economia

"Ecco le manovre lacrime e sangue austerity obbligata per gli Stati", di Elena Polidori

Draghi e Trichet d´accordo: non c´è alcuna alternativa al risanamento dei conti. Una operazione a tenaglia sui conti pubblici di Eurolandia. L´ultimo venerdì nero delle Borse accelera la ricerca di soluzioni immediate per dare certezze ai mercati sul debito monstre dei Paesi. Così, coerentemente con gli impegni presi lo scorso week- end, quando s´è deciso il piano salva euro, i governi d´Europa stanno tutti cercando di varare manovre correttive dei propri bilanci, dilatati a dismisura dalla crisi. Ci prova l´Italia, con un piano preparato dal ministro Giulio Tremonti. La Grecia ha appena varato misure draconiane, in cambio di aiuti per 110 miliardi in tre anni. L´Irlanda anche. Spagna e Portogallo stanno rimboccandosi le maniche giusto in queste ore. Come pure la Francia. Perfino la Germania studia il modo per riportare i conti pubblici sotto controllo. Oggi a Bruxelles, al vertice dell´Eurogruppo, si tireranno le somme: esame dei vari piani di risanamento e austerity obbligata nell´intera Ue.
L´operazione-conti, scattata ovunque all´indomani del drammatico vertice al capezzale della moneta unica, è stata sollecitata dalla Bce. Anzi, in qualche maniera rappresenta l´altra faccia della cosiddetta «opzione nucleare», ovvero il contestato impegno della Banca centrale europea a comprare titoli pubblici e privati degli Stati più deboli e dunque più colpiti dalla speculazione. Non a caso in questi ultimi giorni le diverse autorità monetarie – dal francese Jean Claude Trichet al tedesco Axel Weber allo stesso governatore italiano Mario Draghi – hanno ribadito che «non c´è nessuna alternativa» al risanamento. Bisogna farlo e basta. Meglio se prima possibile. Perché è qui, nella voragine dei deficit e nel moloch del debito, che secondo gli esperti si colloca il tallone d´Achille del vecchio Continente. Ed è sempre qui, intorno a queste due variabili, che trova terreno fertile la speculazione. Più i conti non tornano, più è facile per gli speculatori scommettere contro questo o quel paese, mettendo a soqquadro i mercati e sfiancando l´euro. Naturalmente, come in tutte le cose, esiste il rovescio della medaglia: le cure da cavallo sono dolorose, mettono a repentaglio la ripresa. E soprattutto, pongono rischi sulla tenuta sociale dei paesi, come dimostrano le proteste con i morti e le bombe in Grecia. Quasi ovunque toccherà a statali e pensionati pagare il conto più salato della crisi.
Manovre da lacrime e sangue nell´intera Eurolandia, perciò. La Germania intende guidare questo processo: già domani, al vertice Eurogruppo, è intenzionata a proporre un piano per puntellare l´euro che passa attraverso un consolidamento dei conti di tutti i paesi di Eurolandia. Trichet suggerisce anche una sorveglianza reciproca della politica economica e finanziaria degli stati membri. Contemporaneamente, le autorità europee lavorano insieme per riformare il trattato di Maastricht e rendere più stringenti i vincoli di bilancio del domani, a cominciare da quelli base: deficit al 3% del Pil, debito al 60%. Oggi sono entrambe fuori linea, dappertutto. Guai a sforare, d´ora in avanti.
Eurolandia stringe la cinghia. Nella visione dei ministri Ue e della cancelliera tedesca in particolare, l´azione concentrica in difesa dell´euro decisa la scorsa domenica si può sostenere solo con l´arma del rigore, l´unica a cui i mercati sono sensibili. L´altalena delle Borse e i continui sobbalzi dell´euro lo impongono. Con l´austerity coordinata e la vigilanza reciproca bisogna però che i partner accettino anche di perdere un po´ di sovranità nazionale.
Angela Merkel, tra i leader Ue quella che ha fatto più resistenze ad aiutare la Grecia, ritiene che debbano essere i paesi più forti a guidare il cammino di rientro dei conti. Lei per prima ammette che la Germania ha vissuto per decenni al di sopra delle proprie possibilità e che dunque è arrivato il momento di risparmiare.

La Repubblica 17.05.10

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Nel 2011 in pensione più tardi le “finestre” saranno dimezzate, di ROBERTO PETRINI

Piano del governo su anzianità e vecchiaia. Brunetta: piccola iattura. Resta sullo sfondo la possibilità di chiudere le uscite previdenziali fissate per luglio.
Dimezzamento delle “finestre” di uscita per la pensione di anzianità e per quella di vecchiaia nel 2011. E´ questa la soluzione tecnica allo studio del governo per recuperare ogni anno 1,6 miliardi. L´intervento sulle date di accesso alla pensione una volta maturati i requisiti, le cosiddette “finestre”, è stato confermato ieri dal ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta: «Il ritardo di qualche mese per chi aveva deciso di andare in pensione, è un sacrificio? Chiamiamola piccola iattura, ma non mi sembra una cosa insopportabile di fronte a tutto quello che sta succedendo in Europa e in giro per il mondo», ha dichiarato in una intervista.
Resta tuttavia aperta una ulteriore ipotesi, il cosiddetto “piano B”, che consiste nel blocco della “finestra” di uscita per le pensioni di anzianità già dal prossimo luglio con un risparmio immediato di 800 milioni.
Il sistema attualmente in vigore prevede due “finestre” di uscita all´anno per il trattamento di anzianità: gennaio e luglio. Dal prossimo anno, una delle due finestre sarà chiusa: dunque molti di coloro che hanno maturato i requisiti nel 2010 dovranno attendere in media sei mesi in più, durante i quali tuttavia matureranno ulteriori contributi. Secondo l´attuale scalettatura dell´età pensionabile, quest´anno ha diritto alla pensione chi totalizza “quota 95”, cioè la somma di età anagrafica e contributiva con un minimo di età di 59 anni.
Analogamente l´intervento per le pensioni di vecchiaia (65 anni di età per gli uomini) prevede di ridurre da quattro a due le finestre di uscita: dunque, invece di una ogni tre mesi, ce ne sarà una ogni sei. Di conseguenza i tempi di attesa si allungheranno con il riflesso di risparmi per i conti dello Stato. Le quattro finestre, che prima non esistevano, furono introdotte dalla riforma del precedente governo di centrosinistra proprio per rallentare le uscite: una norma prevedeva tuttavia la scadenza del provvedimento a fine 2011. Con l´occasione del rinnovo, il governo scenderebbe da 4 a 2 imprimendo una ulteriore stretta.
Confermato anche l´intervento sulle pensioni di invalidità civile. Si tratta di una misura strutturale: oggi le pensioni di invalidità sono 2,5 milioni, di queste due terzi prevedono l´indennità di accompagnamento e un terzo sono quelle ordinarie. Il boom delle indennità di accompagnamento, già oggetto di severi controlli, dipende dal fatto che possono essere erogate senza tenere conto del reddito. Per frenare questo fenomeno, e per avere i conseguenti risparmi, si introdurranno fasce di reddito.
Intanto la manovra dai 25 miliardi previsti sale a 27,6 miliardi. Nel menu spuntano la trasformazione dei Monopòli in “agenzia”, poi misure per facilitare la riscossione e trova infine conferma una sorta di sanatoria edilizia (sarà introdotta alla Camera). Si tratta di regolarizzare, a favore dei Comuni, circa 2 milioni di immobili censiti dall´Agenzia del Territorio ma non a posto sul piano catastale. Resta sempre in agguato la riapertura del concordato preventivo.

La Repubblica 17.05.10

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