scuole paritarie, svolgendo un servizio pubblico, accolgono chiunque, accettandone il progetto educativo, richieda di iscriversi, compresi gli alunni e gli studenti con handicap »; prevede inoltre, tra i requisiti per ottenere il riconoscimento della parità e per il suo mantenimento, l’impegno all’applicazione delle norme vigenti in materia di inserimento di studenti con handicap o in condizioni di svantaggio.
Anche con riferimento a questa disposizione legislativa, gli Uffici scolastici regionali vigilanza e controllo. In particolare, in relazione a notizie di stampa circa casi di scuole paritarie che non avrebbero iscritto alunni diversamente abili, gli uffici scolastici regionali interessati stanno svolgendo gli opportuni approfondimenti; va da sé che, qualora a seguito degli approfondimenti
in corso dovessero trovare conferma le notizie riportate dagli organi di stampa, saranno adottati dai competenti uffici iconsequenziali provvedimenti.
Vengo, infine, alle cosiddette fabbriche di diplomi e ai lavori del gruppo tecnico di supporto alla parità.
Il suddetto gruppo di lavoro ha presentato un documento di base sia sulla situazione esistente sia sulle prospettive. In particolare, per quello che concerne la presenza, pur marginale, di situazioni che discreditano il ruolo svolto dalle istituzioni scolastiche paritarie, è stato evidenziato che le misure messe in atto fino ad ora possono essere ulteriormente migliorate per superare le situazioni rilevate e rendere più funzionale il servizio. Il documento prodotto dal gruppo di lavoro è oggetto della massima attenzione.

Manuela GHIZZONI (PD), replicando, si dichiara totalmente insoddisfatta della risposta fornita dal Governo.
Ricorda che il sottosegretario Pizza, replicando ad un’interrogazione analoga aveva assunto l’impegno ad emanare una circolare tendente a far si che le scuole paritarie si impegnino a garantire la sussistenza delle condizioni richieste dalla legge per il riconoscimento della parità scolastica. Sottolinea, inoltre, che nell’interrogazione si chiedeva anche conto dello stato del « gruppo tecnico », istituito per valu-tare sia le questioni riguardanti il personale, sia le questioni riguardanti gli studenti portatori di handicap.
A tal proposito, stigmatizza il fatto che la risposta si sostanzi in una copia del precedente atto ispettivo, non dando peraltro notizia della citata circolare ed affermando che si stanno svolgendo approfondimenti da parte degli uffici scolastici regionali su quelle scuole paritarie che hanno rifiutato gli studenti portatori di handicap.
Aggiunge inoltre che per quel che riguarda il « gruppo tecnico », nella risposta si afferma solo che lo stesso sta predisponendo un documento. Ritiene, in conclusione, non più accettabile
che il Governo fornisca risposte « sciatte », generiche e offensive per il ruolo dei parlamentari e della loro funzione di sindacato ispettivo.