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Codice della strada: il PD ottiene il taglio dei privilegi per gli autisti delle auto blu e altre modifiche

Riforma buona grazie a sei proposte qualificanti del Pd ma voto di astensione del Partito democratico a causa della mancanza di risorse. Persa occasione per nuove piste ciclabili.
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Nel disegno di legge di riforma del codice della strada sono state approvate norme utili per i cittadini e per la sicurezza stradale. Molte di queste norme sono state proposte dal gruppo del Pd al Senato che ha lavorato sodo sul testo e senza alcuna pregiudiziale politica. Ma l’impianto generale del provvedimento non convince totalmente: nuovi oneri, nuovi divieti, nuovi obblighi. Lo Stato non è in grado di far rispettare quelli già esistenti e con questa riforma, se ne aggiungono di altri, che però sono destinati a restare inadempiuti.

Nel complesso, il Ddl che riforma il codice della strada sicuramente migliora il vecchio codice rendendolo più aderente alle necessità dei cittadini, tuttavia, il giudizio sul Ddl è condizionato dalla mancanza di risorse idonee a renderlo pienamente efficace. Queste importanti mancanze hanno impedito il voto favorevole del gruppo del Pd al Senato sul decreto .

Per dare un giudizio politico del lavoro svolto in sede redigente, il Partito Democratico ha scelto di proporre una sua relazione di minoranza, per informare l’Assemblea ed i cittadini di quanto è stato condiviso con convinzione, di quanto è stato proposto dal Partito Democratico e poi accolto e di quanto invece lo ha visto in posizione critica.
La relatrice di minoranza del testo Marina Magistrelli, avvocato e senatrice del Pd, spiega come Il Pd abbia contribuito a ridisegnare il quadro normativo del codice della strada attraverso diverse proposte presentate e dichiarate prioritarie da subito, facenti ormai parte del testo integrato.

1) L’introduzione del lavoro di pubblica utilità come pena alternativa alle pene detentive e pecuniarie per la guida in stato di ebbrezza o per assunzione di sostanze stupefacenti. Naturalmente il beneficio viene riconosciuto solo a chi non ha causato un incidente stradale e può essere concesso una sola volta.

2) L’obbligo per gli esercizi pubblici e, soprattutto, per i locali di intrattenimento e le discoteche che vendono alcol dopo l’una di notte, di inserire nell’ambito della propria struttura un etilometro per permettere ai clienti di sottoporsi volontariamente al test prima di mettersi alla guida, e la creazione di idonei spazi di riposo.

3) L’inasprimento delle sanzioni per chi utilizza i ciclomotori e le minicar con motore modificato; il divieto di utilizzo delle minicar se è stata ritirata la patente; la previsione dell’obbligo di utilizzo delle cinture di sicurezza per chiunque guidi una minicar.

4) La previsione che i proventi delle sanzioni per violazioni dei limiti di velocità siano attribuiti per il 50 per cento all’ente proprietario della strada su cui è stato effettuato l’accertamento e per il restante 50 per cento all’ente da cui dipende l’organo accertatore.

5) L’obbligo di dare comunque la precedenza ai pedoni quando questi si accingono ad attraversare le strisce pedonali. È, questa, una norma molto importante perché cambierà di certo l’indirizzo risarcitorio.
6) L’ordine del giorno con il quale il Governo si impegna a istituire l’”Agenzia nazionale per la sicurezza stradale” alla quale verrà assegnato il compito di garantire una maggiore tutela degli utenti della rete stradale nazionale ed una più efficace attività di sviluppo, manutenzione e gestione della medesima, nel rispetto dei principi e dei criteri direttivi dettati dalle norme comunitarie.

Tuttavia, malgrado i numerosi aspetti positivi introdotti, il giudizio sul provvedimento rimane condizionato da talune scelte adottate dal Governo, contrastanti con il clima positivo maturato in Commissione lavori pubblici, in particolare su alcune specifiche tematiche rispetto alle quali vi era un comune giudizio positivo. Tra queste, Magistrelli ricorda la bocciatura di diverse proposte avanzate dal Pd, di cui riportiamo le più importanti.
1. l’intensificazione dei controlli di polizia stradale necessari a garantire una maggiore sicurezza stradale; dopo una lunga discussione in Commissione, il Governo ha posto il veto sull’approvazione di un emendamento finalizzato a garantire la piena funzionalità dei vari organi di polizia stradale. Rimane del tutto incomprensibile come si voglia perseguire una maggiore sicurezza stradale senza prevedere un potenziamento, anche minimo, delle risorse a disposizione degli organi di polizia, drammaticamente ridotti nel corso degli ultimi anni e del tutto insufficienti alla missione loro assegnata.

2. La proposta del Partito Democratico, sulla quale si registrava in Commissione la convergenza di tutti gli schieramenti politici, e cioè quella di istituire un apposito Fondo presso il Ministro dell’interno, con dotazione pari a 50 milioni di euro, da destinare all’acquisto ed alla manutenzione ordinaria e straordinaria di materiali, attrezzature e mezzi per lo svolgimento delle attività di controllo stradale, nonché per le analisi cliniche e la ricerca e sperimentazione nel settore del contrasto alla guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti, è stata respinta dal Governo con la motivazione della mancanza di risorse disponibili.
3. In terzo luogo, si lamenta il mancato accoglimento di alcune proposte mirate ad innalzare il livello di sicurezza e informazione degli utenti delle strade urbane ed extraurbane, con priorità per quelle a maggiore tasso di incidentalità. Il Governo ha posto il veto, sempre adducendo ragioni di bilancio, sulla proposta di potenziamento del servizio di infomobilità CCISS e Isoradio finalizzato ad aumentare la copertura oraria e territoriale del servizio offerto dai medesimi e al miglioramento della qualità di ricezione per il rinnovo dei contratti e il potenziamento degli organici.
Conclude il senatore del Pd Marco Filippi, commentando le mancanze che si rilevano nel Ddl, sul tema dell’educazione alla guida: “E’ stato fatto su questo importante tema lo stretto necessario e non si può non denunciare il mancato accoglimento delle nostre proposte, il cui costo è estremamente ridotto, finalizzate alla predisposizione di apposite campagne di informazione per la conoscenza dei danni alla salute derivanti dal mancato rispetto delle regole di guida”.
“Un lavoro tanto più opportuno, continua il senatore, proprio perché ci troviamo alla vigilia di una fase in cui saremo chiamati a fare un bilancio di una stagione in cui, per tutti i Paesi membri, gli obiettivi fissati dall’Unione europea per il 2010 prevedevano il dimezzamento nel decennio delle vittime per incidenti stradali. Il nostro Paese si ferma, per il 2009, al 33 per cento di riduzione delle vittime della strada, lontano da Paesi virtuosi come Portogallo e Lussemburgo, che hanno raggiunto l’obiettivo di riduzione del 50 per cento con un anno di anticipo, ma anche da Paesi con i quali il raffronto, per storia e dimensioni, ha maggiore significato: la Francia, che nel decennio ha visto ridotto del 47 per cento il numero delle vittime, e la Germania, che si attesta per il 2009 ad una riduzione di oltre il 40 per cento”.

di Anto P. da www.partitodemocratico.it