Giorno: 12 Maggio 2010

A proposito di primarie

Bersani sul suo profilo facebook: “Non apriamo dibattiti sul nulla. Le primarie vanno fatte funzionare, non vanno certo limitate, né tantomeno abolite”. Bersani sul suo profilo facebook è intervenuto sulle discussioni sulle primarie: “Non apriamo dibattiti sul nulla. Le primarie vanno fatte funzionare, non vanno certo limitate, né tantomeno abolite. Nello Statuto dobbiamo preservarle ed evitare che paradossalmente da strumento prezioso di apertura alla società civile, le primarie possano ripiegare a strumento di autosufficienza del partito. E’ di questo e non di altro che si sta discutendo”. In questi giorni le anticipazioni del lavoro della Commissione Statuto del PD erano state al centro degli interventi di alcuni esponenti del PD, poi ripresi in rete, su diversi blog e sul social network facebook.

Riapriamo il cantiere partendo dai «piccoli», di Paola De Micheli

Lunedì è stata una giornata importante per le piccole e medie imprese italiane. È nato, infatti, il coordinamento tra le più significative associazioni imprenditoriali: “Rete Imprese Italia”, l’accordo tra Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna e Casartigiani. Un passaggio storico per la rappresentanza delle PMI che, di fatto, cambia il modello di concertazione per molti di coloro che Dario Di Vico definisce opportunamente “Piccoli, la pancia del Paese”. Noi democratici accogliamo con grande interesse questa novità, nella consapevolezza di poter intervenire molto efficacemente a favore delle istanze, dei problemi e dei sogni dei piccoli imprenditori italiani. Proprio per la necessaria attenzione che intendiamo riservare a questo mondo così vivace non vogliamo perdere di vista gli effetti che si potrebbero determinare anche in Italia a seguito dell’ulteriore recrudescenza della crisi finanziaria di questi giorni. Come già nel 2008, il rischio è che proprio la piccola e media impresa paghi un conto altissimo per problemi che non ha contribuito a creare. Conosciamo bene lo stato di emergenza che i piccoli imprenditori si trovano ad affrontare e per questo vogliamo …

"Federalismo e separatismo", di Giorgio Ruffolo

Rifare l´Italia era il titolo di un celebre discorso pronunciato alla Camera da Filippo Turati il 26 giugno del 1926. Le circostanze sono radicalmente altre. Ma forse quel titolo ha riacquistato tutta la sua attualità. Per quel che sta succedendo l´unificazione italiana rischia di essere celebrata, tra qualche anno, non nel segno di una conferma ma sotto l´incubo di una minaccia. Mai come di questi tempi le sorti delle due parti di cui si compone il paese sono sembrate più lontane. Mai esso è sembrato così pericolosamente lungo. E così insidiato dal rischio di una decomposizione territoriale: una condizione nella quale il Nord somigli, come diceva un grande storico italiano, Adolfo Omodeo, a un Belgio grasso, e il Sud a una colonia mafiosa. Non soltanto appare incerto il futuro del Paese, tanto che ieri il presidente Napolitano ha dovuto ricordare quale sciagura, quale “salto nel vuoto” sarebbe una secessione. Ma è anche sottoposto a revisione il passato della nazione. «Si vedono emergere giudizi sommari e pregiudizi volgari – ha detto il capo dello Stato in …

"Il salario netto è di 22.027 dollari, dietro a Grecia Irlanda e Spagna", di Roberto Giovannini

Per il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi questi numeri sono soltanto «tecnicalità» che il governo ha sempre messo in discussione. E a suo giudizio, peraltro, questi dati «uguali al passato» non «hanno francamente riscontro nella realtà». Chissà come la pensa chi vive di lavoro dipendente, a sapere che secondo l’Ocse i salari italiani medi sono tra i più bassi del lotto dei paesi industrializzati. Per la precisione, i nostri stipendi medi risultano al ventitreesimo posto della classifica, con il 16,5% in meno rispetto alla media Ocse, sia nel caso di lavoratori single che nel caso di lavoratori con famiglia. Classifica alla rovescia invece per il peso di tasse e contributi: con il 46,5% l’Italia risulta al sesto posto dei Paesi nei quali il cuneo fiscale, ovvero la differenza tra quanto pagato dal datore di lavoro e quanto il lavoratore effettivamente incassa, è più alto. Una situazione molto chiara, e molto deprimente, quella fotografata dall’Ocse nel rapporto annuale «Taxing Wages». Il salario annuale netto del lavoratore medio è in Italia di 22.027 dollari, contro i 26.395 …

"Lavoratori autonomi, in fumo 500mila posti", di Roberto Petrini

Il 48% tra il popolo delle partite Iva. La recessione falcidia anche co.co.co. e microimprese. C´è una lunga fila di vittime silenziose lungo la strada della crisi economica scoppiata nell´agosto del 2007 con il primo crollo di Wall Street e proseguita fino all´attuale crac della Grecia. Sono i lavoratori «indipendenti»: così li classificano all´Istat per distinguerli dai «dipendenti» con posto fisso, ugualmente aggrediti dalla recessione ma che, almeno fino ad oggi, possono contare sul paracadute della cassa integrazione. Ebbene i posti di lavoro andati in fumo dal secondo trimestre del 2007 alla fine del 2009, sono stati 503 mila: in due anni e mezzo una perdita dell´8,1 per cento. Mezzo milione di posti di lavoro, senza appello, tra i quali le crude cifre della contabilità inseriscono imprenditori individuali (piccoli commercianti e artigiani), popolo delle partite Iva (come coloro che lavorano in proprio nei servizi), collaboratori domestici, soci delle cooperative e i co.co.co collaboratori per lo più giovani e, come tutti gli altri, senza garanzie. Gli unici a salvarsi dalla strage: i liberi professionisti che nei …