“I dati del ministero indicano il forte scetticismo delle famiglie italiane sulla riforma della scuola secondaria del ministro Gelmini”. Così la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni commenta i dati rilevati dal ministero dell’Istruzione sulle opzioni effettuate al momento dell’istruzione da oltre 500 mila studenti di terza media. “Questi dati, seppur parziali, indicano chiaramente che nell’incertezza sui nuovi assetti, gli studenti e le famiglie si sono orientati verso quei percorsi formativi che, nonostante i forti tagli, non hanno subito modifiche. E’ in ogni caso la dimostrazione che il necessario rilancio dei percorsi tecnici è stato affrontato dal governo in modo affrettato, anteponendo le ragioni dei tagli ai contenuti necessari. Le famiglie e gli studenti hanno capito e sono fuggiti. Il problema però resta nella sua interezza, bisogna adesso studiare un percorso preciso per ridare agli istituti tecnici quel ruolo fondamentale che hanno avuto nel passato per lo sviluppo economico e sociale del paese”.
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“Scuola, torna il fascino dei licei iscrizioni record per il nuovo anno”, di Salvo Intravaia
I dati derivati dalle opzioni di 500mila ragazzi che stanno concludendo le medie. Le incertezze della riforma affossano i tecnici e i professionali. Volano i nuovi licei, crollano i tecnici e i professionali. Il ministero dell’Istruzione ha effettuato una rilevazione sulle iscrizioni nelle scuole superiori per il prossimo anno, quando partirà la riforma Gelmini. Un dato che va preso “con le pinze” perché ancora incompleto, ma che comunque si riferisce alle opzioni effettuate all’atto dell’iscrizione da 500 mila studenti di terza media. Secondo la rilevazione effettuata da viale Trastevere nelle scorse settimane i sei licei (classico, scientifico, linguistico, delle scienze umane, artistico e musicale/coreutica) fanno il pieno di iscritti. L’aumento, rispetto ai frequentanti le prime classi di quest’anno, è del 3 e mezzo percento. Un boom che premia soprattutto lo scientifico “light” (opzione delle Scienze applicate), senza Latino e con più Informatica, che cresce dell’1,7 per cento e il liceo linguistico: più 1,1 per cento. Bene anche il classico, più 0,7 per cento. Tengono gli artistici e gli ex magistrali, ora licei delle scienze umane. Discorso a parte per i licei musicali/coreutici, quest’anno ad accesso limitato, che fanno registrare il pienone.
Il quadro per gli istituti tecnici e per i professionali è completamente diverso. I primi devono per l’ennesimo anno consecutivo dire addio ad una consistente fetta di iscritti: meno 1,4 per cento. Il calo sarebbe dovuto all’introduzione di due nuovi indirizzi (quello delle Scienze applicate allo scientifico e l’opzione economico-sociale nel liceo delle scienze applicate) tra i licei che avrebbero sottratto iscritti ai tecnici proprio a favore dei primi. Mentre il crollo dei professionali (meno 2,2 per cento) sembra senza appello: una bocciatura da parte di alunni e genitori.
E dire che il governo sperava in un rilancio, spinto soprattutto dalla Confindustria, degli istituti tecnici e professionali, in affanno da qualche anno, per rilanciare la ripresa e l’occupazione. Ma, al momento, le cose sembrano andare diversamente. Probabilmente, a indirizzare altrove la scelta degli alunni ha contribuito l’enorme incertezza e la scarsa specificità derivate dalla riforma: le ore di lezione sono state tagliate drasticamente e a farne le spese, in parecchi casi, sono state proprio le materie di indirizzo, quelle professionalizzanti. A questo occorre aggiungere il caos determinato dal taglio delle ore in seconda, terza e quarta (solo nei tecnici) con i vecchi curricula. Forse, famiglie e ragazzini hanno trovato più chiara e rassicurante la mappa dei nuovi licei, scegliendola in massa.
La Repubblica 12.05.10