Giorno: 9 Maggio 2010

"Scuola, famiglie contro il caro-libri «Gli stessi testi, ma costano di più»", di Anna Maria Sersale

ROMA – «Le adozioni dei libri scolastici sono bloccate per cinque o sei anni, ma i prezzi continuano a salire anche se il testo non ha subìto modifiche», è la protesta di molti genitori convinti che «gli effetti del blocco non basteranno a combattere il caro-libri perché le norme sono facilmente aggirabili». Tema caldo, questo delle scelte, dal momento che il rito si dovrà compiere entro la seconda decade di maggio. Con una novità. Tranne rarissime eccezioni i testi che sono stati adottati lo scorso anno andranno necessariamente mantenuti. Per la prima volta, infatti, gli insegnanti sono legati alla legge 167 del 2009, legge di conversione del decreto 134. «Salvo specifiche e motivate esigenze» i docenti dovranno limitarsi a confermare i testi in vigore, così recita la norma. Però le famiglie sono deluse. Speravano che la novità portasse un consistente risparmio e la possibilità di evitare la solita “stangata”. Le prospettive, invece, non sono rosee. «Il blocco delle adozioni – lamentano le associazioni dei consumatori – non comprende il congelamento dei prezzi». «Ma è impossibile …

"I giorni terribili dell'attacco all'euro", di Eugenio Scalfari

Due giorni terribili e una terribile nottata tra i capi dei governi europei, mentre crollavano le Borse di tutto il continente e Wall Street addirittura precipitava di mille punti in pochi minuti. Un errore umano? Molto peggio: l’errore umano aveva messo in moto le tecnologie computerizzate che avevano trasmesso l’ordine di vendere a tutti gli operatori collegati in rete. Così la tecnologia amplifica e soverchia le manchevolezze degli umani, dei quali sempre più spesso diventa padrona. Quei minuti di panico si sono tuttavia protratti per tutta la giornata sulle due sponde dell’Atlantico; la riunione dei leader europei è durata otto ore, con lo spettro di che cosa potrà accadere lunedì alla riapertura dei mercati. Lo spettro dell’affondamento dell’euro ha dato loro il coraggio che fin qui gli era mancato. Soprattutto era mancato ad Angela Merkel, cioè alla Germania e alla Bundesbank che ne rappresenta il cuore monetario, ancora nostalgico del marco, abbandonato in favore della concezione europeistica di Kohl. C’è voluto un intervento diretto di Barack Obama sulla cancelliera della Germania federale per farle comprendere …

"Giorno della Memoria " dedicato alle Vittime del Terrorismo: l'intervento del Presidente della Repubblica

“No alla violenza e alla rottura della legalità in qualsiasi forma” “E’ necessario tenere sempre alta la guardia contro il riattizzarsi di nuove possibili tentazioni di ricorso alla protesta violenta, e di focolai, non spenti una volta per tutte, di fanatismo politico e ideologico. No alla violenza e alla rottura della legalità in qualsiasi forma: è un imperativo da non trascurare in questo momento, in funzione della lotta che si combatte, anche con importanti successi, contro la criminalità organizzata, ma più in generale in funzione di uno sviluppo economico, politico e civile degno delle tradizioni democratiche e del ruolo dell’Italia”. Così il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel discorso commemorativo del “Giorno della Memoria” dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi. “Sono convinto – ha aggiunto il Presidente Napolitano – che anche questa sia la lezione che viene, che anche questo sia il contributo che può venire, da una sempre più ricca pratica della memoria della devastante esperienza del terrorismo italiano”. Il Capo dello Stato ha ricordato i “tanti colpi mortali che furono sferrati, …

"Università senza guida, il ministro cosa dice?", di Maria Chiara Carrozza*

L’Università sta vivendo un momento di particolare confusione e disorientamento. Da una parte intense campagne mediatiche hanno enfatizzato difetti e disfunzioni che certamente devono essere sanati attraverso un vero processo di riforma; dall’altra la mancanza di chiarezza su scelte strategiche, nuove regole e reali disponibilità rende difficile la programmazione delle stesse attività ordinarie di didattica e di ricerca. Il maggior prezzo di questa situazione, come sempre, è pagato dai più giovani, studenti e nuovi ricercatori, e dalle fasce economicamente più deboli. Né la legge di riforma attualmente in discussione sembra dare risposte concrete: al di là delle sue formulazioni tecniche su questioni pur importanti come le forme di governo dell’Università o lo stato giuridico dei docenti, mancano infatti o sono incerti gli elementi strutturali senza i quali l’Università resta senza fondamenta. Proverò ad elencare schematicamente tali elementi attraverso cinque precise domande al Ministro, dalle quali emerge fra l’altro come il problema dell’Università non riguardi solo gli addetti ai lavori ma la società nel suo complesso, famiglie e mondo produttivo. Prima domanda. Quali sono le risorse …

"E i Nuovi Uffizi furono affidati a un manager di parrucchieri”, di Carlo Bonini

Con il placet del ministro della Cultura Sandro Bondi. Anche De Santis si sfogò: è troppo Con buona pace di Guido Bertolaso e del set allestito venerdì a Palazzo Chigi per restituire onore e lustro alla Protezione civile, c’è una storia (documentata negli atti depositati dalla Procura di Firenze per il giudizio immediato di Angelo Balducci, Fabio De Santis, Francesco De Vito Piscicelli e l’avvocato Guido Cerreti) che torna a raccontare le mosse storte della Cricca. E uno dei suoi miracoli negli appalti per le Grandi opere. Parliamo della decisione che, nel dicembre del 2009, con il placet del ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, promuove a direttore dei lavori di restauro dei Nuovi Uffizi un tale Riccardo Micciché, ingegnere agrigentino non solo in odore di mafia, ma soprattutto ricco di una competenza maturata nel ramo del management di aziende specializzate nella “preparazione dei terreni per erbe e piante officinali”, e nella “attività di parrucchiere per donna, uomo, bambino, di manicure e pedicure”. Epperò, già collega di cantiere, alla Maddalena, di Francesco Piermarini, il cognato …

"La rivoluzione incompiuta della pillola", di Maria Giulia Minetti

Come ha cambiato la sessualità Dicono che l’invenzione della pillola anticoncezionale abbia messo in moto la più grande rivoluzione mai avvenuta nella storia dell’umanità. Apparsa sul mercato Usa 50 anni fa, ha cambiato per sempre i rapporti di genere (al tempo dell’invenzione della pillola si sarebbe detto i rapporti di sesso), ha liberato la sessualità femminile, ha definitivamente scisso l’amore fisico dalla riproduzione. Poi vai a vedere i dati nostrani e resti stupefatto: oggi in Italia solo il 20 per cento delle donne usa la pillola e non si può dire che nel passato la percentuale fosse più elevata. E allora? Come si conciliano la grande rivoluzione e la scarsa diffusione? «Da noi la pillola ci mise un po’ ad affermarsi – ricorda la sociologa Franca Pizzini, professore all’Università Statale di Milano, che si è sempre occupata di problemi femminili e ha partecipato all’attività dei primi consultori -. La diffusione andò di pari passo con l’affermarsi del femminismo… Ricordo l’entusiasmo di noi ragazze quando Pincus venne all’università per tenere una conferenza, era il 1966 se …

"Servono azioni forti in difesa della scuola pubblica", di Gianni Gandola

Le scuole pubbliche sono in una condizione di grave sofferenza finanziaria. Vantano crediti nei confronti del ministero che ammontano ormai a centinaia di migliaia di euro (per istituto). Risorse “dovute” che il ministero non si decide ad accreditare mettendo in crisi i già esigui bilanci delle scuole. Se a questo dato aggiungiamo i pesanti tagli agli organici (che riguardano il personale docente ma anche amministrativo ed ausiliario), l’attacco al tempo pieno, ecc. abbiamo un quadro della situazione in cui versano gli istituti scolastici complessivamente drammatico. Drammatico prima ancora che da un punto di vista sindacale (la contrazione dei posti di lavoro) dal punto di vista, più generale, del funzionamento stesso della scuola pubblica e della qualità del servizio, che vengono seriamente compromessi. Per questo stentiamo a capire l’atteggiamento di eccessiva cautela, quasi di rassegnazione o di impotenza assunto da alcune associazioni delle scuole o dei dirigenti scolastici (più realisti del re?). Pensiamo all’ASAM in primo luogo, che dovrebbe essere la rappresentanza istituzionale delle scuole autonome milanesi. Certo, la presidenza dell’ASAM ha inviato recentemente lettere di …