BIOTESTAMENTO Via libera in Commissione Affari sociali al ddl. Della Vedova (Pdl): «Testo massimalista». Non c’è pace per il disegno di legge sul testamento biologico, approvato ieri dalla Commissione affari sociali della Camera «peggiorato rispetto al testo del Senato», per utilizzare le parole di un deputato del Popolo delle Libertà, Benedetto Della Vedova. Che ha spiegato: «E’ un ddl massimalista sul piano ideologico, fragile su quello normativo e perfino più contraddittorio del precedente». Il motivo è presto detto. Nel nuovo testo licenziato ieri – e che entro giugno dovrebbe arrivare nell’aula di Montecitorio dopo aver passato il vaglio delle Commissioni Bilancio e Affari costituzionali – viene esplicitamente affermato che l’idratazione e l’alimentazione artificiali non potranno far parte del biotestamento. Il testo prevede che tali trattamenti sanitari potranno essere sospesi non più soltanto per i pazienti in stato di coma vegetativo permanente, ma anche «in casi eccezionali», in situazione di fine vita. Si tratta tuttavia di «casi» estremi, e cioè quando il paziente non è più in grado di assimilare acqua e sostanze nutritive, o quando «le medesime risultino non più efficaci nel fornire i fattori nutrizionali necessari alle funzioni fisiologiche essenziali del corpo». In pratica situazioni in cui già oggi il medico procede con la sospensione di idratazione e alimentazione, se non altro perché risulterebbero nocive per il paziente. Per il resto il testo del Senato è stato sostanzialmente confermato: saranno valide solo le dichiarazioni compilate a norma di legge, in assenza della nomina di un fiduciario toccherà ai familiari previsti dal codice civile assolvere i suoi compiti (bocciato l’emendamento del Pd che prevedeva l’inserimento dei conviventi). E, soprattutto, le dichiarazioni anticipate di trattamento rimangono non vincolanti per il medico curante. Nel caso vi sia controversia tra lui e il fiduciario, a decidere sarà un collegio medico, il cui parere sarà vincolante per il medico. Che però non è tenuto a porre in essere prestazioni contrarie alle sue convinzioni scientifiche e deontologiche.
Durissimo il commento del senatore del Pd Ignazio Marino: «Il testo approvato sancisce l’abolizione della libertà di scelta delle terapie e istituisce l’obbligo alle cure anche contro la volontà del paziente. Una vera sopraffazione», ricordando tra l’altro che anche i medici hanno in più occasioni espresso la loro contrarietà ad applicare l’articolo 3, che impone la nutrizione e l’idratazione artificiale contro la volontà espressa dal paziente». E Antonio Palagiano, capogruppo Idv in Commissione, azzarda un’ipotesi: «Quando il ddl arriverà in aula rappresenterà un momento decisivo dello scontro interno alla maggioranza, tra finiani e sostenitori del premier».
Il Manifesto 13.05.10
Pubblicato il 13 Maggio 2010